Un premio per il poster presentato durante il congresso MYCS 2024 organizzato a metà novembre dal Gruppo Giovani della Società Chimica Italiana. Se lo è aggiudicato Manuel Emanuele, ventottenne studente della Laurea Magistrale in Scienze Chimiche, per la presentazione del suo progetto di tesi dal titolo ‘Structural and electronic features of Prussian Blue analogues for application in energy storage devices’, che svolge sotto la supervisione della dott.ssa Arianna Massaro e della prof.ssa Ana B. Muñoz-García. Per lui 150 euro e tanta soddisfazione. “Il congresso – racconta lo studente – era organizzato per riunire giovani ricercatori e studenti. Prevedeva presentazioni orali e poster. Io ho partecipato per i poster. Ho cercato di illustrare in maniera abbastanza semplice il lavoro che sto conducendo nell’ambito della preparazione della Laurea Magistrale. Ho constatato di aver suscitato molta curiosità. Si sono fermate diverse persone a chiedere informazioni e a porre domande”.
L’argomento: quelle delle proprietà elettriche del Blu di Prussia. Tema sul quale Manuel sta lavorando anche per la tesi. Spiega lo studente: “Il Blu di Prussia è un pigmento scoperto molti anni fa ed utilizzato per colorare ad esempio le vernici. Più recentemente si è visto che ha una struttura molto particolare e potrebbe essere impiegato nelle batterie al potassio e al sodio che sostituiranno quelle agli ioni di litio. Sto svolgendo studi sulle proprietà elettroniche del materiale e sul suo comportamento in quelle che potrebbero essere le batterie del futuro”.
La ricerca che lo sta impegnando è un cambio di traiettoria non da poco rispetto alla tesi di Laurea Triennale. “Quella – ricorda Manuel – era sulla chimica inorganica e sui polimeri. Poi mi sono molto appassionato al nuovo tema ed ho trovato il gruppo di ricerca del prof. Michele Pavone che svolge studi proprio sui sistemi innovativi di accumulo dell’energia”. Entra nei dettagli: “Le batterie tradizionali sono al litio, un materiale piuttosto raro, l’utilizzo del quale ha costi abbastanza elevati per la necessaria purificazione ed un impatto ambientale non trascurabile. Sodio e potassio sono molto più abbondanti e sono distribuiti in maniera molto più uniforme del litio. Fattori che rendono preferibile il loro utilizzo per le batterie”.
Riflette: “La questione è strettamente connessa alla possibilità di produrre energia da fonti rinnovabili. Sole e vento sono per loro natura discontinui e dunque gli impianti eolici e solari necessitano di sistemi di accumulo dell’energia. Batterie, appunto. Esistono già diverse centrali di accumulo, ma impiegano batterie al litio”.
Manuel è nato a Campobasso e ha conseguito il diploma in un istituto tecnico con indirizzo in chimica. “Mi è sempre piaciuta la materia – racconta – e per questo avevo deciso già durante l’ultimo anno di scuola di frequentare un Corso di Laurea in Chimica. Non c’era all’Università del Molise. Le alternative erano tra Napoli e Bologna. Ho chiesto informazioni e tutti mi hanno parlato molto bene di Chimica della Federico II. Per questo sono qui”.
Ha vissuto la classica esperienza dello studente fuorisede: “Sono arrivato a Napoli – ricorda – ad ottobre 2019. All’epoca era piuttosto facile trovare un alloggio. Presi casa a Fuorigrotta perché avrei dovuto frequentare a Monte Sant’Angelo. Sono tornato a Campobasso per il Covid, perché dovendo seguire i corsi a distanza non avrebbe avuto senso pagare un affitto. Sono poi tornato a Napoli tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Ho preso di nuovo una stanza in una casa a Fuorigrotta, ma adesso pago 320 euro. Nel 2019 l’affitto era 280 euro ed è poi aumentato una prima volta a 300 euro qualche tempo dopo”.
Il percorso triennale non è stato privo di difficoltà le quali, dice lo studente, “hanno fatto sì che mi laureassi un poco più tardi rispetto ai tre anni canonici. Ho trovato molto complicato, per esempio, l’esame di Chimica organica. Sono andato avanti però, ho studiato, mi sono impegnato e alla fine la laurea di primo livello è arrivata”.
Del triennio ricorda anche la frequenza abbastanza assidua dei laboratori: “Ne ho seguiti più che nella Magistrale. L’attività di laboratorio è interessante sebbene la vetreria non sia nuovissima e manchino alcune apparecchiature. Non sono pessimi, ma potrebbero essere migliori. Sicuramente quelli per la tesi saranno di livello superiore”.
Manuel spera di riuscire a discutere la tesi a marzo. È dunque già tempo di iniziare almeno a riflettere sul percorso che vorrebbe intraprendere dopo che avrà tagliato il traguardo: “Onestamente all’inizio ero molto convinto di abbandonare l’ambito accademico e di cercare spazio fuori dall’Università, magari in imprese del settore. Adesso ho un po’ rivisto questa mia convinzione e non escludo di provare a cimentarmi in un dottorato di ricerca”. In qualità di studente ormai prossimo a concludere il percorso, suggerisce a chi sta iniziando adesso il cammino nella Triennale in Chimica “di non fermarsi a quello che spiega il docente e di approfondire gli argomenti in maniera autonoma anche su altri testi”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n. 19-20 – 2024 – Pagina 14