Diritto Commerciale “proietta letteralmente nella futura professione”

Diritto Commerciale “proietta letteralmente nella futura professione”

Prove intercorso, casi pratici, giochi per aiutare gli studenti a sostenere un esame considerato ostico

Prove intercorso e tesine su tematiche a scelta a Diritto Commerciale. Siamo ad aprile e si avvicina l’importante momento di verifica intermedia, che anticipa l’esame finale (previsto per Economia Aziendale ed Economia e Commercio al secondo semestre del secondo anno). È uno dei più temuti. “Ma è centrale in un percorso di area economica. È lo studio del diritto dell’impresa, dalla nascita alla sua articolazione in impresa individuale o societaria, fino ai contratti e ad una eventuale crisi. “Proietta letteralmente nella futura professione”, premette il prof. Antonio Blandini, cattedra A-K, Economia Aziendale. Temuto, si diceva, anche se non più uno scoglio così insormontabile come in passato, fa notare il docente: “In tal senso, credo abbiano aiutato due novità di alquanto recente introduzione: la prova intercorso e l’illustrazione di casi pratici ed estratti di sentenze”. La prima, per i suoi allievi è prevista tra il 20 e il 21 aprile, “non è obbligatoria, ma conviene perché consente di dividere a metà il programma”. La seconda, “capendo il ragionamento del giudice, mostra l’applicazione della disciplina a problemi concreti. A lezione mi piace anche favorire un dialogo a più voci con altri esperti della materia, docenti più giovani, avvocati e imprenditori, con il risultato di rendere il discorso meno noioso. Posso garantire che, alla fine del corso, molti studenti si innamorano del Diritto Commerciale”.
La prova intercorso per le lettere K-Z di Economia Aziendale si terrà il 17 aprile. 30 domande a risposta multipla sulla parte di programma relativa a impresa, società di persone e contratti. “Notiamo risultati effettivi in termini di superamento e performance agli esami, in particolare quando sostenuti nella prima sessione utile”, conferma la prof.ssa Cristiana Fiengo. Resta, naturalmente, complesso “presupponendo una buona conoscenza pregressa del Diritto Privato e una padronanza del linguaggio giuridico, quest’ultima un po’ latente negli studenti di Economia che non sono giuristi e frequentano un percorso più multidisciplinare”. Ecco che diventa fondamentale “lo studio da un testo aggiornato agli ultimi provvedimenti normativi. Proprio adesso, ad esempio, c’è stata la riforma del codice della crisi per cui bisogna porre attenzione al capitolo sulla crisi di impresa”. Il Diritto Commerciale, avverte, “non va imparato a memoria, ma compreso con il Codice civile alla mano. Nel manuale per ogni argomento c’è l’articolo di riferimento e all’orale, non allo scritto per questione di tempo, gli studenti possono portare il Codice. Noi valutiamo la loro capacità di leggere la norma, commentarla e collegarla, non l’avere memorizzato una serie di elenchi”. No a fotocopie e sbobinature varie, la differenza “la fa seguire o non seguire il corso. Agli esami si nota subito. Io condivido su Teams tutte le mie slide e utilizzo molto le sentenze. Ne stiamo vedendo di varie sulla definizione di imprenditore, società di fatto, società occulte”.
Sulla validità della verifica intermedia il prof. Oreste De Cicco, lettere L-Z, Economia e Commercio, concorda con i colleghi. “La prima parte del programma di Diritto Commerciale – spiega – affronta tematiche più generali. La seconda, in cui si parla di società di capitali e titoli di credito, è più specifica e generalmente considerata un po’ più complessa. Affrontarla avendo sedimentato le conoscenze sull’impresa e sulle società di persone grazie alla prova intercorso è un vantaggio”. Si prepari il suo canale a mettersi alla prova nella seconda metà del mese. I consigli del docente: “Studiare gli argomenti seguendo l’ordine, non casuale, in cui vengono affrontati a lezione e sul libro ed esercitare il linguaggio giuridico, in realtà non poi così tanto distante da un buon italiano”. La prof.ssa Fabiana Massa, cattedra A-K, Economia e Commercio, non prevede alcuna prova a risposta multipla, “bensì una tesina volontaria su un tema a scelta che può essere l’argomento di maggiore interesse o uno che si voglia approfondire attraverso una sentenza”. In aula la prof.ssa Massa, laureata fridericiana rientrata da poco più di un anno nel suo Ateneo dopo una carriera tra Roma e Sassari, tende “a stimolare la partecipazione attiva degli studenti. L’ho sperimentato in tanti anni di insegnamento e funziona. Ad esempio, li invito a sedere al mio posto per un po’ di tempo e a discutere. Proporrò anche dei giochi in cui, divisi in gruppo, rappresenteranno delle società e dovranno darsi scalata l’un l’altro e difendersi”. All’esame, “non mi impunterò sulle norme, ma verificherò se lo studente ha capito a cosa serve l’istituto giuridico in questione e perché è importante conoscerlo”.


Carol Simeoli

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