Carriera internazionale, Giurisprudenza è il posto giusto

Ogni giorno premere il tasto ‘on’ della televisione ci apre alla visione di immagini agghiaccianti: genocidi, guerre, crisi umanitarie per le quali sembra sempre più utopica la possibilità di giungere ad una risoluzione pacifica, al punto che si potrebbe rischiare di essere travolti da un senso di disillusione nei confronti dei sistemi di diplomazia. Ma se tutto ciò non lascia indifferenti, anzi accende un fuoco nello studente, questo non è semplicemente un buon momento per iscriversi a Giurisprudenza, ma “il momento giusto”.
Lo afferma il prof. Giovanni Zarra, docente di Diritto Internazionale: “bisogna prendere consapevolezza del fatto che solo attraverso il diritto si può superare ciò che ci troviamo a vivere. Più giuristi ben formati ci sono e meglio è”. Soprattutto, nell’indecisione tra questo o altri Corsi per perseguire il sogno di una carriera internazionale, “scegliete questo! Per quanto altrove ci sia magari uno studio degli aspetti più storici dietro le relazioni internazionali, un giurista è perfettamente in grado di affrontarlo, mentre non è detto che chi esce da altri Corsi di Laurea sia poi in grado di confrontarsi con gli aspetti giuridici”. Il mondo delle professioni in ambito internazionale è incredibilmente vasto e “come Dipartimento siamo sulla buona strada: grazie anche all’impegno di noi internazionalisti c’è sempre più informazione riguardo le possibilità di carriera in questo ambito”.
Dall’altro lato, anche “i contatti che abbiamo come Dipartimento” hanno non poco valore, soprattutto per quanto concerne il settore privato, “che offre tantissime possibilità e anche molto remunerative” e che vede, ad esempio, la figura dell’avvocato internazionalista, di cui si sa ben poco e rispetto alla quale, invece, “c’è grande interesse degli studi verso i laureati bravi della Federico II”. Il profilo perfetto per questo campo? “Una buona media, un’ottima conoscenza dell’inglese e, soprattutto, la curiosità intellettuale: la voglia di non fare solo il minimo indispensabile, per poi rendersi conto solo al quinto anno che non era sufficiente, ma informarsi e andare oltre. Soprattutto, sfruttare e capitalizzare tutte le opportunità che l’università vi offre”.
Sul fronte dell’internazionalizzazione, del resto, le opportunità non mancano di certo: dalle numerose convenzioni Erasmus, sia per periodi di studio (dove l’anno preferito dagli studenti per partire è il quinto) che per tirocini, alla possibilità di conseguire un doppio titolo (la Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso la Federico II e un Master en Droit presso l’Università di Toulouse Capitole 1, in Francia, specializzandosi in Diritto Internazionale e Comparato, Libertà e Diritti Fondamentali o Giurista degli Affari Internazionali). Per quanto riguarda l’Inglese, invece, al quarto anno c’è Legal English: uno spazio dove si spiegano in lingua le principali nozioni sul sistema europeo per poi passare a delle simulazioni processuali, come se si fosse dinanzi alla Corte di Giustizia.
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Guida Universitaria – Pagina 49

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