Iniziativa della cattedra di Storia della Filosofia Antica
“A volta basta alzare la testa per rendersi conto di quanta meraviglia abbiamo nella nostra città. Come si dice, prima di diventare filosofi bisogna diventare uomini”. La prof.ssa Anna Motta, ricercatrice presso la cattedra di Storia della Filosofia Antica (Triennale di Filosofia), riassume così, con due frasi che bucano la pagina e le menti, la visita guidata all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, dove ha condotto un centinaio di studenti (anche della Magistrale e di Lettere) lo scorso 14 aprile.
Nel magnifico Palazzo Serra di Cassano, lì dove è passata, tra gli altri, niente meno che Eleonora Pimentel Fonseca, storica rivoluzionaria portoghese trapiantata all’ombra del Vesuvio nel ’700, i ragazzi hanno dapprima seguito la lezione di Arturo Martorelli, studioso per l’Istituto ed esperto di storia partenopea, e poi hanno visitato tutte le stanze, anche quelle non aperte al pubblico. “Assieme alla Segretaria generale, Florinda Li Vigni, che ci ha aperto le porte mostrandoci tutto l’istituto, abbiamo pensato di strutturare così la visita”.
Martorelli, infatti, ha raccontato “la nascita dell’Istituto, ma anche delle persone che ci hanno vissuto e che sono passate da lì”. Sullo scopo del progetto, Motta ha aggiunto: “Il mio è stato un tentativo per suscitare in loro la consapevolezza dell’enorme patrimonio culturale che abbiamo di fronte, del quale tanti ragazzi non ne conoscevano nemmeno l’esistenza. Napoli non è solo patrimonio architettonico. È stata crocevia della cultura europea, rispetto alla quale l’Istituto era al centro”. E c’è di più, perché non è la prima volta che la ricercatrice organizza iniziative simili. Basti pensare, ad esempio, a “la passeggiata filosofica” ad Elea dello scorso autunno.
Visite guidate promosse sulle pagine facebook e instagram di Platoneapolis: “provo a stare vicino ai ragazzi anche in questo modo, adeguandomi alla comunicazione del tempo. Senza social l’iniziativa forse non avrebbe avuto la stessa risonanza”, racconta appassionata.
Tutto, per far arrivare un messaggio agli studenti: “La nostra città offre tanto in termini di crescita culturale e, al tempo stesso, occasioni ai giovani per dare il proprio apporto. L’attività didattica è fondamentale e importante, ma bisogna partecipare alla vita della città, perché dà tante occasioni di formazione, di apertura ad approfondimenti”. Dato il grandissimo riscontro avuto presso i ragazzi – “ancora mi scrivono ringraziandomi, ma io l’ho fatto con enorme piacere” – sempre con la Segretaria generale “stiamo pensando già ad un appuntamento annuale, maggiormente strutturato, che preveda magari piccole borse, cioè piccoli contributi che diano loro l’opportunità di misurarsi in modo diretto con gli studiosi, italiani ed europei, che transitano per l’Istituto”.
Claudio Tranchino