Più che in salute i quattro Corsi di Laurea Triennale: Ingegneria Aerospaziale, Ingegneria Gestionale, Ingegneria Meccanica e Ingegneria Navale (più due percorsi riservati ai militari in collaborazione con l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli e l’Accademia Navale di Livorno), del Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII), con i suoi 1600 iscritti all’anno. Tutti partono dalle materie scientifiche di base, ma è lì che nasce il problema. In quest’ottica il Dipartimento con il classico tutorato, il tutorato dipartimentale, motivazionale e il progetto di Mentorship mira a “superare il distacco tra l’approccio scolastico e quello universitario per diminuire il tasso di abbandono e portare maggiore regolarità alle carriere – afferma il prof. Nicola Bianco, Direttore del Dipartimento – Sono due criticità e vogliamo investire per risolverle, in stretta collaborazione con i rappresentanti degli studenti”.
Ad accogliere gli aspiranti ingegneri ci saranno anche numerose associazioni studentesche, come Unina Corse, Unina Rockets, Euroavia “che organizzano attività che permettono agli studenti di sporcarsi le mani, interagire con colleghi, anche di altri Corsi, e acquisire competenze trasversali. Ad esempio Euroavia ha organizzato un contest aerospaziale per la progettazione e creazione di un alettone per un’auto di Formula 1, testato nella nostra Galleria del Vento, e l’aspetto più interessante è che hanno partecipato principalmente studenti delle Triennali”. L’obiettivo: “rendere più sistematiche queste iniziative che rappresentano un valore aggiunto e provocano tanto fermento tra gli studenti”.
Altro aspetto che rende il Dipartimento un luogo di opportunità e coinvolgimento: i circa 50 laboratori. Alla fine del 2023 il Dipartimento ha ricevuto un finanziamento regionale di 600 mila euro per creare nuovi laboratori e potenziare quelli esistenti, e l’impegno proseguirà nel 2024/2025 “affinché gli studenti possano essere in laboratorio non solo per la tesi, ma già durante il percorso didattico”. Altro obiettivo per il prossimo anno una maggiore internazionalizzazione in collaborazione con il consorzio T.I.M.E., Top International Managers in Engineering, un network di Università e Scuole di Ingegneria, impegnate nella cooperazione internazionale. Nel mese di maggio un gruppo di docenti ha svolto “un ‘tour de france’ di una settimana presso quattro Università francesi per realizzare dei titoli congiunti”.
Ma cosa si può fare alla fine del percorso? Alle Triennali corrispondono le specifiche Magistrali, tranne per Meccanica che presenta i due percorsi di Ingegneria Meccanica per l’Energia e l’Ambiente e Ingegneria Meccanica per la Progettazione e la Produzione, e si aggiunge la Magistrale in lingua inglese in Autonomous Vehicle Engineering. Per il futuro però si prospettano nuovi percorsi in inglese dedicati alla transizione energetica, alla mobilità e al made in Italy. E ancora dopo? “I tassi di occupazione sono molto elevati, e direi che il momento è più che propizio. Si parla di Industria 4.0 e 5.0, e la transizione tecnologica è sempre più veloce – sostiene il prof. Bianco – Gli ingegneri industriali vivranno i prossimi anni da protagonisti. Se si ha passione e voglia di essere attori nel progresso, iscriversi al DII è la strada giusta”.
I corsi di Laurea
“Il nostro difetto è che siamo pochi, tra i 60-100 ragazzi all’anno, ma abbiamo un corpo docente molto avanzato al servizio degli studenti che conosciamo a uno a uno ‘dalla culla alla laurea’ – racconta il prof. Franco Quaranta, Coordinatore del Corso di Laurea in Ingegneria Navale – Alle nostre sedute di laurea una buona percentuale ha già un lavoro o sta per averlo e i cantieri navali mi chiedono personale continuamente, basti pensare a Fincantieri, la più importante azienda navale europea, il cui ex amministratore, il dott. Giuseppe Bono, diceva: ‘Abbiamo più navi in portafoglio che ingegneri che le costruiscono’”.
Numerose come sempre le attività sul campo: una visita a bordo di un traghetto, le visite ai cantieri fluviali di Trieste, e per il corso di Propulsione navale del prof. Marco Altosole un “viaggio di 24h andata e ritorno per Palermo in accordo con Grimaldi a bordo di una nave per conoscere gli impianti navali e discutere tematiche collegate”. In più, la tradizionale competizione interuniversitaria 1001velacup, “durante la quale il nostro team progetta ex novo una barca, la costruisce e la fanno competere con altre barche”.
Un certo fermento alla Magistrale dove si sviluppano i temi dell’impatto ambientale sulle operazioni marittime, con corsi in italiano e in inglese, come già Energy Sustainability in Smart Transportation and Infrastructures del prof. Palumbo, Progetto di Navi ecosostenibili del prof. Quaranta, che analizza “le innovazioni per ridurre gli impatti del traffico navale su porti e zone abitate” o Analisi della Sostenibilità Ambientale del Trasporto Navale dei proff. Aronne e Amoresano, “rivolti ad aspetti più tecnici e meno globali”. L’attenzione va anche alle novità tecnologiche, come per Navi militari, Metodi matematici per l’Architettura navale, che “avrà un’importanza sempre maggiore nella progettazione quasi superando la classica progettazione in vasca”.
Una preparazione fortemente interdisciplinare e il tasso di occupazione a un anno dalla laurea tra il 95 e il 97% sono elementi che potrebbero attirare le aspiranti matricole, ma “a settembre nel Giorno delle Matricole ogni anno vediamo che i ragazzi si iscrivono perché sono appassionati di aerospazio”, afferma il prof. Michele Grassi, Coordinatore del Corso. Un ingegnere aerospaziale dovrà costruire macchine che volano, come aeroplani o satellite, ma può cimentarsi nella pratica già da subito con le attività proposte dalle associazioni studentesche: “Il nostro obiettivo è incrementare il coinvolgimento degli studenti, che soprattutto alla Triennale studiano principalmente la teoria, potenziando le attività pratiche”.
Novità nel Manifesto degli Studi alla Magistrale: sono stati inseriti nuovi esami a scelta, come Launch and Re-entry vehicle design, e nel corso di Aerospace design è stata coinvolta l’Agenzia Spaziale Italiana, con cui è stato firmato un accordo anche per tirocini. Si prevede di continuare a incrementare il numero di esami in lingua inglese “per consentire di svolgere un percorso esclusivamente in inglese e rafforzare così l’internazionalizzazione, poiché gli studenti Erasmus o internazionali non dovranno sostenere esami obbligatori in italiano”.
Ingegneria Gestionale, ex Ingegneria Gestionale della Logistica e della Produzione, ha ampliato la tabella degli esami a scelta autonoma, coerenti con il percorso di studi da poter sostenere senza presentare il piano di studi, di natura trasversale e con un focus su digitalizzazione e sostenibilità.
Obiettivi della prof.ssa Cristina Ponsiglione, Coordinatrice del Corso: proseguire con le attività di Mentorship, per “fornire supporto ai ragazzi spaesati e costruire una relazione immediata”, promuovere il ciclo di testimonianze aziendali ‘Meet the Company’, in precedenza con Laminazione Sottile Group e Coca Cola HBC. Un consiglio agli aspiranti ingegneri gestionali dalla docente: “Una volta appurato l’interesse per le materie scientifiche, non sceglietela per avere il lavoro assicurato perché vale per tutte le ingegnerie, ma iscrivetevi se vi incuriosisce l’ambito decisionale e manageriale, perché Gestionale fornisce una visione ampia delle varie figure che ci sono in un’azienda, anche per chi non ha un’idea precisa, e se vi piace fare community e lavorare in gruppo”.
Un percorso “sartoriale, da ritagliarsi sulle proprie passioni e attitudini, trasversale e spendibile in quasi tutti i campi” è il Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica secondo il suo Coordinatore, prof. Francesco Timpone. Si può notare “dalla domanda del mercato e dal numero di materie a scelta della Magistrale”. Non bisogna però trascurare la Triennale che “è il momento in cui si acquisiscono gli strumenti solidi e la forma mentis per essere in grado di affrontare i problemi complessi”. Per aiutare gli studenti ad approcciarsi a queste materie di base è stata attivata una Mentorship, “un tutorato motivazionale durante il quale i docenti supportano gli allievi, spiegando loro in maniera semplice quali saranno i risvolti applicativi di queste materie teoriche. Ad esempio, le matrici sono uno strumento fondamentale per studiare i tensori e perché gli oggetti si rompono”. L’invito alle matricole è di “prendere contatti e farsi dare una mano”.
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Guida Universitaria – Pagina 16-17