A pochi mesi dai Campionati Nazionali Universitari di Ancona, si parla di sport e università. Un legame inscindibile, che nel casertano si riassume nel sodalizio tra Cus e Università Vanvitelli, che è sotto il costante monitoraggio degli occhi esperti della governance. “Questa è un’epoca in cui si ricercano pilastri per i giovani. Credo che lo sport sia uno di questi e che, pertanto, si debba investire molto sulle attività sportive e di divulgazione – ha affermato la prof.ssa Katherine Esposito, Ordinaria di Endocrinologia e dallo scorso maggio Delegata del Rettore per lo Sport – Sono un medico, nessuno meglio di me sa quanto sia importante lo sport per mantenere l’organismo in buona salute. È importantissimo educare i giovani secondo questo principio. Per questo, la mission principale del mio mandato è coniugare sport e salute, spingendo i giovani a praticare attività sportive e a portare il loro talento tra i banchi delle università”.
Uno degli obiettivi principali, di cui si sta già discutendo da qualche tempo, è l’istituzione della figura dello studente atleta, già presente nella maggior parte degli Atenei e presto anche alla Vanvitelli. “Un Ateneo che intenda stare al passo coi tempi, deve sapersi adeguare alle necessità dei propri studenti – ha continuato Esposito – Se vogliamo continuare a far procedere di pari passo sport e università, non dobbiamo trattarli come due mondi a parte. Dietro uno studente atleta, che già affronta le sue difficoltà, c’è una famiglia che ha investito su di lui, che lo sostiene moralmente ed economicamente. È importante che l’università faccia la sua parte per non vanificare i loro sforzi”.
La condizione di studente atleta dà accesso infatti a una serie di agevolazioni, tra cui, di rilievo, la possibilità di accedere a date d’esame flessibili. Altro obiettivo della delegata è investire sulla comunicazione: “Vorrei che lo sport diventasse qualcosa di centrale nella nostra università, perché università, cultura e sport viaggiano sulla stessa linea”.
Obiettivi da portare a termine secondo la teoria, come la definisce la docente, “della bussola e della clessidra”: “Siamo orientati verso un obiettivo che è quello di dare centralità allo sport, un obiettivo che ha anche un risvolto culturale. In tutto ciò abbiamo un tempo che scorre ineluttabilmente, come la sabbia in una clessidra. Un tempo che va speso bene perché non torna indietro. È così che intendo portare a compimento il mio mandato: senza perdere tempo e perseguendo obiettivi concreti e credibili per il benessere dei nostri studenti”.
Nicola di Nardo
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Ateneapoli – n. 4 – 2025 – Pagina 28