Aerospazio, la Campania terra di ricerca

Un focus concreto, ampio e aggiornato su ciò che accade nel settore aerospaziale, che ha fornito agli studenti, di scuole superiori e università, gli strumenti per orientarsi in un mondo in rapida ascesa, che offre prospettive professionali entusiasmanti e richiede competenze sempre più avanzate. Si è svolto il 14 maggio, presso il Dipartimento di Ingegneria, promosso dal Corso di Studi in Ingegneria Aerospaziale, con la collaborazione dell’Associazione Italiana Genitori.

“Lo spazio non è solo una frontiera da conquistare, ma un ambiente in cui costruire nuove possibilità per il nostro mondo, soprattutto per le nuove generazioni che iniziano a guardare verso l’alto con curiosità e coraggio”: le parole di Elpidio Iorio, moderatore dell’evento accanto a Fabiana Liguori, Presidente regionale dell’AGE (Associazione Italiana Genitori) Campania. “Lo Spazio, quarto ambiente”: il titolo del seminario che, attraverso gli interventi di personalità di rilievo nel settore aerospaziale italiano, ha dimostrato come lo spazio non sia più inteso in termini di confine remoto.

Diventato ormai una dimensione strategica per lo sviluppo scientifico, economico e tecnologico, lo studio dello spazio permette di acquisire nuove conoscenze e spingere sempre più i confini dell’innovazione, ma con nuove opportunità arrivano anche nuove sfide, tecniche, ambientali, etiche e persino politiche.

Napolitano, il fondatore della Scuola di Ingegneria aerospaziale napoletana

“Noi siamo come nani sulle spalle dei giganti”: con questa frase il prof. Giuseppe Pezzella ha deciso di introdurre la mattinata parlando del prof. Luigi Gerardo Napolitano, Maestro e fondatore della Scuola di Ingegneria aerospaziale napoletana. Persona che si è fatta carico di avviare una serie di processi virtuosi, vanto non solo per la nostra regione, ma anche a livello nazionale e internazionale. Il prof. Napolitano fondò il MARS (Microgravity Advanced Research and Support), centro di ricerca che si occupa di tutti i meccanismi fenomenologici e fisici che si manifestano quando dei corpi liquidi si trovano in condizioni di microgravità, e il CIRA (Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali) di Capua.

In Campania “c’era una Scuola di scienziati che poteva dire la sua, una realtà storica alle spalle che faceva sì che questo centro potesse nascere in questa regione”, ha raccontato il prof. Pezzella. La prof.ssa Maria Luisa Buono, Dirigente del Liceo Scientifico “G. Bruno”, e il prof. Antonio Viviani, Decano del Corso di Ingegneria Aerospaziale, avendo lavorato accanto al prof. Napolitano, hanno tracciato la storia di questi centri e di come abbiano avverato il sogno di tanti ricercatori traducendo in realtà scientifiche le loro visioni. “La missione del prof. Napolitano era quella di stare sempre 10 anni avanti agli altri, pensare in anticipo per competere con chi ha mezzi superiori ai nostri”, così lo ha ricordato il prof. Viviani.

Del futuro, fatto non solo di nuove tecnologie, ma anche di nuove regole del gioco, ne ha parlato il prof. Luigi Carrino, Presidente del Distretto Aerospaziale della Campania: “Oggi il Distretto Aerospaziale della Campania raccoglie tutto il sistema della ricerca della nostra regione, con ben cinque Atenei (l’Università Vanvitelli come uno dei soci fondatori), il CIRA, il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), tutti coinvolti in un rapporto di visione e azione con le imprese”. La Campania “è la prima regione nel sud del paese e tra la top 10 in Italia per numero di ricercatori”, ha affermato il prof. Carrino.

Le sfide future? Che l’Aerospazio serva a trovare soluzioni di vario tipo: “Abbiamo già realizzato una serie di soluzioni basate sull’integrazione di dati satellitari con dati rilevati da droni, per monitorare il pericolo di dissesti idrogeologici sulle linee ferroviarie, per aiutare i viticultori della Campania attraverso l’agricoltura di precisione a utilizzare meno acqua o a prevenire i cambiamenti climatici.

Abbiamo realizzato una soluzione per individuare microplastiche in mare e recuperare questi materiali che tanto nuocciono all’ambiente”. È stato il prof. Antonio Blandini, Presidente del CIRA, a narrare dell’importanza di questo Centro, a livello nazionale e internazionale. Laboratorio di qualifica spaziale di assoluta eccellenza, con delle facilities utili a permettere lo svolgimento di numerose prove sperimentali: l’Icing Wind Tunnel, galleria del vento dove si fanno prove sulla formazione del ghiaccio sulle ali dell’aereo e sulle conseguenze che possono avere sulla stabilità dello stesso, o la Galleria ipersonica al plasma, che è in grado di replicare le condizioni che si manifestano quando un veicolo aerospaziale rientra dallo spazio.

“Il CIRA ha promosso 50 borse di dottorato, con oltre 30 Atenei italiani. Negli ultimi 3 anni sono state assunte 60 persone e attualmente, dei 390 dipendenti, 2/3 sono ricercatori e 1/3 ha conseguito un dottorato di ricerca”, ha dichiarato il prof. Blandini. Dello spazio come fonte di ispirazione per intere generazioni ha parlato l’ing. Marco Pizzarelli, dell’Agenzia Spaziale Italiana, esortando gli studenti a catapultarsi in questo affascinante dominio: “Questo è un percorso giusto, un settore in cui investire, uno dei settori trainanti dell’economia nei prossimi 30 anni”.

L’incontro si è concluso con i saluti istituzionali del prof. Alessandro Mandolini, Direttore del Dipartimento di Ingegneria, e la premiazione del concorso studentesco “Lo Spazio, quarto ambiente”, rivolto alle scuole superiori con indirizzo giuridico e tecnico-scientifico. Agli ospiti è stato presentato, inoltre, il progetto di ricerca svolto dai dottorandi del Dipartimento “Re-entry flight from the International Space Station”: la progettazione di un veicolo spaziale in grado di eseguire un rientro sicuro dalle operazioni LEO (Low Earth Orbit).
Angelica Cioffo
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Ateneapoli – n. 9 – 2025 – Pagina 28

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