“Con Anatomia si approccia la geografia di quello che sarà il teatro delle nostre attività”

“Un mio vecchio Maestro diceva che il camice bianco è una condanna per chi non ama fare questo lavoro; bisogna essere consapevoli che questa Laurea consente di fare soltanto una cosa. Il medico. Non ci sono alternative. E questo implica confrontarsi a vita con gli ospedali, gli ammalati e tutto ciò che ne consegue”. Bando a qualsiasi retorica: va dritto al nocciolo della questione il prof. Salvatore Cappabianca, Coordinatore del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia di Caserta. Che poi cerchia in rosso quello che non deve in alcun modo mancare a chi sceglie questa professione: la cultura del sapere per poter fare e soprattutto quella che io chiamo attività del missionario, ovvero umanità, disponibilità all’ascolto e alla condivisione delle informazioni con il paziente”.
Messaggi chiari, che probabilmente si troverà a ribadire durante le lezioni di coloro che inizieranno a ottobre dopo aver superato il Tolc-med del 30 luglio. La sede di Via Salvatore Arena ne accoglierà 360 in tutto, “salvo eventuali integrazioni del Ministero”. Manco a dirlo, la struttura del piano di studio è analoga all’omonimo Corso di Napoli e a quello in lingua inglese. “Con Istologia si inizia a capire com’è fatto il corpo umano, mentre con Anatomia si approccia la geografia di quello che sarà il teatro delle nostre attività. Al secondo anno si incontra Biochimica che, per quanto possa risultare strana, oggi, assieme alla Biologia molecolare è la base della malattia, della medicina”.
Per “iniziare a buttare le mani– in senso pratico – “bisogna aspettare il terzo anno ed è giusto così: bisogna prima imparare e conoscere il paziente, altrimenti non possiamo avvicinarci”. D’altro canto, “il corposo gruppo di attività formative pratiche sono parte integrante di una buona preparazione finalizzata al conseguimento dell’abilitazione alla professione (è così dal 2020, n.d.r.)”, oltre ad essere un vero fiore all’occhiello e un momento di grande apprendimento.
E la maggior parte di questa fase, studentesse e studenti la svolgono nelle sedi napoletane. Ma Cappabianca fa una previsione – che sa di auspicio: “contiamo di portare a termine una serie di accordi, primo fra tutti con l’Azienda Ospedaliera Vanvitelli, per poter utilizzare anche strutture su Caserta, ovviamente se ci saranno le condizioni di soddisfacimento delle esigenze didattiche. Speriamo anche da quest’anno, incrociamo le dita”.
Ultime battute proprio sulle sedi, sui servizi offerti agli iscritti e sul test. “Abbiamo una serie di aule predisposte per le lezioni frontali, che vengono svolte nella maggior parte dei corsi su due canali per non affollare gli spazi; disponiamo di aule studio, laboratori di endoscopia per alcune attività. Aggiungo che sembra prossima l’apertura di altre strutture dove probabilmente si cercherà di spostare l’attività didattica: dipende dall’Ateneo e dal momento in cui Rettore e Direttore Generale riterranno chiuse le attività di preparazione”.
Il mantra si ripete: “Speriamo il prima possibile”. Sul Tolc-med poche ciance: “avere una banca dati a disposizione lo facilita, quindi se si vuol diventare medico bisogna richiamare l’ultima dote richiesta: lo spirito di sacrificio. Niente viaggio post diploma: che si resti a casa a studiare il database”. E chiude: “il test non va vissuto come un ‘ora o mai più’; è una prova d’esame alla portata, perciò bisogna viverla con serenità e con la consapevolezza di essersi preparati bene”.
Scarica gratis la Guida Universitaria 2024
Guida Universitaria – Pagina 95

- Advertisement -




Articoli Correlati