Un Corso per chi ama il mondo del vino

40 ammessi a Viticoltura ed Enologia

Il mondo del vino, con tutto ciò che ruota intorno ad esso – coltivazione e varietà di uva, produzione, comunicazione, valorizzazione dei marchi e delle etichette, profumi e sapori – è al centro del Corso di Laurea Triennale in Viticoltura ed Enologia, che si appresta a diventare maggiorenne, perché fu attivato alla Federico II 17 anni fa. “Siamo a numero chiuso – ricorda la prof.ssa Angelita Gambuti, Coordinatrice del Corso – e nel prossimo anno accademico saranno ammessi 40 immatricolati (con una riserva di 5 posti per studenti stranieri extracomunitari), domande entro il 6 settembre. È a numero chiuso anche la Magistrale in Scienze Enologiche, il proseguimento della Triennale. Per essa nel prossimo anno accademico 20 immatricolati più una riserva di 5 posti per stranieri non residenti nell’Unione Europea”.
Non è previsto alcun test, però, per selezionare gli immatricolati alla Triennale. “Determina l’accesso il voto del diploma della scuola superiore. In genere, riceviamo un numero di candidature leggermente superiore a quello dei posti disponibili. Gran parte dei nuovi iscritti sono freschi diplomati. C’è poi in media ogni anno un dieci per cento di immatricolati che è costituito da persone più grandi, magari già proprietarie di aziende vitivinicole, le quali vengono a studiare da noi per migliorarsi e perfezionare le proprie competenze”.
Una caratteristica del percorso, sottolinea la docente, “è che abilita, in virtù della normativa che risale al 1991, alla professione di enologo. È il professionista che cura le diverse fasi della produzione del vino”. Il primo anno: “prevede le materie di base, che sono Matematica, Fisica, Chimica, Genetica, Botanica. C’è però anche il Laboratorio di Analisi chimica del vino, che curo io. Nel secondo anno gli studenti affrontano le materie caratterizzanti più specifiche”.

L’aglianico della cantina federiciana

Fondamentale nel percorso didattico è il tirocinio. “La Laurea Triennale – chiarisce la prof.ssa Gambuti – prevede per questa attività 10 crediti formativi. Quella Magistrale 4. Abbiamo intese e collaborazioni con una cinquantina di aziende vitivinicole in Italia e con qualcuna all’estero. È capitato, infatti, anche che qualche laureando abbia frequentato il tirocinio all’estero”. Una particolarità del Corso è che gestisce una cantina nella quale ogni anno si produce un vino con l’etichetta che richiama la pergamena della Federico II: “Quest’anno ci siamo dedicati all’aglianico. Cambiamo sempre. Ci divertiamo”.
È una comunità piccola, quella dei cultori del vino del Corso di Laurea, che si incontra ad Avellino, dove si svolgono lezioni e laboratori e nella quale ci si conosce tutti. “Non siamo tanti – conferma la docente – e i professori ricordano il nome di ogni studente. C’è un ottimo rapporto, anche grazie alla collaborazione del rappresentante degli studenti”. Gli iscritti provengono dall’Irpinia, dal Napoletano – “Avellino è molto ben servita dai bus che partono da Napoli e fermano proprio davanti all’Università” – e da altre zone della Campania. “Abbiamo poi ogni anno alcuni fuorisede. Pugliesi, siciliani, abruzzesi, molisani, lucani”.
Si lavora con la laurea? “Se parliamo della Magistrale, il livello di occupazione è più che soddisfacente. In alcuni anni siamo arrivati al 70% a dodici mesi dal conseguimento del titolo. Peraltro anche la Laurea Triennale offre buone opportunità, proprio perché consente di acquisire un titolo finito come quello di enologo”.
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Guida Universitaria – Pagina 73

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