‘Candidati si diventa’. Coaching tour alla Vanvitelli

“Candidati si diventa”: così ha introdotto il secondo appuntamento del Coaching tour – organizzato dall’Ateneo in collaborazione con la Fondazione Emblema con l’obiettivo di avvicinare il mondo universitario a quello del lavoro, promuovere un costante dialogo tra queste due realtà, fornire conoscenze trasversali agli studenti, realizzare progetti su territorio nazionale – la dott.ssa Roberta Paino, che nella sessione del 14 maggio, rivolta agli iscritti dei Dipartimenti di Ingegneria, Architettura e Disegno Industriale e Matematica e Fisica, ha mostrato e approfondito i temi chiave per approcciarsi al mondo professionale.

Il percorso è iniziato da una domanda chiave che ogni studente dovrebbe porsi: “che tipo di professionista voglio essere?”. Definire l’obiettivo professionale equivale ad analizzare una serie di variabili, che, comparate tra loro in modo critico, aiutano a capire il valore aggiunto che ogni studente vorrebbe mettere in campo nella propria carriera lavorativa.

“È fondamentale definire un obiettivo professionale, perché un conto è svolgere un lavoro, un conto è svolgere un lavoro che mi gratifica davvero”. Come farlo? Partendo dall’esterno: conoscere il mondo del lavoro e informarsi, capire i job titles tipici del dominio che interessa con la consapevolezza che per ognuno di essi ci sono competenze, conoscenze e attitudini specifiche. Per dare un significato concreto alla ricerca dell’obiettivo professionale, la dott.ssa Paino ha fornito agli studenti uno strumento, le ancore di carriera: “13 ancoraggi o dimensioni legate al mondo del lavoro importanti per ogni professione, che vanno dall’affermazione professionale all’orario flessibile”. Positivo, misurabile, concreto e sfidante: queste sono le caratteristiche che ogni obiettivo di carriera dovrebbe possedere.

Si è passati poi ad affrontare il tema della priorità assegnata dai selezionatori alle soft skills (capacità trasversali), a discapito delle hard (capacità tecniche): “insegnare ad una persona hard skills si può fare, ma insegnargli competenze soft è quasi impossibile”. Inoltre, a differenza delle hard, che diventano obsolete, quelle soft sono competenze che apparterranno per sempre al professionista e potrà applicarle per tutta la sua carriera. “Una volta definito l’obiettivo professionale, il secondo step è quello di scoprire le regole del gioco”: trasformare il web in alleato, curare la web identity e alimentare un network mirato.

A tal proposito la relatrice ha mostrato agli studenti un uso efficace della piattaforma LinkedIn, che permette una ricerca attiva e passiva di lavoro: da un lato, aiutando direttamente a rispondere ad annunci, dall’altro, a farsi notare dai selezionatori. La seconda parte della sessione di coaching si è focalizzata sui processi di selezione: lettera di presentazione, curriculum vitae e preparazione al colloquio.

Con tutti e tre gli strumenti “definire obiettivi ben chiari, dire al selezionatore in modo efficace perché mi sto candidando, perché scegliermi e mostrare il mio possibile valore aggiunto, mettendo in risalto i miei aspetti chiave”.
La dott.ssa Paino, in conclusione, ha ricordato agli studenti dell’opportunità che gli studenti hanno di ricevere una consulenza individuale sulla piattaforma job365 per la revisione del curriculum vitae o della lettera di presentazione.
Angelica Cioffo
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Ateneapoli – n. 9 – 2025 – Pagina 30

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