La Costituzione entra in carcere grazie al Polo Penitenziario Universitario (P.U.P.) della Federico II nel primo appuntamento che segna la ripresa del ciclo di incontri “Valiamo la pena”. Il progetto, iniziato ad ottobre in una Casa Circondariale notoriamente complessa come quella di Poggioreale, rappresenta un abbraccio della comunità federiciana che vuole includere anche chi l’università non la frequenta o non la può frequentare (non tutti i carcerati possono iscriversi ad un Corso di Laurea, chi perché non ha il diploma, chi perché non ha un tempo di pena da scontare ancora abbastanza lungo per frequentare il percorso universitario).
Il Polo, e soprattutto l’Ateneo, però, hanno una missione: “creare opportunità alla luce delle vastissime competenze che l’Ateneo esprime” e sfruttarle in nome di quel “diritto allo studio” che “l’università dovrebbe assicurare a tutti”, spiega la prof.ssa Marella Santangelo, Direttrice del Dipartimento di Architettura e Delegata del Rettore al P.U.P., che sottolinea come, soprattutto quando si parla di carcere, un tema importante è sempre quello del tempo: “ne hanno tanto a disposizione, spesso vuoto, e ci si chiede come riempirlo in modo che sia utile alla loro crescita e maturazione”.
Per questo, “vogliamo che diventi una consuetudine la possibilità di riflettere su alcuni temi e promuovere momenti di incontro e confronto”. Il 12 febbraio, dunque, si è tenuta una Lectio Magistralis del prof. Sandro Staiano, sul tema dell’art. 5 della Costituzione, e della prof.ssa Francesca Galgano e della dott.ssa Gaia Tessitore, su “La Costituzione in carcere”. Entrambe destinate ai detenuti del ‘Padiglione Avellino’, sottoposti all’”Alta Sorveglianza”. Per l’occasione, spiega la dott.ssa Bianca Florio dell’Area Didattica e Segreteria Studenti del P.U.P., curatrice dei seminari, “abbiamo richiesto al Senato delle copie della Costituzione da distribuire ai detenuti”.
Un tema scelto non a caso: “Spesso chi si trova in carcere non conosce affatto la nostra Carta fondamentale e questo è un modo per far sì che si abbia contezza di come la Costituzione intenda i diritti e situazioni come quella della detenzione, che è un tempo in cui molti diritti vengono negati”, continua la prof.ssa Santangelo.
I seminari che andranno in scena fino ad aprile sono stati pensati cercando di assecondare le esigenze del carcere segnalate dalla direzione, gli incontri sono stati associati ai vari padiglioni e alle persone che li popolano. Il tutto grazie alla partecipazione di tanti Dipartimenti e di docenti. Tra le attività c’è il Laboratorio musicale dei professori Paolo Tortiglione e Giuseppe Galiano, iniziato già ad ottobre, durante il primo ciclo di incontri, e destinato al ‘Padiglione Genova’. Qui si trovano coloro che hanno commesso reati sessuali e, dunque, non possono intrattenere rapporti con altri detenuti. “Ogni due settimane facciamo un lavoro di ascolto di brani al computer – racconta la dott.ssa Florio – Abbiamo anche portato degli strumenti e i ragazzi di Studi Umanistici hanno donato al Padiglione una pianola con cui i detenuti possono suonare e ascoltare musica”.
In partenza, poi, c’è ‘Cinema-diffusione’ con i professori Matteo Palumbo e Bernardo De Luca: grazie alla filodiffusione audio e video, si potrà trasmettere un film in tutto il carcere che i detenuti, collegandosi con il televisore della loro cella, potranno vedere in contemporanea per poi discuterne a gruppi in dei seminari. In programma anche ‘Riflessioni sulle origini dell’aggressività tra scienza e coscienza’ con i professori Mariano Stornaiuolo e Sole Alba Zollo e ‘Il digital divide in carcere’ con il prof. Giovanni Chiola e rivolto a ragazzi che hanno già seguito un PON di Informatica. Ancora, ‘La storia della città di Napoli, patrimonio dell’umanità’ con il prof. Massimo Visone e poi ‘Poesia e detenzione’, con il prof. Bernardo De Luca. Dulcis in fundo, ‘Fotovoltaico e scienza energetica’ con il prof. Pierluigi Guerriero.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n. 3 – 2025 – Pagina 5