Sicurezza, sostenibilità, transizione energetica: i temi dei progetti

Quattro i Dipartimenti Eccellenti di Ingegneria

Il futuro dei Dipartimenti di Eccellenza – Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale (DICMaPI), Ingegneria Industriale (DII), Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura (DiSt), e, per il secondo quinquennio di fila, Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione (DIETI) – comincia oggi. Di qui ai prossimi cinque anni, forti del prestigioso riconoscimento ottenuto, parleranno la lingua della ricerca di frontiera sui temi caldi, aprendosi a nuovi orizzonti di didattica innovativa e di ambienti laboratoriali ultra-tecnologici e all’avanguardia.

“Concorrendo alla qualifica di Eccellenza, il DICMaPI ha messo in risalto il meglio di sé”, commenta il prof. Giuseppe Mensitieri, Direttore del Dipartimento. Innanzitutto, “ha mostrato la sua capacità di condurre una ricerca di qualità, visto che il primo step era proprio la valutazione della qualità della ricerca, da noi superato con il punteggio massimo di 100. Poi, stilando il progetto quinquennale, abbiamo raccontato una storia con protagonisti oltre 250 tra docenti, borsisti, assegnisti e dottorandi”. Una realtà ricca e composita, “anche in termini di premi e riconoscimenti ottenuti dai nostri docenti, molti dei quali ricoprono ruoli chiave in istituzioni esterne all’Ateneo, come Centri di Ricerca di competenza regionale o il Distretto Aerospaziale Campano, il che mostra quanto il Dipartimento sia impegnato – riguardo all’ingegneria chimica, meccanica, dei materiali – nel contesto nazionale e internazionale, con tutte le ricadute in termini di trasferimento tecnologico che ciò comporta”. E non vanno dimenticate “le collaborazioni con le grandi aziende, qualche nome, Eni, Procter&Gamble, Bridgeston, significative a livello di ricerca e brevetti, ma soprattutto di reclutamento dei laureati”. ‘Safety and Sustainability by design’ è il progetto di eccellenza: “Nell’ottica della sicurezza e della sostenibilità decliniamo i cinque pilastri sui quali si fonda il Dipartimento, cioè energia, risorse, salute e benessere, materiali e manifacturing. Per poterli sviluppare abbiamo individuato tre competenze abilitanti – machine learning e intelligenza artificiale, biologia sintetica, chimica e fotoelettrochimica – attualmente carenti, di cui necessitiamo”. Da questa premessa, le misure da attuare: “Intendiamo reclutare cinque figure accademiche, due professori associati e tre ricercatori di tipo b, e, almeno quattro di questi, auspichiamo da realtà estere. Poi potenzieremo la nostra dotazione sperimentale: con un investimento di quattro milioni – su un totale di circa dodici milioni, di cui intorno ai nove forniti dal Ministero e la restante parte messa a disposizione dall’Ateneo, più alcune risorse dipartimentali – acquisiremo quattro o cinque apparecchiature di altissimo impatto per le nostre ricerche, soprattutto per la caratterizzazione dei materiali e dei prodotti di tipo industriale. Vorremmo portare a termine entrambe le operazioni entro i primi due anni”. Sul fronte didattico: “Abbiamo in programma di progettare un curriculum incentrato sugli aspetti di sicurezza e sostenibilità dei prodotti e dei processi industriali all’interno del Dottorato e altri Minor per i nostri Corsi Magistrali. Con un investimento di 250mila euro, infine, intendiamo mettere in piedi un laboratorio virtuale, acquisendo dotazioni simulative e di calcolo. È chiaro che le ricadute saranno notevoli. Qui parliamo di un arricchimento dell’offerta, con contenuti attuali e competenze fresche, e di nuove possibilità di ricerca sperimentale per tesisti e dottorandi”. Nell’arco dei prossimi cinque anni, data l’importante acquisizione di apparecchiature, “dovrà esserci anche un ripensamento concettuale degli spazi, che comunque si innesta in un piano di ottimizzazione e messa in sicurezza già in fieri”. Sicurezza e sostenibilità, a fronte di un sempre maggiore impatto delle attività antropiche, sono imprescindibili. Chiosa il prof. Mensitieri: “Si tratta letteralmente di ripensare i paradigmi della progettazione e della produzione industriale e dei materiali by design, dall’inizio”.

Un nuovo laboratorio incentrato su Transizione Energetica e Mobilità Sostenibile è il fulcro del bollino blu targato Ingegneria Industriale. “Verrà realizzato presso locali che abbiamo già individuato. Trecento metri quadri, in uno degli edifici di via Claudio. Sarà un investimento da circa 3 milioni di euro nel quale confluiranno le nostre competenze per lavorare su argomenti come, ad esempio, utilizzo di combustibili alternativi, celle a combustibile, in relazione a navi, aerei, edifici. Le apparecchiature sperimentali ci consentiranno di testare nuove tecnologie a scopo di ricerca e trasferimento tecnologico, da un lato, e dall’altro ci sarà una parte simulativa che si avvarrà delle nostre competenze sulla creazione di gemelli digitali”, spiega il prof. Nicola Bianco, Direttore del Dipartimento. Tempo stimato: “L’idea è di realizzarlo e testarlo entro la fine del 2025, in modo che il 2026 e il 2027 siano sfruttati per iniziare a sviluppare progetti di ricerca e partecipare a bandi europei e internazionali”. Il progetto prevede anche la nascita di una Scuola di Dottorato internazionale. Parte dei fondi sarà destinata all’invito di docenti ed esperti ad alta qualificazione e alla mobilità in ingresso e in uscita dei dottorandi, “punto questo, l’internazionalizzazione della didattica, che ci sta particolarmente a cuore essendo una debolezza italiana. Prevediamo di istituire un Dottorato in co-tutela con altri Atenei, mettendo a sistema le numerose collaborazioni dei nostri docenti che non sto qui ad elencare tutte”. ‘Transizione Energetica e Mobilità Sostenibile’ creerà un ambiente di studio e ricerca “stimolante per tutta la nostra comunità accademica. Una volta terminato, ad esempio, il laboratorio potrà accogliere studenti per tesi e tirocini, beneficiando di un ambiente internazionale e multidisciplinare”. Il Dipartimento ha giocato bene le sue carte: “In fase preliminare avevamo già ottenuto una piena valutazione della nostra capacità di ricerca. Il riconoscimento di Eccellenza, ora, si innesta sulla valorizzazione e la messa a sistema delle nostre competenze interne, che sono tante, inquadrate in un numero molto alto di settori scientifico-disciplinari, con l’obiettivo di diventare un riferimento internazionale nell’ambito delle tematiche sulle quali lavoreremo”.

Carol Simeoli

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