Simulazioni processuali e giornate di studio alla Corte Costituzionale attendono i futuri studenti di Diritto Processuale Costituzionale della prof.ssa Michela Troisi, il cui corso è ai blocchi di partenza. Da quest’anno, poi, l’insegnamento è passato dall’essere a scelta all’essere affine-integrativo (e dunque obbligatorio) per coloro che hanno scelto l’indirizzo costituzionalistico. Ad aprire le danze, lunedì 24 febbraio, sarà una giornata di studi sul tema de ‘Il rinvio pregiudiziale: vecchi problemi e nuove prospettive’ che indaga il tema del rapporto tra ordinamenti, riportato al centro del dibattito da una recente sentenza della Corte Costituzionale, assieme al prof. Adriano Maffeo, docente di Contenzioso dell’Unione Europea.
Le lezioni, invece, inizieranno lunedì 3 marzo e, come anticipa la prof.ssa Troisi, prevederanno sì momenti frontali, ma anche un Processo Costituzionale simulato: “All’inizio del corso, insieme ai ragazzi, andremo ad individuare una questione di legittimità realmente sollevata davanti alla Consulta e, successivamente, prenderò l’impegno con gli uffici della Corte per andare ad assistere all’udienza in cui la questione verrà trattata”. Prima di andare a Roma, però, “gli studenti interpreteranno i vari ruoli che di solito compaiono davanti alla Corte, provando a dare dei pronostici sul risultato concreto dell’udienza vera e propria. Dovranno dunque impersonare l’avvocato di Stato, l’avvocato delle parti costituite, l’amicus curiae, l’esperto di chiara fama…”.
Un esperimento ormai consolidato nell’ambito di questo corso, che ogni anno riscuote grande successo tra i ragazzi: “questa attività li diverte molto – racconta la prof.ssa Troise – perché dà loro sia la possibilità di applicare gli istituti processuali che apprendono, sia guardare a questioni che gli interessano concretamente: la Corte Costituzionale non è un giudice come tutti gli altri, ma tratta di questioni che impattano sulla vita di tutti noi”. Lo scorso anno, ad esempio, la seduta a cui assistettero riguardava “l’introduzione del genere non binario”.
La visita si svolgerà verso giugno, subito dopo la prova del Processo Costituzionale simulato, e sarà “al buio” cioè, appunto, senza sapere cosa la Corte ha deciso: “anche il fatto di scoprire poi chi aveva avuto ragione, in aula, ha entusiasmato molto i ragazzi, tant’è che alcuni di loro, quando poi a settembre è stata pubblicata la sentenza, mi hanno scritto per raccontarmi quali profili erano riusciti ad individuare durante la nostra attività. Molti di loro hanno poi scelto di redigere la tesi in Diritto processuale costituzionale e continuano a collaborare con la cattedra e a partecipare a tutte le iniziative”.
Fino a giugno, però, c’è tanto altro da fare: “Organizzeremo diverse attività seminariali, invitando sia colleghi di settore, accademici esperti, sia operatori: quindi, anche chi lavora al servizio studi della Corte Costituzionale, perché scopo del corso è anche dare un risvolto più operativo al Processo Costituzionale e tutte le vie d’accesso”.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n. 1 – 2025 – Pagina 19