Il sogno di Sara Montella, studentessa in Fisica Nucleare: diventare ricercatrice

“Ho 23 anni, sono nata a Maddaloni e risiedo a Cercola, in provincia di Napoli. Circa un anno fa, ho conseguito la Laurea Triennale in Fisica. Sto frequentando adesso il secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Fisica Nucleare, sempre alla Federico II. Sogno di diventare ricercatrice e per questo, dopo la laurea, proverò ad aggiudicarmi, a Napoli o altrove, una borsa di dottorato”.
Ai lettori di Ateneapoli si presenta così Sara Montella, una delle 23 vincitrici in Italia delle borse di studio destinate alle studentesse di fisica assegnate dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Durante la cerimonia di consegna dei premi, che si è svolta a Roma alcune settimane fa, aveva già detto: “Studiare fisica significa imparare a pensare in modo strutturato, suddividendo i problemi in elementi più semplici e affrontandoli con un approccio rigoroso e metodico. Il mio desiderio più grande è intraprendere una carriera in fisica nucleare. Inoltre, mi auguro di poter dare il mio contributo per favorire una maggiore inclusione e uguaglianza nel mondo della ricerca scientifica”.
Il premio, giunto alla seconda edizione, è destinato a studentesse iscritte al primo anno delle Magistrali in Fisica sperimentale e teorica delle interazioni fondamentali e in Fisica applicata. È stato istituito nel 2022 dall’INFN nell’ambito del progetto ‘Più donne nella fisica’. L’obiettivo, informano gli organizzatori, è promuovere e sostenere le ragazze nello studio della fisica, incoraggiando sinergie tra università, mondo della ricerca e industria, con l’ulteriore scopo di incrementare la presenza delle donne nel mondo della ricerca e del lavoro e la loro partecipazione attiva alla vita economica e sociale del Paese. Ogni studentessa ha ricevuto una borsa di studio del valore di 1.500 euro come incentivo per intraprendere i propri studi. Cinque sono state assegnate alle studentesse di fisica subnucleare, altrettante per le astroparticelle, per la fisica teorica e per la ricerca tecnologica interdisciplinare e della fisica degli acceleratori; tre nella fisica nucleare.

La fisica nucleare e i beni culturali

“Sono venuta a conoscenza del premio – racconta Montella – tramite amici che sono anche rappresentanti degli studenti, i quali mi hanno girato il link. Ho deciso di candidarmi perché avevo diversi requisiti utili, dall’età alla media, ai crediti. Sono felice per il contributo economico e per la possibilità di essere affiancata da un tutor durante la fase di preparazione della tesi di Laurea Magistrale. È una greca e si chiama Demetra, che credo sia comune lì quanto Gennaro da noi. Non a caso mi si è presentata scherzando come Genny”.
Demetra o Genny che sia, la tutor guiderà Sara nell’approccio alla tesi Magistrale, che ha una notevole importanza per chi immagina un futuro come ricercatore. “Dopo la laurea mi piacerebbe in particolare dedicarmi alla ricerca nell’ambito delle applicazioni della Fisica nucleare ai beni culturali”. Un esempio di utilizzo di tecnologie piuttosto recenti alla lettura del passato. “Ci sono per esempio applicazioni della fisica nucleare – spiega – per la datazione dei quadri. Esistono poi tecniche che fanno uso delle reazioni nucleari o dello studio degli isotopi, in particolare del carbonio 14, per stimare la data di realizzazione di un’opera d’arte”.
Fa un passo indietro. “Dopo la maturità – racconta – ero indecisa tra Ingegneria, Matematica, Fisica e Chimica. Alla fine ho deciso di cominciare a seguire il primo anno a Fisica e ne sono rimasta affascinata. Siamo in pochi, l’ambiente è informale. È naturalmente un Corso di Laurea impegnativo, su questo non ci sono dubbi”. Il suo primo anno da studentessa di Fisica fu quello del Covid: “non fu semplice perché seguivamo le lezioni al computer. Chi si è iscritto ora potrà risparmiarsi quella esperienza, ma è importante che non si lasci spaventare. Ci sono docenti i quali, magari inconsapevolmente, complicano le cose. Ripetono in aula che a Fisica si deve studiare, che si fanno le cose sul serio. Possono trasmettere ansia. Ecco, non bisogna lasciarsi prendere dall’agitazione. Fisica è impegnativa e chi si iscrive lo sa, ma con passione ed impegno si arriva alla laurea”.
L’impatto con il primo anno di Magistrale è stato molto meno duro. “Diciamo anzi – sottolinea la studentessa – che quasi non me ne sono accorta. Avevo cominciato a frequentare ancora prima di laurearmi alla Triennale ed ero già in aula per le lezioni il giorno dopo il conseguimento della laurea. I professori, poi, sono in parte gli stessi”. Sara ha preso talmente a cuore la materia che è entrata in un’associazione di studenti di Fisica che si occupa di divulgazione scientifica e promuove eventi.
“Siamo stati per esempio a Futuro Remoto e alle Terme di Baia. Lì abbiamo usato una grotta per un esperimento sulla eco ed abbiamo svolto esperimenti di ottica sul modello del famoso fico che è cresciuto capovolto”. Un’esperienza molto significativa nel percorso di studi è quella dei laboratori: “Ora sto seguendo quello di Fisica Nucleare ed è interessantissimo. Utilizziamo rivelatori e sorgenti di particelle. Impariamo a costruire un esperimento a partire dall’elettronica e dall’apparato. I corsi di laboratorio sono sempre stati per me i più formativi”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n.18 – 2024 – Pagina 9

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