Incontro in Dipartimento con la comunità georgiana

Il 29 maggio nella sede di Scienze Politiche in via Rodinò i professori Francesco Dandolo, delegato del Rettore per le problematiche e le politiche inerenti i migranti e i rifugiati, e Settimio Stallone, docente di Storia delle Relazioni Internazionali e Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze Politiche, hanno incontrato alcuni georgiani che vivono in Campania.

Hanno illustrato le opportunità formative proposte dall’Ateneo, in particolare dal Dipartimento di Scienze Politiche. L’iniziativa è nata in collaborazione con Maka Khakhoshvili, trentottenne georgiana che vive a Napoli da molti anni, iscritta a Scienze Politiche, un riferimento importante per la comunità georgiana partenopea, che conta diverse migliaia di persone, anche in ragione della sua professione di mediatrice culturale.

“L’iniziativa – dice il prof. Dandolo – non è la prima promossa a Scienze Politiche con esponenti di una comunità di immigrati. A gennaio ne organizzammo, ad esempio, una per gli ucraini. Quella era specificamente finalizzata a fornire informazioni sulle opportunità di immatricolazione a Scienze Politiche. Il 29 maggio, invece, abbiamo presentato l’offerta formativa dell’Ateneo. Sulla base delle inclinazioni e delle preferenze comunicateci dai partecipanti all’incontro, cercheremo di metterli in contatto con i docenti che svolgono attività di orientamento nei Corsi di Laurea di riferimento e con il personale amministrativo dei vari Dipartimenti”.

È un tema, quello della formazione universitaria dei migranti, cruciale ai fini della valorizzazione delle potenzialità e delle inclinazioni di chi arriva in Italia da altri Paesi. “Alcuni dei ragazzi che vengono a vivere da noi – sottolinea Dandolo – prima di emigrare frequentavano l’Università o avevano conseguito il diploma. Non pochi manifestano il desidero di iscriversi alla Federico II. Affinché si realizzi, però, vanno messe in campo diverse strategie. Sostegno economico, laddove possibile, attraverso borse di studio.

Insegnamento della lingua, per esempio attraverso i corsi di italiano per stranieri che propone ormai da molti anni la Comunità di Sant’Egidio. Assistenza nell’espletamento delle non sempre facili pratiche burocratiche finalizzate ad ottenere il riconoscimento del percorso universitario interrotto nel Paese di origine o del diploma di scuola superiore lì conseguito”.

È un percorso di accompagnamento fondamentale per i migranti e per il Paese che li accoglie, perché la disponibilità di persone formate, culturalmente attrezzate, appagate nelle loro aspirazioni è un fattore di sicuro successo ai fini dell’integrazione nella società italiana. “La presenza migrante – precisa il prof. Dandolo – è articolata nella scuola, nelle università e nelle strutture sociali. Molti più di quanto appaia dai dibattiti mediatici e televisivi. È interessante sottolineare che c’è un ringiovanimento complessivo di questa presenza. L’idea che sta alla base dell’iniziativa che si è svolta a maggio è che tutti questi ragazzi rappresentano una risorsa”.

Il principale ostacolo è la burocrazia

La storia della trentottenne Maka Khakhoshvili è una testimonianza di impegno e di tenacia che certamente può essere di esempio per i giovani migranti interessati a frequentare l’Università. “Sono venuta in Italia da sola – racconta – nel 2007. Avevo venti anni. In Georgia avevo frequentato per 4 anni un Corso di Laurea equivalente a Scienze Politiche, poi mi ero trasferita in Germania per un programma di studio. Da lì sono passata in Italia, perché cercavo prospettive migliori rispetto a quelle che avrei avuto nel mio Paese”.

Non è stato un percorso facile il suo. “All’inizio – ricorda – l’impatto con la realtà napoletana è stato duro. Mi ha aiutato imparare l’italiano alla scuola della Comunità di Sant’Egidio. Ho frequentato poi diversi corsi di formazione ed ho iniziato a lavorare come mediatore culturale. Nel 2024 ho deciso di ricominciare il percorso di studi che avevo intrapreso in Georgia”. Maka si è dunque immatricolata a Scienze Politiche. “Gli ostacoli principali per un migrante interessato alla vostra Università – spiega – sono di carattere burocratico. Non è facile il riconoscimento degli esami sostenuti in patria. Io alla fine sono riuscita ad averlo e questo mi ha dato una spinta in più per andare avanti con passione”.

In qualità di cofondatrice della Biblioteca georgiana presso la cooperativa Dedalus, la studentessa lavoratrice ha avuto modo di confrontarsi con tanti suoi connazionali i quali, proprio come è capitato a lei, hanno voglia e volontà di intraprendere gli studi universitari o di riprendere quelli che hanno interrotto nel loro Paese. “Per questo – dice – insieme ai professori Dandolo e Stallone abbiamo pensato che sarebbe stato molto utile incontrare i miei connazionali in Dipartimento. C’era interesse e me ne sono accorta dalla circostanza che, da quando ho scritto sui social di questa idea, sono stata contattata da almeno 200 persone. La comunità georgiana ha grande necessità di informazioni, anche perché non abbiamo un nostro consolato a Napoli”.

In città la zona di Porta Capuana, dove c’è una chiesa ortodossa, è uno dei punti di ritrovo degli immigrati georgiani. I quali, sottolinea Khakhoshvili, come tutti gli altri migranti incontrano notevole difficoltà ad ottenere un regolare contratto di affitto. “È un problema serio – spiega – perché se uno lavora e, grazie al contratto di lavoro, ammesso che lo abbia, vuole essere regolarizzato, ha bisogno della residenza. La quale, però, non si può avere senza un regolare contratto di affitto”. In questo contesto si è sviluppato anche un mercato clandestino. C’è chi lucra sul bisogno dei migranti e capita che ci sia chi si propone di vendere un certificato di residenza per un migliaio di euro.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n. 10 – 2025 – Pagina 25

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