“Formiamo cittadini consapevoli sia dell’ordinamento che dei processi democratici in cui si collocano”

Siamo ai massimi livelli!”: così il prof. Sandro Staiano, ordinario di Diritto Costituzionale (è Presidente dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti), Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, commenta un’entusiasmante notizia che arriva direttamente dall’ultimo concorso in Magistratura: “In questa tornata, i nostri laureati sono praticamente tutti passati al primo tentativo”. Un dato importante, soprattutto per il momento storico in cui si va a collocare: i festeggiamenti per gli ottocento anni di un Ateneo “che nasce proprio università giuridica, per formare i quadri dell’impero, cioè gli odierni apparati pubblici, per i quali servivano e servono tutt’oggi competenze giuridiche”. Una missione didattica che punta in alto, ben oltre le sole competenze tecniche, poiché “in questa fase storica, Giurisprudenza è anche formazione culturale e alla cittadinanza: noi formiamo, in una certa misura, dei cittadini consapevoli, sia dell’ordinamento che dei processi democratici in cui si collocano, oggi come oggi particolarmente assediati”.
E non sono state certo poche le difficoltà affrontate negli ultimi anni: “In Italia c’è stata una certa flessione degli iscritti, ma noi abbiamo mantenuto un appeal considerevole. Il più grande problema è stata la concorrenza delle telematiche, ma accettiamo la sfida puntando su una qualità che non è minimamente paragonabile: quella di un Dipartimento di grande tradizione e che fa uno sforzo formativo considerevole”, soprattutto nel mantenersi al passo coi tempi. Un obiettivo ambizioso che ha necessitato di un certo grado di ‘flessibilità’ nella costruzione di percorsi di studio che potessero sì rispondere ad un mercato del lavoro in continua evoluzione ma, soprattutto, alle esigenze dei ragazzi. In tal senso, infatti, il punto di forza si è rivelato essere “una riflessione permanente con i nostri studenti e le rappresentanze, con le quali siamo in dialogo costante”.
Determinazione, costanza e buona memoria sono caratteristiche spesso associate, nell’immaginario collettivo, all’ideale studente del diritto, ma chi è davvero lo studente che fa emozionare i professori? “Quello che ha voglia di partecipare alla comunità universitaria! Che segue le lezioni, che chiede a noi prestazioni didattiche adeguate, che sfrutta fino in fondo tutte le risorse formative che offriamo”. Prima fra tutte, i momenti di confronto individuale con il docente, per segnalare ogni tipo di difficoltà: “può capitare che ci siano delle lacune derivanti dalla formazione liceale, ma siamo abituati a sopperire e a mettere tutti al passo. A differenza di quanto avviene in altri contesti, l’università non deve fare dono del titolo accademico ma deve fornire ad ogni studente gli strumenti per poter raggiungere il risultato”.

Giurisprudenza è a cura di Giulia Cioffi
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Guida Universitaria – Pagina 48

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