I primi 6 mesi da studenti di Professioni Sanitarie

Libri aperti in vista della prossima sessione d’esame, lezioni in corso e tirocini svolti da poco nei vari reparti – la prima volta in assoluto, per gli iscritti più giovani. A Scampia, sede di Professioni sanitarie, il secondo semestre scorre veloce per chi frequenta i Corsi afferenti all’area. Nella sala comune, c’è una buona presenza soprattutto di studenti di Infermieristica. Vincenzo e Gennaro sono in pausa e tirano le somme dei primi sei mesi da studenti universitari, soprattutto dell’impatto con l’ambiente ospedaliero: “Siamo soddisfatti del tirocinio che abbiamo svolto in Immunologia. Abbiamo avuto i primi approcci al paziente occupandoci della preparazione e della somministrazione delle terapie – supervisionati dagli infermieri chiaramente”.

Quanto alle lezioni, i due amici hanno riscontrato “molta disponibilità da parte dei docenti, oltretutto sono sempre chiari rispetto allo svolgimento dell’esame stesso, alcuni ci hanno agevolato organizzando anche prove intercorso”. Tirano poi il classico sospiro di chi ha superato i primi ostacoli: “siamo soddisfatti, abbiamo dato tutti e quattro gli esami previsti per il semestre, ora testa ai prossimi”. Ineccepibile il giudizio sulla struttura: “davvero molto funzionale, l’unico appunto è sugli spazi in biblioteca: siamo in tanti e non è sempre facile trovare posto”. Più contrariata Maria, studentessa fuorisede iscritta al primo anno. Lamenta innanzitutto la mancanza di ulteriori sessioni di esame oltre a quelle già previste: “Penso alle ordinarie, concentrate tutte a marzo e a luglio. In un mese bisogna dare tutto e non è semplice, poi è chiaro, bisogna sapersi organizzare”.

A pesare sull’inizio della vita universitaria di Maria anche la ricerca dell’alloggio: “gli affitti di quelle poche stanze disponibili sono altissimi, forse servirebbe un po’ di supporto da parte dell’Ateneo”. Vive una situazione diversa invece Francesca, studentessa lavoratrice: “Conciliare entrambi gli impegni (studio e lavoro) è difficile davvero. Ciò che ad oggi non mi piace di questo Corso (ma vale per tutti gli Atenei) è che si svolgono comunque dei turni di quattro – cinque ore senza ricevere alcun rimborso. Ho 30 anni e non posso fruire nemmeno dello sconto per i mezzi di trasporto riservato agli under 26 (gestito dalla Regione, ndr)”.

Tornando invece all’organizzazione interna di Infermieristica, un gruppo di quattro amiche dà un giudizio su diversi aspetti. Giovanna sul tirocinio: “Sono stata in Dermatologia, in ambulatorio, è stato interessante l’impatto, il rapporto instaurato con i medici e la caposala. Abbiamo svolto solo il turno mattutino e non abbiamo somministrato terapie, però”.

Studio, lezioni e reparto

Sulla capacità di mettere assieme studio, lezioni e ore in reparto Ester e Cristina hanno da ridire. “Non è così semplice”, riferiscono. Poi la seconda aggiunge: “io vengo da Falciano e impiego tempo ad arrivare qui e a tornare a casa. Ovviamente sono tutte ore perse. Avendo svolto anche il turno pomeridiano durante il tirocinio, gestire il carico didattico ha richiesto un certo sforzo”. Quella maggiormente soddisfatta dell’esperienza ospedaliera svolta sin qui è Giovanna: “La Geriatria è un reparto tosto, in cui si vede un po’ di tutto. E mi è piaciuto perché ho imparato molte cose”.

C’è qualcuno poi che ha incontrato qualche difficoltà di ambientamento in più, come Sara e Annaflavia. Racconta la prima: “sono entrata tramite lo scorrimento e purtroppo non sono riuscita a seguire la prima parte delle lezioni. E infatti mi ha dato più di qualche problema Biomolecolari, anche perché mi mancano le basi. Ora sto preparando Morfologici e mi sta piacendo molto di più. Insomma, dopo una prima fase complicata, ora sto imparando a studiare”.

L’ambizione di Sara resta un’altra: “il mio sogno è Medicina, ma non so se sono all’altezza. Vedremo”. Tocca all’amica: “anche io ho avuto un po’ di problemi. Vengo da un liceo di Scienze umane e ho fatto fatica a calarmi in questa realtà, che è completamente diversa. Biochimica l’ho superato solo al terzo tentativo e ora sto preparando il blocco di Anatomia, Istologia. Speriamo bene, ancora non sono riuscita a trovare un mio equilibrio ma credo di essere sulla buona strada”.

Nei pressi dell’Aula Magna si aggira Salvatore, iscritto al primo anno di Fisioterapia. E, a quanto dice, non avrebbe potuto fare scelta migliore: “È davvero tutto molto stimolante. In particolare ha avuto un certo impatto il contatto con i pazienti, sono contentissimo”. Lo studente esalta poi la Federico II: “Credo che Fisioterapia sia fatta veramente bene qui: si possono girare tanti reparti e fare esperienze eterogenee, e non è così scontato”. Sul percorso svolto finora, ha detto: “ad oggi l’insegnamento più difficile è stato senza dubbio Anatomia, ma al tempo stesso bellissimo. Le lezioni del secondo semestre sono finite, tutto nella norma direi. Ammetto che Diritto del Lavoro non mi ha entusiasmato perché collaterale rispetto alla natura del Corso.

Non è una materia che sento nelle mie corde”. Ottimo il bilancio anche di Diego, sempre di Fisioterapia: “Ho sostenuto il blocco di Fisica, Statistica e quello di Biologia, Biochimica. Ho superato tutti gli esami, sono soddisfatto. Soprattutto perché in prospettiva credo sarà un lavoro molto gratificante. Per il tirocinio sono stato in Neurologia, un reparto in cui se ne vedono di cotte e di crude, ma mi ha fatto capire che ho scelto il Corso di Laurea giusto”. Chiude Francesco, studente del primo anno di Ortottica. “Tracciando una linea cronologica, ho iniziato prima con il tirocinio, poi con le lezioni. Hanno gettato me e i miei colleghi subito nella mischia ed è stato veramente bello. Personalmente mi sono calato subito nel clima ospedaliero e il primo impatto è stato positivo: si apprende tanto, si instaurano rapporti”.

Con fare ironico, ammette che il problema è sorto con l’inizio dei corsi: “la giornata iniziava alle 8.00 e finiva alle 18.00; studiare nel mentre è stato difficilissimo e non avendolo fatto con costanza, arrivati gli esami, che qui si svolgono a blocchi, è stata dura – anche perché se non si riesce a passarne uno, bisogna ripeterli tutti. Tra l’altro, proprio stamattina ho svolto l’esame di Economia applicata, è stato interessante, ma secondo me ha un peso eccessivo in un Corso che ci prepara a diventare tecnici”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 9 – 2025 – Pagina 23

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