Storia della Scrittura: il corso si chiude con una visita alla Biblioteca Vallicelliana di Roma

“Anche se all’inizio può sembrare ostica, è una materia affascinante, che stimola e gratifica”. Il prof. Riccardo Montalto, ricercatore in Paleografia, presenta così il corso di Storia della Scrittura, insegnamento a scelta per gli studenti del terzo anno di Lettere Moderne (secondo semestre). Un percorso sorprendente che affianca la solidità della teoria all’esperienza concreta, portando gli studenti a confrontarsi direttamente con i manoscritti. “È un corso che offre competenze preziose, anche per chi non ha intenzione di fare il paleografo. Imparare a leggere un manoscritto, riconoscerne la tipologia grafica, capire la logica che ne ha guidato la trasmissione: sono abilità fondamentali per chi si occupa di filologia, letteratura o linguistica”.

Ogni anno l’insegnamento richiama un buon numero di studenti, attratti da un ambito che si rivela molto più ricco e coinvolgente di quanto si possa pensare. “Quest’anno erano una quindicina – racconta Montalto, che detiene la titolarità del corso da due anni – un numero davvero positivo per una disciplina così specialistica. Il passaparola funziona, così come i suggerimenti dei relatori: chi sa di dover lavorare su testi antichi spesso sceglie questo esame come preparazione al lavoro di tesi. Per esempio, chi deve curare un’edizione di un testo dovrà necessariamente descrivere il testimone da cui deriva”.

Il programma propone un’introduzione alla paleografia latina di base, affrontata con un approccio vivace e dinamico. Ogni lezione si articola in due momenti: una parte di didattica frontale, dedicata alla storia delle forme scrittorie in alfabeto latino – dalle capitali epigrafiche alle gotiche, passando per caroline e umanistiche – e un laboratorio pratico, in cui gli studenti si esercitano direttamente su tavole riprodotte da codici originali. “Li accompagno per gradi e vedo progressi notevoli. Chi parte intimorito, con il tempo impara a riconoscere lettere, parole, frasi intere. È un processo che dà molta soddisfazione”, racconta il docente. Anche la verifica finale riflette questa impostazione integrata: consiste in una prova di lettura e analisi di tavole manoscritte.

“Lo studente deve essere in grado di leggere il testo, riconoscerne la tipologia grafica, contestualizzare il documento, e da lì si apre una discussione: sulla storia della scrittura, sulla tradizione del testo, su ciò che abbiamo affrontato a lezione”. Per chi vuole mettersi alla prova già prima dell’appello, c’è la possibilità di svolgere una trascrizione diplomatica da correggere insieme. “È una sorta di esonero: la analizziamo in anticipo e spesso consente di arrivare all’esame già con una valutazione positiva. È un buon modo per allenarsi”. Dulcis in fundo, l’esperienza si arricchisce anche al di fuori dell’aula.

Ogni anno il corso si conclude con una visita in biblioteca: questa volta, l’appuntamento è il 28 maggio alla Biblioteca Vallicelliana di Roma, per osservare dal vivo i materiali su cui si è lavorato per mesi. “È sempre un momento molto emozionante e anche molto istruttivo”, commenta Montalto. Il corso è aperto a tutti, senza prerequisiti disciplinari specifici, ma richiede una qualità essenziale: la pazienza.Serve costanza – consiglia il docente – All’inizio è normale sentirsi spaesati, ma poi accade qualcosa di bello: l’occhio si abitua, la lettura migliora, e si aprono mondi che prima sembravano illeggibili. Ed è così che i risultati positivi arrivano, perché sono davvero alla portata di tutti”.
Giovanna Forino
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Ateneapoli – n. 7 – 2025 – Pagina 19

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