“L’innovazione nasce dove c’è coraggio”

L’Aula Magna ‘Leopoldo Massimilla’ ha ospitato, il 6 maggio, un evento di rilievo per i mondi accademico e industriale: un seminario tecnico-scientifico che ha visto protagonisti i futuri ingegneri e il gruppo Fincantieri, azienda simbolo della cantieristica navale italiana e mondiale. L’iniziativa è stata guidata dal prof. Tommaso Coppola, docente di Costruzioni e impianti navali, che ha aperto i lavori sottolineando l’importanza di promuovere occasioni di dialogo tra università e impresa, soprattutto su temi cruciali come l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale.

I saluti iniziali sono stati affidati al prof. Nicola Bianco, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale, il quale ha evidenziato come oggi non si possa parlare di ingegneria senza menzionare l’intelligenza artificiale, ormai protagonista di ogni convegno tecnico. “Al di là della moda, è una tecnologia che ha avuto un impatto enorme sulle nostre vite in pochissimo tempo”, ha spiegato, ricordando che dietro l’intelligenza artificiale deve sempre esserci l’intelligenza umana. Un messaggio chiaro e forte rivolto agli studenti, un invito a mantenere uno spirito critico e vigile nel confronto con le nuove tecnologie.
Tra gli interventi più attesi quello dell’ing. Luigi Matarazzo, direttore generale della Divisione Navi Mercantili di Fincantieri.

Tornato nei luoghi dove si è formato, Matarazzo ha raccontato con emozione il proprio percorso professionale iniziato proprio alla Federico II, dove 34 anni fa era uno studente tra i banchi dell’Ateneo. “È grazie al rapporto con i colleghi e con i professori se oggi posso raccontare un’esperienza fatta di crescita, ruoli diversi e sfide continue”, ha dichiarato. Illustrando la missione dell’azienda, ha usato l’espressione “future on board”, ovvero portare a bordo il futuro.

Dalle navi da crociera alla ricostruzione del Ponte Morandi

Ha spiegato come questo avvenga attraverso l’adozione di nuove tecnologie, con un occhio sempre attento alla sostenibilità ambientale. Con l’aiuto di slide ha mostrato numeri significativi: Fincantieri è leader mondiale nella costruzione di navi da crociera e fornisce imbarcazioni anche alla Marina Militare e ad armatori esteri. “Noi non siamo un’azienda che viene comprata: siamo noi a comprare all’estero”, ha affermato con orgoglio, sottolineando il valore del made in Italy.

Circa l’80% di ciò che viene installato a bordo delle navi da crociera è prodotto in Italia. “Questo è possibile grazie alla nostra capacità di essere globali partendo da solide radici locali”, ha aggiunto. Un ulteriore fiore all’occhiello è la partecipazione alla ricostruzione del Ponte Morandi, testimonianza del ruolo di Fincantieri anche nella progettazione di opere infrastrutturali complesse.
A parlare del cuore umano dell’azienda è stata l’ing. Elisa Olivier, responsabile della Talent Acquisition, Learning & Development e Talent Management. Olivier ha messo al centro del suo intervento le persone, ribadendo che “Fincantieri è grande grazie alle donne e agli uomini che la compongono”. Ha raccontato come quattro generazioni lavorino fianco a fianco, in un ambiente dove l’entusiasmo dei giovani si mescola all’esperienza dei veterani.

A rendere l’azienda ancora più unica è anche la presenza di più di sessanta nazionalità tra i dipendenti. Grande attenzione è posta anche ai valori dell’inclusione, della disabilità e alla lotta contro i pregiudizi, valorizzando le differenze e i bisogni di ciascuno. “Ogni giorno si fa la differenza, ma tutti insieme”, ha detto. Ha poi fornito dati interessanti sull’organico: ogni anno Fincantieri assume circa 1.000 persone, con un’età media aziendale di 45 anni, che si abbassa a 34 tra le nuove assunzioni del 2024. Un segno tangibile di una realtà aziendale dinamica, pronta ad accogliere nuove generazioni e ad evolversi.

Un’importante riflessione è stata offerta dall’ing. Pierluigi Punter, direttore della progettazione per la Divisione Navi Mercantili, che ha spiegato come sia cambiato l’approccio progettuale dell’azienda. “Una volta progettavamo e costruivamo navi e lì finiva il nostro lavoro. Ora ci siamo chiesti: chi conosce meglio la nave se non noi? Così abbiamo deciso di digitalizzare i processi e seguire le navi anche dopo la consegna”. Questo nuovo approccio consente un controllo più efficace dei dati e dei processi e apre la strada a un utilizzo più consapevole delle tecnologie digitali.

L’ing. Giulia Capozzi, responsabile del Miglioramento continuo di strumenti e processi per l’ingegneria, ha evidenziato come le navi di oggi siano naturalmente più complesse perché anche più tecnologiche. “In realtà – ha osservato – la nave è da sempre un oggetto carico di automazione. Oggi però la sfida è saper integrare l’intelligenza artificiale nei processi lavorativi, sempre con attenzione e responsabilità”. Ha ricordato che l’ingegnere è responsabile di ciò che firma, anche dal punto di vista legale, e che per questo l’IA deve essere sempre monitorata e controllata. L’innovazione, ha detto Capozzi, nasce dove c’è coraggio.

“Innovare è come saltare: ti butti o non ti butti? Ecco perché servono responsabilità e coraggio, ma soprattutto serve il contributo di tutti”. Ha infine fatto un paragone con il contesto occidentale, dove – a differenza di altri Paesi come la Cina – l’algoritmo non decide per l’uomo, ma è l’uomo a prendere le decisioni grazie ai dati forniti dall’IA. “Noi diamo le regole, chiediamo conferma, l’IA ci supporta, ma non ci sostituisce”.

Colloqui conoscitivi con gli studenti

Il prof. Coppola ha chiuso il seminario con una riflessione suggestiva, ispirata da un’esperienza personale. Ha raccontato di aver tentato di inquadrare le Frecce Tricolori con la fotocamera del cellulare, ma erano troppo veloci per essere messe a fuoco. “Così è l’intelligenza artificiale: mentre cerchiamo di capirla, lei è già oltre”. Una metafora potente, che esorta studenti e professionisti a restare sempre aggiornati, a non adagiarsi, a non perdere il passo dell’innovazione.

La giornata si è conclusa con un’opportunità concreta: agli studenti della Federico II è stata data la possibilità di sostenere colloqui conoscitivi con il team HR di Fincantieri, accorciando simbolicamente e concretamente la distanza tra università e impresa. Un’occasione preziosa per molti giovani che non sono ancora laureati ma già considerati potenziali risorse da un’azienda di respiro internazionale. Una conferma, questa, della qualità e dell’efficacia della formazione offerta dalla Federico II, che si conferma ancora una volta un polo attrattivo per l’industria e un incubatore di eccellenze.
Lucia Esposito
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Ateneapoli – n. 9 – 2025 – Pagina 11

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