“Il tecnologo alimentare è il professionista con conoscenze e competenze che gli permettono di monitorare, controllare ed elaborare i processi di produzione, di conservazione, di imballaggio dei prodotti alimentari industriali, nonché i processi di riciclo degli scarti”, spiega il prof. Pasquale Ferranti, Coordinatore dei Corsi di Laurea Triennale in Tecnologie Alimentari e Magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari. La Laurea Triennale “è stata negli ultimi anni la più numerosa per nuovi iscritti tra i Corsi omologhi in Italia. Ci siamo attestati su circa 170 immatricolati l’anno. È un risultato che si giustifica sulla base della spendibilità nel mondo del lavoro. A tre anni dal conseguimento della Laurea Magistrale – proseguono gli studi quasi tutti i laureati Triennali e fanno benissimo – il 90% dei nostri studenti ha trovato lavoro”.
Quello dell’industria alimentare, d’altronde, è un settore che si sviluppa continuamente: “Le nuove frontiere sono legate alla realizzazione e alla produzione di nuovi alimenti, per esempio derivati da alghe o da funghi. Sono sfide particolarmente affascinanti, che vanno affrontate anche in nome della sostenibilità ambientale, ma presuppongono ovviamente controlli adeguati relativamente agli aspetti nutrizionali dei prodotti”. L’industria alimentare è uno dei settori che assorbe buona parte dei laureati Magistrali. “Il Corso ha in atto diverse intese e collaborazioni finalizzate allo svolgimento di tirocini – che sono obbligatori per gli studenti della Magistrale e per un totale di 100 ore – nelle aziende.
Abbiamo organizzato un incontro in primavera con diverse aziende e con l’Ordine dei tecnologi alimentari per stringere ulteriori collaborazioni e per concordare miglioramenti agli accordi di tirocinio già in essere”. Non sono solo le aziende, peraltro, ad assorbire i laureati. “Da poco più di un anno le Aziende sanitarie locali stanno emanando bandi che prevedono tra i requisiti proprio il possesso della Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari. Alcuni laureati, inoltre, trovano spazio in enti di ricerca pubblici e privati, in enti di controllo e di vigilanza”.
Il primo anno della Triennale è quasi interamente dedicato agli insegnamenti di base: Matematica, Fisica, Chimica e Biologia. “Gli immatricolati – sottolinea il prof. Ferranti – non vedono le tecnologie alimentari e un po’ se ne dispiacciono. Devono, però, stringere i denti ed acquisire le basi. Poi, a partire dal secondo anno, la scena cambia: Produzioni animali, Produzioni vegetali, Microbiologia. Nel terzo ed ultimo anno fanno sostanzialmente quasi solo laboratorio.
La fatica iniziale è dunque ben ripagata”. Conclude con una raccomandazione specifica relativa ai tirocini: “È molto importante che la scelta avvenga sulla base di una valutazione e che non sia condizionata dalla comodità o dalla vicinanza dell’azienda alla propria residenza. I tirocini sono un’esperienza formativa fondamentale, perché quello è il momento nel quale ci si confronta per la prima volta con le esigenze di realtà produttive nelle quali ci si potrebbe trovare un giorno a lavorare. Per questo vanno affrontati con molta serietà e vanno sfruttati nel migliore dei modi possibili. Durante l’incontro con le aziende che si è svolto qualche mese fa abbiamo ospitato diversi nostri ex studenti i quali ci hanno raccontato di aver trovato lavoro proprio nell’impresa dove avevano svolto il tirocinio”.
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Guida Universitaria – Pagina 72
Nuovi alimenti: “sfide particolarmente affascinanti” anche in nome della sostenibilità
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