Una decina di studenti dei vari Corsi di Laurea di Architettura federiciani (Triennali, Magistrali e a ciclo unico) e in Architettura della Ozyegin University di Istanbul stanno concludendo lo sviluppo, mentre Ateneapoli va in stampa, di progetti sull’ingresso di Porta Anfiteatro degli scavi di Pompei.
“Un punto delicato – sottolinea la prof.ssa Federica Visconti, che insegna Composizione Architettonica – dove si fronteggiano il recinto archeologico e la città dell’oggi. Un punto dove bisogna gestire la relazione”.
La docente e il prof. Renato Capozzi partecipano al seminario che è iniziato il 29 marzo e si conclude il 4 aprile. “L’iniziativa è nata – spiega Visconti – nell’ambito di un progetto molto più ampio che è coordinato dalla prof.ssa Valeria Costantino (Delega del Rettore ai Progetti Erasmus e docente di Chimica organica a Farmacia, n.d.r.) ed è finanziato per 1,8 milioni con i fondi del Pnrr. Si chiama SULIEIA e coinvolge quasi tutti i Dipartimenti dell’Ateneo, insieme ad altri del Mezzogiorno.
È nato per sviluppare modalità innovative di didattica, con un occhio all’internazionalizzazione ed un focus sulle questioni di genere”.
Prosegue Visconti: “Nell’ambito di SULIEIA, che prevede molteplici attività, ogni Dipartimento ha candidato attività didattiche in collegamento con i propri partner del progetto. Nel nostro caso, con la Ozyegin University. Oggi loro sono qui per Pompei e ad ottobre noi andremo a Priene”.
Quest’ultima era una città greca dell’Asia minore sulle anse del fiume Meandro. Le sue rovine, ben conservate, si trovano attualmente in territorio turco.
Ma cosa hanno fatto tra fine marzo ed inizio aprile i partecipanti al workshop? Il 29 marzo la giornata è stata dedicata all’accoglienza. “Abbiamo raccontato agli studenti – dice la prof.ssa Visconti – perché è importante che gli architetti lavorino sull’archeologia. Le ragioni sono due. La prima è che a volte bisogna migliorare gli accessi ai siti. La seconda è che capire le forme della città antica è una lezione di architettura”.
Domenica 30 marzo italiani e turchi sono stati per diverse ore a Pompei, hanno visitato gli scavi ed hanno preso visione dell’ingresso di Porta Anfiteatro. “Da lunedì poi – va avanti la docente – siamo andati in aula per sviluppare progetti. Gli studenti sono stati divisi in 3 gruppi misti, composti da allievi federiciani e dell’università turca. Hanno elaborato tre alternative che hanno poi presentato ad un gruppo di docenti ed esperti”. Il soggiorno a Napoli dei ragazzi e dei professori provenienti da Istanbul è stato coperto con il finanziamento del progetto SULIEIA.
La stessa cosa avverrà per gli allievi ed i docenti della Federico II che in autunno si recheranno in Turchia. “Non è stato facile trovare una sistemazione per i nostri ospiti – dice Visconti – ma alla fine siamo riusciti a collocarli in un bed and breakfast a Santa Lucia, non lontano dalla sede del Dipartimento di via Forno Vecchio dove si è svolto il workshop”.
Gli aspetti più interessanti dell’esperienza per gli studenti? “Credo che abbiano apprezzato molto la possibilità di confrontarsi con gli studenti di Architettura di un altro Paese e sia stato importante lo stimolo a progettare in un arco temporale molto breve. In genere i nostri studenti partecipano a laboratori di Progettazione che durano un intero semestre. In questo caso si sono immersi a tempo pieno in un lavoro che si è protratto per pochi giorni ed è stato molto intenso. Senza dubbio un allenamento importante per tutti. Sono stati chiamati a dare una risposta rapida ad una richiesta progettuale, sia pure ad un livello di approfondimento non elevatissimo”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n. 6 – 2025 – Pagina 18