L’Università per il territorio. Il Cremopar: “Siamo un centro di consulenza sulle parassitosi umane dell’OMS”

Le attività del Centro di Eccellenza guidato dal prof. Giuseppe Cringoli

Centro regionale per il monitoraggio della parassitosi, alias Cremopar. È l’avamposto della Federico II, in particolare del Dipartimento di Medicina Veterinaria, contro i parassiti che infestano gli animali e che possono provocare guai seri anche nell’uomo. Sede ad Eboli, in provincia di Salerno, si occupa di ricerca, di didattica e offre servizi alle aziende zootecniche del territorio. Pratica, in sostanza, quella che si definisce la Terza Missione. “Per la verità – precisa il prof. Giuseppe Cringoli, che è al timone del Cremopar ed è anche il Presidente della Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria – quando tutto è iniziato l’espressione Terza Missione non esisteva. Il Cremopar è nato nel 2000, ma è il prodotto di una più lunga storia cominciata nel 1993. Io all’epoca tornai a Napoli come docente di Parassitologia. Non c’era da noi alla Federico II la Parassitologia. Iniziai a guardarmi intorno e nacque una collaborazione con la Regione, in particolare con l’assessorato all’Agricoltura. Venne fuori da questa collaborazione che c’era una grande diffusione dei parassiti negli allevamenti di animali da reddito. Elaborammo una mappa regionale e fu evidente che c’era un grande problema che incideva sul benessere degli animali e sulle produzioni. Proposi di istituire un centro di monitoraggio per misurare costantemente la diffusione dei parassiti, sperimentare soluzioni e praticare ricerca applicata vera. L’assessorato all’Agricoltura inizialmente mi orientò verso l’azienda Improsta, poi si puntò sulla zona dove ci stava il centro servizi integrati dell’assessorato all’Agricoltura. Il 20 ottobre 2000 una delibera regionale istituì il Cremopar. Si pose a questo punto il problema di chi dovesse gestire il centro. “Fu così – va avanti nel racconto il prof. Cringoli – che fu firmata la convenzione tra la Regione, che attualmente dà un contributo di circa 100 mila euro ogni anno, e Veterinaria e partirono le attività. Inizialmente solo sulle parassitosi animali. Successivamente il Cremopar è diventato centro di riferimento anche per le parassitosi umane. Il direttore generale del settore Politiche Agricole della Regione, che si chiama Mariella Passeri, sostiene fortemente questa struttura e lo stesso vale per l’assessore Caputo”. Sono centinaia di migliaia nel corso di più di venti anni di attività le analisi e gli interventi che il personale del Cremopar – ne fa parte, tra gli altri, la prof.ssa Laura Rinaldi, coordinatrice Erasmus per Veterinaria e  responsabile del WHO Collaborating Centre for Diagnosis of Intestinal Helminths and Protozoa – ha svolto presso allevamenti ed aziende zootecniche. Abbiamo inoltre costruito strumenti per la misura e la diagnosi parassitologica che sono stati validati a livello internazionale. Esistono oggi circa 150 pubblicazioni che li certificano. Tecniche nate per l’ambito zootecnico alle quali poi si è interessata anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Oggi sono nelle linee guida dell’OMS e sono applicate anche in campo umano. Siamo infatti un centro di consulenza sulle parassitosi umane dell’OMS. Ci hanno affidato i dati di 8 paesi popolati da un miliardo e 700mila persone e la collega Rinaldi lavora anche sui migranti che arrivano qui da noi in collaborazione con il prof. Francesco Dandolo, che è il referente del Rettore Lorito sulle questioni relative appunto all’immigrazione”. Quello dell’OMS, prosegue il docente, “è stato uno degli ultimi riconoscimenti, non l’unico. Nel 2014, per esempio, la Sipaoc (Società Italiana di Patologia ed allevamento degli ovini e dei caprini) ha riconosciuto il Cremopar come centro di eccellenza nazionale. Nel 2019 la Società Italiana di Parassitologia ha stabilito che le nostre tecniche sono un riferimento per essa”. Dal Cremopar, poi, in anni relativamente recenti si è distaccata una costola, che si chiama Cresan ed è il centro di riferimento regionale per la sanità animale. Ma come è fatto il Cremopar, cosa c’è nella sede di Eboli? “Abbiamo – illustra Cringoli – laboratori tematici per i vari ambiti della parassitologia, una foresteria per studenti da venti posti ed una per gli ospiti stranieri, una sala per necroscopie, un laboratorio didattico, uffici per i rapporti con il territorio, un centro congressi. Ospitiamo, inoltre, all’interno del Cremopar la sede dell’associazione nazionale degli allevatori”. Non è una storia, quella che racconta Cringoli, estranea agli studenti ed alla didattica che seguono coloro i quali frequentano Veterinaria. “Nel 2014 – ricorda – quando abbiamo ospitato la Commissione Europea per la certificazione del Corso di Laurea, gli inviati visitarono anche il Cremopar e ne ricavarono una impressione fortemente positiva, che ha certamente contribuito all’accreditamento. L’attività di diagnostica per gli allevatori, inoltre, rafforza e consolida il rapporto di Veterinaria con le realtà produttive che apre spazi affinché i nostri studenti possano moltiplicare le opportunità di esperienze sul campo, di stage e, magari, possano poi trovare occasioni di lavoro proprio rapportandosi a quelle aziende con le quali collaboriamo e per le quali svolgiamo il nostro servizio in ambito parassitologico”. L’attività di divulgazione è un altro degli obiettivi del Cremopar. “La portiamo avanti – conclude il prof. Cringoli – con incontri, conferenze alle quali partecipano relatori provenienti da tutto il mondo ed attraverso una collana editoriale che dal 2003 ad oggi ha prodotto 28 volumi”.

Fabrizio Geremicca

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