Quest’anno le lezioni di Geografia Politica e Sociale, insegnamento che è tenuto nel primo semestre dal prof. Stefano de Falco per gli studenti del Corso di Laurea in Servizio Sociale, hanno una novità: si concludono con brevi incontri dedicati a temi di attualità con personalità note in diversi ambiti. Per esempio giornalisti, rappresentanti del mondo del lavoro e di enti di ricerca, vulcanologi.
“Credo nell’enorme potenzialità della contaminazione culturale basata sullo scambio di idee tra domini disciplinari differenti. La permeabilità delle barriere concettuali all’interno degli stessi comparti accademici e tra questi ultimi e gli ambiti professionali non è segno di debolezza scientifica, ma arricchimento esperienziale e culturale”, dice il prof. de Falco. Sottolinea, poi: “La finalità degli incontri è duplice. Da un lato si vuole dare un riscontro immediato degli argomenti teorici trattati a lezione con casi reali ed eventi di cronaca quotidiana e dall’altro contaminare il dominio di competenza della disciplina con brevi narrazioni di dinamiche di altri settori”.
Barbara Carfagna, giornalista della RAI e ideatrice-conduttrice dl programma ‘Codice: La vita è digitale’, a metà novembre si è collegata con gli studenti da remoto, ha parlato della relazione tra territorio e sviluppo e diffusione delle nuove tecnologie, della Intelligenza Artificiale e dei casi di alcuni Paesi che sono passati direttamente dalla II alla IV rivoluzione industriale.
Claudio Martino, ricercatore dell’INGV, ha riflettuto su cosa significhi la vita in un territorio come quello dei Campi Flegrei, in piena e continua attività sismica. Pasquale Pennacchio, ricercatore e docente federiciano, ha spaziato sul tema della gentrificazione in atto in diversi quartieri popolari napoletani. Tra gli ospiti del corso è previsto anche Bruno Siciliano, professore ordinario di Automatica e Robotica alla Federico II, Presidente del Consiglio Scientifico del Centro ICAROS, Coordinatore del Laboratorio di Robotica PRISMA Lab presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione e professore onorario all’Università di Óbuda dalla quale ha ricevuto la cattedra intitolata a Rudolf Kálmán (noto in elettronica per il filtro che prese il suo nome).
Sara, studentessa al terzo anno, racconta…
Gli studenti, riferisce Sara De Martino, che è iscritta al terzo anno del Corso di Laurea in Servizio Sociale, hanno finora gradito gli incontri. “A Carfagna – racconta la studentessa – abbiamo tra l’altro domandato se e come l’Intelligenza Artificiale genera ulteriore disuguaglianza nell’accesso alle tecnologie, quali nuove forme di disoccupazione può causare e quali lavori rischiano di scomparire. Lei in verità ha una visione meno pessimista rispetto a noi ragazzi. Le abbiamo chiesto anche se ritiene che l’Intelligenza Artificiale possa aiutare ad abbattere le emissioni di anidride carbonica e a migliorare la qualità dell’ambiente. Carfagna è convinta che possa accadere e che l’Intelligenza Artificiale possa anche ridurre lo sfruttamento sull’uomo da parte di altri uomini”.
L’incontro con Martino “è stato interessante perché abbiamo affrontato il tema delle reazioni delle persone alle scosse di terremoto così frequenti in questo periodo nei Campi Flegrei e abbiamo riflettuto sul contributo che gli assistenti sociali possono dare per aiutare a gestire la paura e le criticità nella vita quotidiana di chi abita lì. Pennacchio ci ha aiutato a ragionare sui cambiamenti in atto nella città e sugli effetti della grande affluenza di turisti per chi abita Napoli ma non è detentore di strutture adibite all’accoglienza e non ha immobili di proprietà. In altri termini, abbiamo parlato del rischio dell’espulsione dei cittadini dai quartieri a causa dell’aumento insostenibile del costo della vita, a cominciare dagli affitti delle case”.
Tema che la studentessa conosce bene, perché si è trasferita da Marina di Camerota a Napoli per frequentare i corsi universitari. “Il prof. Pennacchio – riferisce – ci ha raccontato che lui da fuorisede per una stanza se la cavava con 150 euro. Io ora ne pago 400 per stare a Montesanto e mi è pure andata bene”. Hanno partecipato agli incontri, oltre a Sara De Martino, gli studenti Elisa Schettini, Marica Rega, Erica Rega, Giovanni Uzzauto, Nancy Ammirabile.
Al terzo anno, chiarisce Sara, “siamo in pochi. È vero che molti si immatricolano, ma è vero anche che poi tantissimi abbandonano. Tanti si iscrissero, quando mi immatricolai, perché non avevano superato la prova di accesso a Psicologia, poi hanno compreso che noi studiamo tutt’altro e hanno lasciato perdere. Tra l’altro Servizio Sociale non è una passeggiata: abbiamo 31 esami, non pochi dei quali di Diritto, e siamo obbligati a frequentare nel triennio 300 ore di tirocinio all’esterno e 140 ore di tirocinio in laboratorio”.
Lei è andata avanti nonostante la difficoltà di mantenersi da sola agli studi perché “ho scelto per vocazione e ho trovato quello che mi aspettavo e che desideravo studiare. Imparare per mettersi a disposizione degli altri è un atto di coraggio, ma riempie la vita. Certo, quando ci sei dentro capisci poi che tra l’idealizzazione di un percorso e la realtà ci sono inevitabilmente differenze. Io, per esempio, ho trovato molto stancante il confronto con la burocrazia, che difficilmente funziona come dovrebbe”.
Il primo tirocinio esterno di Sara si è svolto in un centro polifunzionale diurno del quartiere Sanità, che si chiama L’Altra Casa. “È stata una bella esperienza ed è strano, perché ero partita dal presupposto di non voler lavorare con i minori. Il centro ospita bambini e ragazzi di età compresa tra 6 ed 17 anni ed in più organizza laboratori per giovani che provengono dal circuito penale e fruiscono della messa alla prova. È stato formativo e mi è piaciuto. Ora aspetto – torniamo al discorso della burocrazia e delle sue lungaggini e inefficienze – di poter finalmente intraprendere il tirocinio in un Sert di Fuorigrotta, una struttura di riferimento per chi ha problemi di tossicodipendenza. Dopo il tirocinio arriverà la laurea”.
Il futuro? “Non proseguirò negli studi con la Magistrale, quantomeno non lo farò in Italia. Ho l’impressione che la Specialistica sia un po’ la copia di quella Triennale, con qualche approfondimento. Se devo proseguire all’Università, mi piacerebbe andare all’estero per concentrarmi nel percorso di studio su ambiti specifici. Mi interessano in particolare le tematiche relative ai migranti e ai reclusi”. C’è tempo per decidere. “Vero è – precisa la studentessa – che la Laurea Triennale offre già buone opportunità. Permette, superato l’esame di Stato, di iscriversi all’albo come assistenti sociali di base. Si inizia a lavorare sul campo, che poi è quello per cui ho scelto questo percorso. La Specialistica permette di acquisire titoli e competenze per gestire le politiche sociali, che è un lavoro differente”.
Un bilancio della sua esperienza universitaria? “Premesso che non è conclusa, certamente l’esame più bello per me è stato quello di Diritto penitenziario. Il più difficile è stato Principi e fondamenti del servizio sociale”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n. 19-20 – 2024 – Pagina 20