Il Corso di Laurea in Servizio Sociale invita l’Ordine degli assistenti sociali ad un percorso finalizzato a scambiare informazioni, a confrontarsi, a individuare soluzioni per rendere più produttivo per gli studenti e per i tutor il periodo dei tirocini. Nell’ambito di questo progetto è stato organizzato un incontro che si svolgerà il 17 giugno.
“È il primo di una serie, il nostro obiettivo è di metterne in calendario almeno due o tre all’anno – dice la prof.ssa Germana Carobene, Coordinatrice del Corso di Laurea – Quello che si svolgerà a giugno servirà a concordare e progettare migliorie relative ai tirocini delle Triennali e delle Magistrali. I nostri studenti sono tenuti a frequentare 150 ore di tirocinio per ciascuno degli ultimi due anni della Triennale e in entrambi di quelli della Magistrale. Nel primo anno della Triennale frequentano un laboratorio di tirocinio”. Parteciperanno all’incontro tutti i docenti che insegnano materie professionalizzanti e diversi assistenti sociali i quali hanno svolto e svolgono il ruolo di tutor per i tirocinanti: “non sarà un convegno o una riflessione teorica.
Discuteremo, invece, delle risposte ai questionari che abbiamo somministrato agli assistenti sociali che svolgono il ruolo di tutor affinché ci illustrino le difficoltà e i problemi che incontrano e avanzino proposte per rendere il tirocinio sempre di più un autentico momento formativo. Servizio Sociale è un progetto didattico nel quale l’esperienza sul campo è determinante per gli studenti. Un buon tirocinio consente loro di compiere un salto di qualità decisivo e li motiva a proseguire con entusiasmo e passione negli studi. In qualche modo sperimentano sul campo l’utilità della teoria e di quello che hanno studiato e si mettono alla prova nelle non sempre facili situazioni professionali dell’assistente sociale. Per questo non possiamo mandarli allo sbaraglio e dobbiamo anche evitare che il tirocinio si declassi da momento di crescita a routine necessaria solo ad assolvere ad un compito formale”.
Per il tutor, d’altronde, sottolinea la docente, “il tirocinante non deve essere un peso, ma può diventare un aiuto nello svolgimento delle attività. Incontri come quello di giugno ci aiuteranno a raggiungere questi obiettivi e ad individuare strumenti per misurare i risultati dei tirocini”. Sono molto numerosi gli accordi attivati dal Corso per consentire agli studenti di svolgere attività pratica: Comuni, Asl, associazioni ed enti del Terzo settore sono meta delle ragazze e dei ragazzi impegnati nelle 150 ore annuali. “Da un paio di anni – afferma la prof.ssa Carobene – siamo riusciti a stipulare un’intesa anche con il Comune di Napoli, dopo aver risolto, non senza qualche fatica, una questione burocratica. Napoli è un Comune grande e come tale svolge anche attività di pianificazione e programmazione nell’ambito dei servizi sociali, che può risultare interessante per gli allievi della Magistrale”.
Servizio Sociale si prepara, intanto, a concorrere per il bando del Ministero delle Politiche Sociali che finanzia Master di primo e di secondo livello: “È un ottimo progetto, prevede anche borse di studio, nel quale vorrei fossimo presenti. C’è la necessità di professionalizzare sempre più gli assistenti sociali, di lavorare per elevarne la qualità. Svolgono un lavoro davvero importante per la collettività, ma la categoria è ancora troppo spesso bistrattata. L’assistente sociale va riconosciuto come un professionista di alto livello e per questo bisogna puntare sempre più in alto nella formazione e nei tirocini.
Sotto questo aspetto i Master possono svolgere un ruolo importante, perché sono indirizzati agli assistenti sociali che lavorano già. È un mestiere che richiede un costante aggiornamento proprio a causa della delicatezza dei compiti che ci si trova a svolgere durante l’attività professionale”. Un’altra iniziativa in cantiere è quella della terza edizione del Corso di alta formazione destinato ai supervisori degli assistenti sociali. “Partirà – informa la docente – a settembre. Le due edizioni che abbiamo già organizzato sono andate molto bene sia sotto il profilo della partecipazione, sia dal punto di vista della soddisfazione degli allievi. I supervisori sono assistenti sociali esperti i quali aiutano i loro colleghi a prevenire quello che in inglese si definisce burn out”.
In italiano lo si può tradurre come una condizione di esaurimento psicologico determinata dalle situazioni di stress sul posto di lavoro. “I Comuni devono assumere i supervisori. Fino a qualche anno fa coloro i quali volevano formarsi per svolgere questo ruolo erano costretti a recarsi in altre regioni, specie al Nord. Oggi ci siamo anche noi della Federico II”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n. 10 – 2025 – Pagina 24