“Non è un’accademia di cucina, ma un Corso sulla filiera gastronomica”

Scienze Gastronomiche Mediterranee conferma il limite di 50 immatricolazioni per l’anno accademico 2024/2025. “I candidati – dice il prof. Raffaele Sacchi, Coordinatore del Corso di Laurea Triennale nato nel 2018 – saranno selezionati attraverso un test che si svolgerà il 6 settembre. La prova è a risposta multipla, i quesiti sono 50 su Logica, Comprensione del testo, Livello base di inglese, Cultura generale in gastronomia. Negli ultimi anni hanno partecipato al test tra 100 e 150 candidati. Per prepararsi è utile leggere molto, informarsi tramite i quotidiani. In particolare sui temi relativi alle scienze gastronomiche. È fondamentale poi esercitarsi sui test che sono stati proposti nelle precedenti edizioni della prova selettiva. Si possono trovare sul sito internet del nostro Corso di Laurea”.
In altri Atenei italiani Corsi di Laurea in Scienze Gastronomiche hanno recentemente eliminato il numero programmato ed aperto le porte a chiunque sia interessato. “Noi abbiamo mantenuto il limite di 50 immatricolazioni – motiva la scelta il prof. Sacchi – perché proponiamo un Corso che ha un contenuto pratico e applicativo molto significativo e perché aule e laboratori hanno capienza limitata. Abbiamo valutato che sia il numero adatto affinché si possa garantire ad ogni studente il percorso di qualità e l’attenzione ai quali ha diritto. Aggiungo che inizialmente le classi del primo anno erano formate in maggioranza da persone più grandi, che si erano iscritte quando lavoravano. Ora per lo più si immatricolano neodiplomati. L’età media dei nostri nuovi iscritti si è notevolmente abbassata”.
Sono circa 90 i laureati che sono usciti finora dalle aule e dai laboratori di Scienze Gastronomiche Mediterranee. “Molti hanno proseguito con un Corso di Laurea Magistrale presso il nostro Dipartimento – in Scienze e Tecnologie Alimentari oppure in Sustainable Food Systems – oppure in altri Dipartimenti o Atenei. Quelli che si sono fermati alla Laurea Triennale l’hanno impiegata per migliorare le posizioni lavorative che già avevano quando si erano iscritti o per avviarne una nuova. Ci sono stati proprietari di attività di ristorazione che con le competenze acquisite hanno modificato o addirittura trasformato radicalmente l’organizzazione e la proposta della loro attività commerciale. Altri hanno trovato impiego nella divulgazione o nel management delle aziende alimentari”.
Un aspetto che Sacchi tiene a sottolineare, per sgomberare il campo dagli equivoci ed evitare di ingenerare false aspettative, è che Scienze Gastronomiche Mediterranee non è un percorso per diventare chef. Chiarisce: “Non è un’accademia di cucina, ma un Corso sulla filiera gastronomica, in cui c’è anche una parte di laboratorio. Si va anche in cucina, ne abbiamo una in sede, si impara come gestirla anche nell’ottica della sicurezza, dell’igiene, degli approvvigionamenti, ma si studiano gli alimenti nelle loro caratteristiche chimiche e nutrizionali, negli aspetti culturali del cibo legati al territorio, nella comunicazione, nella gestione aziendale della ristorazione”. Il che, prosegue il docente, “non esclude che chef anche molto noti siano coinvolti in diverse attività del Corso. Seminari, laboratori, tirocini, visite nelle loro cucine e quant’altro”.
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Guida Universitaria – Pagina 72

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