Ad Anatomia Patologica un’esperienza non convenzionale per stimolare e appassionare gli studenti

Un’attività seminariale non convenzionale per stimolare gli studenti ad approfondire gli argomenti e ad affrontare con spirito di squadra uno degli esami più tosti di Medicina e Chirurgia. La cattedra di Anatomia Patologica, grazie all’intuizione del titolare, il prof. Renato Franco, ha inaugurato nel post Covid un’iniziativa ciclica che si ripete alla fine di ogni semestre (dunque a dicembre e a maggio) del quarto anno del Corso. A circa cinque gruppi di otto, massimo dieci studenti, i docenti affidano un tema che, nel giro di due, tre settimane, tramite riunioni Teams e con il sostegno di un professore tutor, la singola squadra deve studiare, analizzare e raccontare in modo innovativo (presentazione Powerpoint e non solo) alla commissione giudicatrice nella giornata conclusiva che si tiene in sede, a Caserta.
Una sfida finale che produce un solo gruppo vincitore, al quale viene conferito un premio simbolico: calendari improntati alla Pathology Art (arte combinata a tessuti umani) e magliette della Vanvitelli con tanto di foto di rito con la Commissione. “L’idea è nata allo scopo di riportare gli studenti in aula – spiega il prof. Franco – Quello della pandemia è stato un periodo infame da questo punto di vista; in particolare, volevamo e vogliamo riportarli all’interesse per le discipline, oggigiorno la didattica frontale ha un ruolo limitato, i ragazzi sono attrezzatissimi tra sbobinature, appunti. Questa modalità interattiva vuole avvicinarli ad un insegnamento obiettivamente difficile, stimolandoli anche ad andare oltre. Con l’aiuto di professori, ricercatori e dirigenti medici del mio team, dividiamo gli studenti in gruppi e li stimoliamo a collaborare insieme – altro elemento fondamentale della formazione di un medico”.
Il docente è riuscito a destare interesse grazie anche a temi molto originali e particolari: abbiamo ipotizzato autopsie a personaggi famosi come Giacomo Leopardi, a cantanti morti di tumore come Lucio Battisti, Fabrizio De André; ci è capitato di affrontare la digitalizzazione delle immagini, l’applicazione dell’intelligenza artificiale nella diagnostica. Purtroppo, gli argomenti che si affrontano durante il corso sono sempre gli stessi e sono simili di anno in anno, d’altronde il corpo quello è, per questo proviamo a fare qualcosa di diverso”. La piena riuscita del seminario è confermata da Giuseppe Maiello, studente e Senatore Accademico.
“L’iniziativa è molto amata in Ateneo – ha detto – e i ragazzi sono sempre entusiasti di partecipare tant’è che spesso i posti sono anche limitati. Da rappresentante, credo che incentivare e far appassionare i ragazzi allo studio di materie che possono sembrare ostiche tramite l’utilizzo di modalità non convenzionali sia una cosa tanto semplice quanto efficace per far sì che il percorso universitario non si limiti solamente al classico mattone da studiare. Si sa, Anatomia Patologica risulta uno degli esami più pesanti, perciò questi eventi interattivi in cui gli studenti diventano parte attiva e integrante invogliano ad approfondire, perché è una gara sana”. E Giuseppe stesso è stato un partecipante, membro del gruppo che ha vinto l’edizione dello scorso anno: “A noi è stata affidata la peste come argomento, e l’abbiamo affrontato non solo come patologia, ma anche dal punto di vista culturale, sociale”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 19-20 – 2024 – Pagina 26

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