Palco libero: una jam session di emozioni, suoni e parole

Una jam session di emozioni, suoni e parole il 22 maggio, dalle 15 alle 19, nel Chiostro di Porta di Massa. È tornato, come da tradizione a fine maggio, Palco libero, l’evento conclusivo del seminario Scritture in Transito, coordinato dalla prof.ssa Silvia Acocella, docente di Letteratura Contemporanea.

Un appuntamento molto atteso, che mette al centro la libertà di espressione in tutte le sue forme: musica, voce, versi, performance improvvisate. “Molti dei nostri studenti sono musicisti, cantautori, interpreti, performer – racconta la prof.ssa Acocella – e noi sentiamo il dovere di offrire loro uno spazio autentico, libero. Un luogo in cui arte e parola si incontrano senza filtri, dove si celebra la bellezza, tutta la bellezza possibile. Questo è il senso profondo del nostro seminario: inclusione, pluralità, ascolto reciproco”.

Nel porticato, trasformato per l’occasione in un vero e proprio palcoscenico, si alternano studenti, gruppi musicali, artisti di strada, cantautori, poeti. Tra le voci protagoniste anche quelle dei Poeti del Diverbio, una realtà emergente del territorio aversano che lavora sulla poesia orale e la scrittura performativa.

Ognuno porta con sé un mondo: c’è chi debutta per la prima volta davanti a un pubblico con la voce tremante, chi lancia un grido contro la guerra, chi si affida a una ballata per raccontare qualcosa di sé. Il pubblico ascolta con attenzione, partecipa con calore, applaude, incoraggia. Il Chiostro si trasforma, per qualche ora, in un teatro vivo, un laboratorio condiviso, un’oasi in cui le ansie da esame si sciolgono nella musica e nell’incontro.

“Il nostro Palco libero non è solo un evento, è un rituale collettivo – sottolinea Acocella – un modo per ritrovarsi, per uscire dalla dimensione del giudizio, dell’esercizio accademico, e riconnettersi a ciò che siamo davvero: esseri umani che scrivono, che cantano, che cercano di raccontarsi”. Tra chi si esibisce c’è anche Carlo, studente di Lettere Moderne: “È un’occasione magnifica quella che ci offre la Federico II, un’università a cui sono fiero di appartenere. Possiamo far emergere le nostre voci, dare spazio alle passioni che coltiviamo tra una lezione e l’altra. La cultura non si limita ai libri: è anche musica, arte, condivisione. E il nostro Dipartimento riesce sempre ad ascoltarci”.

“È stato bellissimo – racconta Rebecca, studentessa di Filologia Moderna – ascoltare alcuni dei miei brani preferiti reinterpretati dai miei compagni, e poi scoprire voci nuove di artisti emergenti che condividono con me gli stessi corridoi, gli stessi esami. Un’emozione unica”. Poi riflette: “A volte perdiamo di vista l’essenziale: noi studenti siamo giovani con dei sogni, desideri e fragilità. E spesso l’università ci abitua alla competizione, al confronto continuo. Ma giornate come questa ci ricordano che si può costruire qualcosa di diverso, grazie all’arte. Qui oggi c’è stata unione, umanità. Un qualcosa che non va mai sottovalutato né dato per scontato”.
La bellezza salverà il mondo? Gli studenti di Studi Umanistici sembrano esserne convinti.
Giovanna Forino
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Ateneapoli – n. 10 – 2025 – Pagina 21

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