L’intervento del Rettore Manfredi al conferimento della laurea a Sorrentino
“La casa di 80 mila giovani"
Saluto tutte le Autorità, i colleghi Rettori, i colleghi Docenti, gli studenti, il personale e i dirigenti dell’Ateneo e tutti gli Ospiti che oggi, con la propria presenza, danno un significato di solennità a una giornata speciale.
Un saluto particolare ai Rettori emeriti Fulvio Tessitore, Guido Trombetti e Massimo Marrelli, che tanto hanno contribuito e contribuiscono ancora alla crescita del nostro Ateneo.
Un ricordo a quanti tanto hanno dato al prestigio del nostro Ateneo ed oggi non sono più con noi. Ricordo Carlo Ciliberto. Durante il suo rettorato l’Ateneo è stato intitolato a Federico II con il contributo suo e di tanti colleghi.
Un ringraziamento al mondo dei nostri laureati, centinaia di migliaia di donne e uomini, che ogni giorno operando con il loro impegno professionale nella società civile sono la migliore e più concreta testimonianza della qualità e dei valori della nostra Università.
Oggi è un giorno particolare. Festeggiamo i 791 anni dalla fondazione del nostro Ateneo.
Perché 791 anni. Oggi festeggiamo semplicemente il giorno della nostra fondazione e della nostra identità che deve essere sempre presente nelle nostre azioni quotidiane e da quest’anno per questo lo ricorderemo ogni anno.
Quando Federico II fondò nel 1224 con un suo provvedimento la nostra Università, prima università laica in Europa di tipo statale, lo fece in un momento storico di grandi trasformazioni e grandi conflitti.
Lo fece per la necessità di costruire una nuova classe dirigente e per l’intuizione di vedere nella crescita di una identità culturale il fattore determinante di governo di un mondo sempre più complesso.
Lo fece facendo convivere culture e saperi di civiltà diverse. E scelse Napoli come luogo elettivo, perché crocevia di popoli e depositario di una millenaria tradizione culturale
Quante similitudini con la situazione di oggi. Viviamo trasformazioni epocali che ci portano a navigare in mari inesplorati. Dove l’incertezza sembra dominare. Dove sembrano mancare punti di riferimento ma in cambio si prospettano in lontananza nuove opportunità.
Il messaggio fondativo di Federico è più che mai attuale. Costruire una nuova classe dirigente partendo dalle competenze e dal merito. Costruire partendo dal confronto e dall’integrazione delle culture. Costruire col coraggio di affrontare nuove sfide, consapevoli di poterle vincere. Riproponendo il ruolo di Napoli come grande crocevia di popoli e luogo di elaborazione di nuovi modelli di sviluppo
Il nostro Ateneo avverte questa responsabilità di essere la…
“La casa di 80 mila giovani"
Saluto tutte le Autorità, i colleghi Rettori, i colleghi Docenti, gli studenti, il personale e i dirigenti dell’Ateneo e tutti gli Ospiti che oggi, con la propria presenza, danno un significato di solennità a una giornata speciale.
Un saluto particolare ai Rettori emeriti Fulvio Tessitore, Guido Trombetti e Massimo Marrelli, che tanto hanno contribuito e contribuiscono ancora alla crescita del nostro Ateneo.
Un ricordo a quanti tanto hanno dato al prestigio del nostro Ateneo ed oggi non sono più con noi. Ricordo Carlo Ciliberto. Durante il suo rettorato l’Ateneo è stato intitolato a Federico II con il contributo suo e di tanti colleghi.
Un ringraziamento al mondo dei nostri laureati, centinaia di migliaia di donne e uomini, che ogni giorno operando con il loro impegno professionale nella società civile sono la migliore e più concreta testimonianza della qualità e dei valori della nostra Università.
Oggi è un giorno particolare. Festeggiamo i 791 anni dalla fondazione del nostro Ateneo.
Perché 791 anni. Oggi festeggiamo semplicemente il giorno della nostra fondazione e della nostra identità che deve essere sempre presente nelle nostre azioni quotidiane e da quest’anno per questo lo ricorderemo ogni anno.
Quando Federico II fondò nel 1224 con un suo provvedimento la nostra Università, prima università laica in Europa di tipo statale, lo fece in un momento storico di grandi trasformazioni e grandi conflitti.
Lo fece per la necessità di costruire una nuova classe dirigente e per l’intuizione di vedere nella crescita di una identità culturale il fattore determinante di governo di un mondo sempre più complesso.
Lo fece facendo convivere culture e saperi di civiltà diverse. E scelse Napoli come luogo elettivo, perché crocevia di popoli e depositario di una millenaria tradizione culturale
Quante similitudini con la situazione di oggi. Viviamo trasformazioni epocali che ci portano a navigare in mari inesplorati. Dove l’incertezza sembra dominare. Dove sembrano mancare punti di riferimento ma in cambio si prospettano in lontananza nuove opportunità.
Il messaggio fondativo di Federico è più che mai attuale. Costruire una nuova classe dirigente partendo dalle competenze e dal merito. Costruire partendo dal confronto e dall’integrazione delle culture. Costruire col coraggio di affrontare nuove sfide, consapevoli di poterle vincere. Riproponendo il ruolo di Napoli come grande crocevia di popoli e luogo di elaborazione di nuovi modelli di sviluppo
Il nostro Ateneo avverte questa responsabilità di essere la…
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 10/2015)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli