Classroom game sulle negoziazioni climatiche, gli studenti “hanno dovuto ragionare come policymaker”

Gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Economiche per la Finanza, le Aziende e la Sostenibilità (SEFAS) si sono calati nei panni di negoziatori internazionali per fronteggiare, almeno virtualmente, la sfida più urgente del nostro tempo: il cambiamento climatico. È accaduto lo scorso 13 maggio, nell’aula B6 di Palazzo Pacanowski, durante un classroom game simulativo organizzato nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025, promosso da ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile). All’iniziativa hanno partecipato le classi del primo anno del corso e del secondo anno del curriculum ‘Mercati e Sostenibilità’.

Divisi in squadre, gli astanti hanno interpretato le delegazioni di diverse aree geopolitiche, ciascuna con le proprie priorità e i propri vincoli. E, grazie al simulatore C-ROADS, sviluppato da Climate Interactive, hanno potuto elaborare strategie per la riduzione delle emissioni climalteranti e verificare in tempo reale l’impatto delle loro decisioni sugli scenari climatici futuri. “Ci siamo chiesti se saremmo riusciti a contenere l’aumento della temperatura media globale sotto 1.5 gradi – racconta la prof.ssa Elisabetta Marzano, docente di Economia Politica e Coordinatrice del Corso – ed è stato interessante osservare come ogni scelta, pur simulata, producesse conseguenze concrete.

I ragazzi hanno capito quanto sia difficile raggiungere un equilibrio tra esigenze ambientali, economiche e politiche”. Il gioco, moderato dal prof. Alessio D’Amato, docente di Politica Economica, si è aperto con un’introduzione dedicata al contesto scientifico e istituzionale della crisi climatica.

Fondamentale il contributo dei docenti coinvolti nei corsi di Applicazioni di politica economica ambientale, prof. Massimiliano Agovino, Politiche per i territori e la sostenibilità, prof. Ivano Dileo, e Diritto internazionale dell’economia e finanza sostenibile, prof.ssa Susanna Quadri, che hanno garantito un approccio interdisciplinare e coerente con gli obiettivi formativi del SEFAS. “Questa iniziativa ha rappresentato un vero e proprio esperimento – spiega Marzano – utile a testare la capacità degli studenti di applicare conoscenze teoriche a contesti dinamici e complessi. Hanno dovuto ragionare come policymaker, tenendo conto di fattori economici, geopolitici e ambientali spesso in conflitto tra loro”.

Non è mancato l’entusiasmo da parte dei partecipanti: “C’è stato un altissimo grado di immedesimazione – sottolinea la docente – che ha favorito un confronto realistico tra interessi divergenti. Hanno capito che i negoziati internazionali non sono astratti, ma mossi da logiche di potere, disuguaglianze storiche, squilibri economici. Si sono sentiti protagonisti e responsabili”.

Secondo la Coordinatrice, il successo dell’iniziativa è stato dunque duplice. “Da un lato, l’elevata partecipazione, dall’altro, la capacità dimostrata dagli studenti di reagire in modo consapevole, sfruttando competenze e sensibilità personali. Il gioco ha rappresentato una sintesi perfetta tra formazione accademica e riflessione civile. Per molti è stata inoltre la prima occasione per confrontarsi attivamente con i temi dell’Agenda 2030, in particolare gli obiettivi 7 e 13”. E ora si guarda al futuro: “Questa prima edizione è stata una prova superata a pieni voti – conclude Marzano – La riproporremo senz’altro, anche su altri temi. I ragazzi hanno voglia di essere coinvolti, di sentirsi parte attiva del loro percorso. È nostro compito rispondere a questo bisogno con una didattica che sia viva, concreta, partecipata”.
Giovanna Forino
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Ateneapoli – n. 9 – 2025 – Pagina 30

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