Medaglia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: l’importante e prestigioso riconoscimento è stato attribuito al Festival dell’Antimafia Sociale, diretto dal prof. Leandro Limoccia, docente di Sociologia del diritto e della devianza al Dipartimento di Economia, Management, Istituzioni (Demi) il quale si dice “emozionato e commosso per questo immenso onore, che testimonia come sia possibile intrecciare la didattica, la ricerca scientifica di qualità e l’impegno nella Terza missione, superando la frammentazione delle discipline scientifiche”. L’approccio sotteso al Festival contiene “due sguardi che ci aiutano ad analizzare la complessità del presente”.
Il primo è “basato sulla cura e la qualità delle relazioni umane”. Le relazioni non sono solo quelle “tra esseri umani, ma anche con gli esseri viventi non umani e gli ambienti in cui viviamo, che sommate formano un capitale sociale”, sottolinea il docente. E il lavoro di cura consiste nel “sapersi relazionare agli altri, al di là dei modelli del sistema capitalistico, crescendo assieme”. Alla base del secondo sguardo c’è il sapere affettivo, con cui il prof. Limoccia intende “l’affetto non come oggetto di sapere, ma come strumento di conoscenza, attraverso il quale si produce sapere”. Infatti è possibile “conoscere attraverso l’amore in modi diversi rispetto alla ragione”.
Ma quali sono i primi passi verso questa forma di conoscenza alternativa? “Quando l’uomo non si riduce a una macchina e non si abbandona al cinismo, non rinuncia alla sua unicità e libertà, ma ha lo sguardo rivolto verso l’altro, pone domande e favorisce il dialogo”. Si pone quindi contro l’ottica dell’individualismo sfrenato, della competizione e del dominio. Il prof. Limoccia riprende le idee di Pietro Barcellona, filosofo, giurista e politico, che rifiuta “tutti i nostri modelli culturali costruiti sulla gerarchia di poteri e non sulla reciprocità dei sentimenti”, e afferma: “affinché gli esseri umani ritrovino il senso della propria identità e la loro vocazione storica, è necessario che tornino in campo amore e verità”.
Conclude: “Solo con il sapere affettivo che trasforma i soggetti e le relazioni, la persona può sottrarsi al calcolo dell’utilità e ridurre la distanza tra le cose dette e la loro realizzazione”. Rinnova i suoi ringraziamenti sentiti al Presidente Mattarella. Il riconoscimento “un grande stimolo per proseguire in questa direzione”.
Eleonora Mele
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Ateneapoli – n. 8 – 2025 – Pagina 19