Lotta biologica ai patogeni delle piante

Molti, quando vedono un insetto ronzare intorno, avvertono come primo istinto, per fastidio o timore, quello di allontanarlo con un colpo di mano. C’è invece chi gli insetti li studia e cerca di carpirne i segreti per proteggere le piante e l’ambiente in cui viviamo. Le ricerche condotte dal prof. Francesco Pennacchio e dal suo gruppo di ricerca di Entomologia sono tra i fiori all’occhiello di una Scuola, quella di Portici, la cui lunga tradizione negli studi agrari affonda le sue radici nella seconda metà dell’800 e ha visto il succedersi figure scientifiche del calibro di Filippo Silvestri o Antonio Berlese. Laureato proprio alla Facoltà di Agraria nel 1984, il prof. Pennacchio ha dato forza ai suoi studi e alla sua passione prima attraverso un dottorato di ricerca in Entomologia, sempre a Portici, e poi attraverso un ‘obbligatorio’ periodo di studi all’estero, con un post-dottorato negli Usa presso la Texas A&M University, Department of Entomology, dal 1989 al 1991. “In Texas ho avuto modo di approfondire i miei studi sulla fisiologia di insetti utili nella lotta biologica – racconta il docente, sottolineando l’importanza dell’interazione tra le diverse realtà scientifiche – La globalizzazione non è solo un fenomeno economico, ma anche  scientifico. Avere la possibilità di confrontarsi, in contesti diversi, su temi di interesse comune, scoprire metodologie e tecniche nuove, ti aiuta a capire come funziona e a che punto si è altrove, e ti dà un qualcosa in più, un bagaglio da portarsi dietro”. 
Attualmente ordinario di Entomologia al Dipartimento di Agraria, il prof. Pennacchio concentra da anni i suoi studi sulla protezione delle piante dagli insetti dannosi, contribuendo allo sviluppo di conoscenze di base sugli antagonisti naturali. “Questo settore di ricerca – spiega – ha raggiunto a Napoli risultati di eccellenza internazionale anche nel campo della Patologia Vegetale, grazie alla presenza presso il Dipartimento di Agraria di un attivo gruppo di ricerca coordinato dal prof. Matteo Lorito, che da lunghi anni si occupa con grande successo di lotta biologica ai patogeni delle piante. L’integrazione fra questi due ambiti disciplinari della difesa delle piante e la stretta collaborazione con il CNR rendono la sede di Portici uno dei punti di riferimento scientifico internazionale, dove lavorano attivamente un cospicuo numero di ricercatori”. Su queste ricerche sono attualmente impegnate circa 20 persone tra dottorandi, assegnisti di ricerca, ricercatori, associati, ordinari e tecnici, “figure essenziali per lo svolgimento del lavoro”. 
L’obiettivo comune è limitare l’uso di pesticidi chimici in agricoltura, apprendendo dalla natura e imitando le sue difese, in modo da intervenire con il più basso impatto ambientale: “La sfida è quella di riuscire a sviluppare strategie di controllo degli insetti e patogeni dannosi alle piante basati sull’uso di antagonisti naturali e/o di tecnologie in grado di riprodurre la loro azione di contenimento degli organismi dannosi. È un approccio logico al problema che punta al controllo ecosostenibile di insetti e patogeni limitando al massimo l’uso di sostanze chimiche di sintesi. Proteggere le piante, inquinando meno, significa avere un ambiente più pulito e cibo più sano. L’uso di sostanze chimiche – aggiunge – non è immediatamente annullabile, bisogna essere realistici, ma vi è un grande sforzo, non solo del mondo scientifico ma… (continua)
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 6/2016)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
 
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