Ha centocinquant’anni ma non li dimostra e il 2019 sarà il suo anno come stabilito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e dall’UNESCO. Stiamo parlando della Tavola Periodica degli Elementi Chimici, teorizzata dal chimico russo Dmitrj Mendeleev per ordinare gli elementi chimici noti fino a quel momento, a cui il Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università Federico II ha dedicato l’incontro “150 e non li dimostra”. Lunedì 21 gennaio, presso l’Aula Ciliberto del Complesso di Monte Sant’Angelo, docenti, studenti universitari e maturandi si sono riuniti per celebrare, sotto il profilo scientifico, letterario e musicale, questo prezioso strumento e premiare i migliori elaborati fotografici e video musicali sul tema “La Chimica: che passione!”. Ospite d’eccezione il Rettore dell’Università di Firenze, Luigi Dei.
Ad aprire l’incontro e illustrarne il filo conduttore, la prof.ssa Rosa Lanzetta, Direttore del Dipartimento di Scienze Chimiche: “Centocinquanta anni fa un articolo del chimico russo Dmitrj Mendeleev gettava le basi della tavola periodica come la conosciamo oggi. Abbiamo deciso di intitolare il nostro incontro ‘Centocinquanta e non li dimostra’ per dare una chiara indicazione sullo spirito di questa celebrazione. Tutti vorremmo essere l’oggetto di questa affermazione che non è attribuibile ad un essere umano, bensì alle idee, alle opere d’arte, alle intuizioni scientifiche, all’intelligenza e alla cultura che fanno sì che l’uomo sia fatto non per viver come bruto, ma per seguire virtute e canoscenza”. La tavola periodica è dinamica, mai statica o cristallizzata, come devono essere la scienza e la conoscenza in continua evoluzione. Ha proseguito la docente: “Anche la nostra giornata è dinamica, fondata sulla passione per la chimica, ma aperta anche alla letteratura e alla musica. Nel 2019 ricorrono cento anni dalla nascita di Primo Levi, grande scrittore, ma anche grande chimico”. Ha raccolto il testimone il Rettore dell’Ateneo federiciano Gaetano Manfredi: “Primo Levi è il testimone di una stagione difficilissima della nostra storia che, purtroppo, ciclicamente sembra ripetersi. La sua scrittura e la sua opera sono la prova di quanto le scienze abbiano stimolato la letteratura dagli albori. La separazione tra i saperi è un artificio che ha introdotto l’uomo perché la conoscenza è integrata e multidisciplinare. Questo giorno è speciale perché si celebra la tavola periodica non con l’avidità delle scienze dure, ma con la leggerezza delle scienze umane”. Gli ha fatto eco Piero Salatino, Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base che ha scherzato con la platea che affollava l’Aula Rossa: “Io sono un diversamente chimico dal momento che sulla strada della chimica sono stato folgorato dall’ingegneria e ho provato a fondere le due cose. La tavola periodica, che da studente è stata per me croce e delizia, è una cerniera tra una chimica empirica e una chimica che oggi possiamo definire razionale. Altri studiosi avevano avuto le medesime idee di Mendeleev nello stesso periodo, ma la storia attribuisce la tavola periodica al grande chimico russo per la sua onestà intellettuale e il suo rigore metodologico, dal momento che ha lasciato che essa rimanesse bucata, incompleta, in attesa che ulteriori elementi venissero alla luce come poi è avvenuto”.
Due i cuori pulsanti dell’evento…
Ad aprire l’incontro e illustrarne il filo conduttore, la prof.ssa Rosa Lanzetta, Direttore del Dipartimento di Scienze Chimiche: “Centocinquanta anni fa un articolo del chimico russo Dmitrj Mendeleev gettava le basi della tavola periodica come la conosciamo oggi. Abbiamo deciso di intitolare il nostro incontro ‘Centocinquanta e non li dimostra’ per dare una chiara indicazione sullo spirito di questa celebrazione. Tutti vorremmo essere l’oggetto di questa affermazione che non è attribuibile ad un essere umano, bensì alle idee, alle opere d’arte, alle intuizioni scientifiche, all’intelligenza e alla cultura che fanno sì che l’uomo sia fatto non per viver come bruto, ma per seguire virtute e canoscenza”. La tavola periodica è dinamica, mai statica o cristallizzata, come devono essere la scienza e la conoscenza in continua evoluzione. Ha proseguito la docente: “Anche la nostra giornata è dinamica, fondata sulla passione per la chimica, ma aperta anche alla letteratura e alla musica. Nel 2019 ricorrono cento anni dalla nascita di Primo Levi, grande scrittore, ma anche grande chimico”. Ha raccolto il testimone il Rettore dell’Ateneo federiciano Gaetano Manfredi: “Primo Levi è il testimone di una stagione difficilissima della nostra storia che, purtroppo, ciclicamente sembra ripetersi. La sua scrittura e la sua opera sono la prova di quanto le scienze abbiano stimolato la letteratura dagli albori. La separazione tra i saperi è un artificio che ha introdotto l’uomo perché la conoscenza è integrata e multidisciplinare. Questo giorno è speciale perché si celebra la tavola periodica non con l’avidità delle scienze dure, ma con la leggerezza delle scienze umane”. Gli ha fatto eco Piero Salatino, Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base che ha scherzato con la platea che affollava l’Aula Rossa: “Io sono un diversamente chimico dal momento che sulla strada della chimica sono stato folgorato dall’ingegneria e ho provato a fondere le due cose. La tavola periodica, che da studente è stata per me croce e delizia, è una cerniera tra una chimica empirica e una chimica che oggi possiamo definire razionale. Altri studiosi avevano avuto le medesime idee di Mendeleev nello stesso periodo, ma la storia attribuisce la tavola periodica al grande chimico russo per la sua onestà intellettuale e il suo rigore metodologico, dal momento che ha lasciato che essa rimanesse bucata, incompleta, in attesa che ulteriori elementi venissero alla luce come poi è avvenuto”.
Due i cuori pulsanti dell’evento…
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 25 gennaio (n. 1/2019)
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