Allegra e Isotta, madre e figlia, sono le asinelle. Ci sono poi Fortuna, diciottenne arzilla ma sorda, e Sasso. Sono due cagnolini. Poi le pecore, che sono 15, le 300 bufale, le anatre, le oche, le galline e due pavoni. Sono i compagni di studio degli iscritti al Corso di Laurea Magistrale in Precision Livestock Farming, che si tiene ad Eboli nell’azienda zootecnica di proprietà della Regione Campania. È in inglese e si propone di formare esperti nelle tecniche di allevamento più avanzate, quelle che utilizzano sensori, robot e procedure nelle quali l’automazione è molto presente.
Gli iscritti vivono un’esperienza universitaria che è molto particolare, sia perché trascorrono l’intera giornata, mangiano e dormono nell’azienda, come se fosse un collegio d’altri tempi – senza però le restrizioni che imponevano i collegi e con la possibilità di uscire liberamente la sera – sia perché frequentano a pochissima distanza dagli animali, sia perché sono davvero pochi. Il 27 novembre le matricole sono state accolte all’Improsta con una giornata di benvenuto alla quale hanno partecipato il Direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria, il prof. Aniello Anastasio, alcuni docenti e gli studenti che stanno frequentando il secondo anno. Si è parlato dei corsi, del metodo di studio, delle prospettive che offre la laurea in Precision Livestock Farming.
Due laureate, Federica Pierro e Andreina Vecchi, hanno raccontato di cosa si stanno occupando ora e in che modo il Corso di Laurea che hanno frequentato ha fornito loro le competenze per svolgere le attività nelle quali sono impegnate. Pierro sta frequentando un dottorato di ricerca, Vecchi lavora nell’azienda zootecnica di proprietà della sua famiglia.
Un buffet ha concluso l’evento di benvenuto. Tra gli studenti del secondo anno i quali hanno partecipato ad esso c’è il ventottenne Leonardo Cordasco. Racconta la sua esperienza. “Nel mio anno – dice – siamo tre iscritti. Oltre a me, che sono nato in Basilicata, a Montalbano Ionico, un ragazzo somalo e uno di Paestum, in provincia di Salerno. I nuovi iscritti, gli immatricolati, sono sei italiani e un somalo”. Come trascorrono le giornate all’Improsta? “Si studia molto – risponde Leonardo – perché i corsi iniziano al mattino presto e terminano nel pomeriggio, alle 16 o alle 17. Nel tempo libero guardiamo qualche film, a volte andiamo nelle stalle per una passeggiata, pratichiamo ginnastica in un’aula, giochiamo a carte. Capita anche di uscire per una birra o un panino ed allora raggiungiamo Eboli in auto. Noi siamo un po’ decentrati rispetto alla cittadina”.
Si pranza con i docenti
Si pranza con i professori consumando il cibo che arriva da una tavola calda di Battipaglia. Intorno alle 12.30 dalla tavola calda arriva anche la cena, che gli studenti conservano in stanza. “La qualità del cibo – racconta Leonardo – è discreta. Non ci lamentiamo e poi l’aspetto davvero bello è che si mangia insieme. Studenti e professori si ritrovano a pranzo intorno allo stesso tavolo. Si parla di tutto, anche di argomenti che nulla hanno a che fare con l’Università. È un’opportunità per entrare in sintonia e per approfondire la conoscenza sotto il profilo umano, al di là dei ruoli”.
La colazione è invece individuale. Ciascuno provvede per sé e ci sono piani di cottura per prepararsi il latte, il caffè o altre bevande. “Ho scelto Precision Livestock Farming – spiega – per diversi motivi. Certamente perché sono convinto che mi dia le competenze per formarmi e lavorare da libero professionista al servizio delle aziende zootecniche. Poi perché amo gli animali e credo che il miglioramento delle tecnologie possa anche garantire il benessere negli allevamenti.
Mi ha inoltre affascinato l’idea di frequentare un corso in inglese. Ha pesato, inoltre, la volontà che avevo di vivere un’esperienza lontano da casa. Io ho frequentato a distanza, senza muovermi dal mio paese in Basilicata, il Corso di Laurea Triennale in Produzioni Animali, che è proposto anch’esso dal Dipartimento di Veterinaria della Federico II. Venivo a Napoli solo per sostenere gli esami. È stata una mia scelta, come poi è stata una mia scelta quella di andare all’Improsta e vivere un’esperienza completamente diversa. Non solo da fuorisede, ma da fuorisede che risiede nel posto dove frequenta i corsi. Le stanze da letto sono al piano superiore di quello dove si trovano le aule”.
L’inglese una opportunità, non un dogma
Conosceva già l’inglese quando si è iscritto al primo anno? “Non particolarmente. Certo, lo avevo studiato a scuola, conoscevo la grammatica, mi arrangiavo nel parlare. Non padroneggiavo perfettamente la lingua, però. Ho ipotizzato, quando ho deciso di venire qui, che il mio inglese sarebbe migliorato. Non mi sbagliavo, perché certamente oggi lo parlo molto meglio di un anno fa. Si studia su testi in inglese e a lezione in linea di massima i docenti parlano in inglese. Se non afferriamo qualcosa, però, la ripetono senza problemi in italiano”.
La lingua straniera in sostanza è un’opportunità, non un dogma. “Questo è un aspetto – sottolinea lo studente – che va chiarito perché credo che molti siano scoraggiati dall’immatricolarsi a Precision Livestock Farming perché temono di frequentare un Corso di Laurea in inglese. Certo, quando ci si immatricola un minimo la lingua bisogna conoscerla, ma se uno non la parla fluidamente come l’italiano può frequentare lo stesso”.
Leonardo ha già svolto uno dei due tirocini previsti e lo ha fatto proprio nell’azienda Improsta. “Il secondo – dice – inizierà tra qualche mese e non so ancora dove andrò”. I corsi durano circa otto settimane per semestre. “Nel mio primo anno – conclude – gli esami più complicati sono stati quelli di Robotica e Sensoristica. Sono materie abbastanza lontane dal percorso di studi che ho seguito. Indispensabili, peraltro, per chi sceglie di laurearsi in Precision Livestock Farming. L’esame più interessante e più bello è stato Innovation”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n. 19-20 – 2024 – Pagina 24