Il coaching aiuta a orientarti, capire i tuoi obiettivi e poi ti accompagna nel raggiungerli”

Torna per la seconda edizione ‘Abilità e competenze: Laboratorio di Coaching’, con la dott.ssa Chiara Nocchetti, per gli studenti del terzo anno di Economia e Commercio. Il Coaching, secondo la definizione di Pannitti e Rossi, ‘è un metodo di sviluppo di una persona, di un gruppo o di un’organizzazione, che si svolge all’interno di una relazione facilitante, basato sull’individuazione e l’utilizzo delle potenzialità per il raggiungimento di obiettivi di cambiamento/miglioramento autodeterminati e realizzati attraverso un piano d’azione’.
Spesso nella nostra vita ci troviamo davanti a una scelta, all’università, nel lavoro, nelle relazioni, e “il coaching aiuta a orientarti, capire i tuoi obiettivi e poi ti accompagna nel raggiungerli, non a caso il secondo significato di coach è quello di carrozza, un modo per andare da a a b”, spiega la dott.ssa Nocchetti. Un’intuizione, quella della Federico II, perché il coaching “si usa molto all’estero, ma è ancora una novità in Italia – dove lo usa soprattutto chi ha ruoli particolarmente stressanti come i ceo e gli sportivi – e ancora di più all’Università”.
L’idea è far arrivare il coaching “anche agli studenti che hanno un grande bisogno di capirsi e non di fare le cose solo perché devono”, racconta. Nasce anche da un’esigenza personale: “Anche a me è successo, quando studiavo Giurisprudenza e pensavo di doverlo fare per forza. Sarebbe stato bello all’epoca avere qualcuno per accompagnarmi nella riflessione, che non dicesse solo ‘vai avanti, fai gli esami, il lavoro è sofferenza’”.
Per la dott.ssa Nocchetti due sono i momenti del laboratorio: “Da un lato trasmettere le tecniche di coaching, cos’è e quale metodo può fornire come approccio personale alla vita, con una parte teorica sui padri fondatori e i pilastri coaching”, dall’altro si tratta di “mettere gli studenti in gioco con la pratica”.
Alla fine del Laboratorio gli studenti dovranno stendere un “piano d’azione, dove devono individuare come raggiungere un loro obiettivo e presentarlo alla classe. All’inizio i ragazzi sono abituati alla didattica frontale, hanno paura di dire la loro opinione, mentre io li faccio sedere in cerchio senza banco e li sprono a parlare”. Un punto cruciale infatti è il rapporto con l’errore: “Una cosa è il perfezionismo, per cui non finisci mai per paura di sbagliare, un’altra è capire che l’errore è parte del processo e puntare all’eccellenza. O si vince o si impara, come dice il mio Maestro”.
Il Laboratorio sta avendo un grande successo tant’è che “partecipano comunque dei ragazzi del secondo anno, anche senza ottenere i 2 crediti, perché sono molto interessati”.
Gli allievi della scorsa edizione tornano per “raccontare che il piano d’azione ha funzionato, perché hanno imparato strumenti concreti e applicabili, tecniche di comunicazione non violenta, modi per affrontare gli esami”. Si progetta inoltre di “lanciare uno sportello di coaching per colloqui privati gratuiti”, conclude.
Eleonora Mele
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Ateneapoli – n. 5 – 2025 – Pagina 29

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