Una mappa sulle opere realizzate in Campania dalle donne architetto

Architettura e Cityopensource hanno intrapreso una collaborazione finalizzata alla realizzazione di una mappa interattiva sulle opere di architettura moderna e contemporanea in Campania progettate e realizzate con il contributo delle donne architetto. Il progetto, denominato Mappina e finanziato al 45% dalla Regione attraverso il bando per la qualità dell’architettura (annualità 2024), è stato presentato nel pomeriggio del 28 maggio nell’aula recentemente intitolata dal Dipartimento al professore Renato De Fusco al primo piano di Palazzo Gravina.

Ilaria Vitellio, architetto ed amministratrice delegata di Cityopensource, ha illustrato gli obiettivi e le modalità dell’iniziativa: “Partiamo dai dati relativi alle opere del Censimento delle Architetture Italiane dal 1945 ad oggi realizzata dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Quel censimento consta per la Campania di 300 opere, alle quali la Regione ne ha aggiunte 65. Ne abbiamo estrapolate 80 dove le donne sono autrici o partecipanti ai gruppi di lavoro.

Abbiamo così scoperto che negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento le donne architetto hanno svolto un ruolo molto significativo nella progettazione delle opere di valore architettonico, ma che tale ruolo è poco o per nulla riconosciuto”. La mappa sarà arricchita ed aggiornata attraverso le segnalazioni che saranno inviate da residenti, studenti, esperti e ricercatori. È, in sostanza, un lavoro in continuo divenire.

L’obiettivo, ha ribadito Vitellio, “è quello di esplorare la presenza, a partire dal ’900, delle donne nell’architettura”. Con un’attenzione particolare, ha precisato poi, “alle architetture progettate da giovani donne al di sotto dei 35 anni di età. Una ricerca del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori pubblicata nel 2021 e relativa ai dati del 2020 indicava che 5 anni fa su 153.692 architetti italiani, il 42,5% (ovvero circa 65.000) era composto da donne, circa 6,5 punti percentuali in più rispetto alla situazione del 2005.

Tra il 2010 ed il 2020 le donne architetto iscritte all’Albo sono cresciute del 13,9%, vale a dire 8000 architetti in più. È una quota, quella femminile, destinata a crescere ancora. Tra le donne, infatti, alla fine del 2020 la percentuale di iscritti con meno di quarant’anni era pari al 35,7%, mentre tra i maschi si fermava al 19%”. È dunque un percorso di laurea sempre più al femminile quello di Architettura. Lo ha ribadito la prof.ssa Emma Buondonno, docente di Composizione Architettonica ed Urbana, tra le fondatrici dell’Associazione Donna Architetto. “Ho avuto negli ultimi anni classi – ha raccontato – che erano composte in maggioranza da studentesse.

In certi casi arrivavano all’ottanta per cento. Le ragazze si laureano per lo più in tempo e sono molto presenti nell’Ateneo all’inizio della carriera accademica. Non appena si passa dai ruoli del precariato alla stabilizzazione, però, s’impenna la percentuale degli uomini. Senza parlare dei vertici, dei ruoli apicali. Le donne nei ruoli apicali universitari – non solo ad Architettura – sono una minoranza. Rappresentano il 10%”. Il Dipartimento federiciano, va peraltro ricordato, ha attualmente al timone proprio una donna, che è la prof.ssa Marella Santangelo.

La prima nella storia di Architettura a Napoli, dove Presidi di Facoltà e Direttori di Dipartimento erano stati sempre e solo uomini. Valorizzare il ruolo delle donne nell’architettura, ha precisato la prof.ssa Buondonno, significa anche e soprattutto dare spazio alla visione al femminile dell’architettura, particolarmente attenta alle questioni della sostenibilità, dell’accoglienza, della partecipazione, del verde, dei luoghi di socialità per i bambini, gli anziani, le stesse donne.
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Ateneapoli – n. 10 – 2025 – Pagina 18

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