Medicina: “una scelta di vita dettata da una vocazione al conforto del paziente”

“Medicina deve essere una scelta di vita dettata da una vocazione al conforto del paziente dal punto di vista terapeutico e psicologico”. Questo il punto di partenza indifferibile prima di ogni valutazione per il prof. Marcellino Monda, ordinario di Fisiologia e Coordinatore del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia di Napoli, che bandisce 290 posti per gli aspiranti camici bianchi. E una volta dentro, si affronta un primo anno che prevede “difficoltà di tipo medio, considerando che gli iscritti incontrano materie di base come Chimica, Fisica, Biologia, Istologia, delle quali hanno già un’infarinatura essendo parte integrante del test d’ingresso”.
Solide fondamenta, ma anche un adeguamento ai tempi che mutano: “c’è anche un esame di inglese – continua il docente – perché il nostro settore oggi è internazionale, così la nomenclatura scientifico-medica di riferimento”. E a dispetto di quello che si pensa, la pratica non è poi così lontana, basta aspettare l’esame di Basi metodologiche in Medicina e Bioetica, che consente di frequentare i reparti e avere già una prima full immersion nella clinica – anche se nei limiti di una panoramica generale. Riteniamo questa fase fondamentale per la visione della malattia e del paziente; cioè un medico deve conoscere la malattia e deve pure sapersi confrontare con il paziente”. Il secondo anno è “più specifico e avanzato”.
E infatti: Biochimica, Anatomia, Fisiologia, Microbiologia. “Si studia il corpo umano dal punto di vista morfologico (Anatomia) e da quello funzionale (Fisiologia). Il tutto si integra con la Biochimica, dove si studia il funzionamento della cellula umana. Poi, gli orizzonti si ampliano ulteriormente con Patologia generale, Immunologia; si inizia ad avere, in generale, una visione fisiopatologica, ovvero dei meccanismi che riguardano apparati alterati. Senza dimenticare anche l’insegnamento di Farmacologia, che definirei clinico. Nel senso di uno studio non del farmaco in sé, ma come elemento di una terapia”. Da lì, spazio alle cliniche. E a tutta la parte pratica di Medicina che, essendo una Laurea abilitante dal 2020, impone un tirocinio pratico-valutativo per accedere all’esame e discussione finale. E ciò significa, spalmati lungo il percorso, “tirocini di un mese per le materie mediche (medicina interna), uno per le materie chirurgiche (chirurgia) e uno presso gabinetti del medico di medicina generale”.
L’Antico Policlinico, infine, è formalmente la sede centrale dove la Facoltà di Medicina è pure nata, nel cuore di Napoli a Piazza Miraglia, nel cosiddetto recinto. Ma non è certamente l’unica: si accodano il Complesso Monumentale di Santa Patrizia, quello di Sant’Andrea delle Dame, e ancora la Clinica pediatrica, il Complesso dove è incardinata ostetricia, la Clinica psichiatrica; la sede ‘alta’ a Cappella Cangiani, dove interi padiglioni sono utilizzati dalla Vanvitelli. Monda chiude riprendendo il discorso su chi possa diventare un medico, nel senso ampio del termine: “Solo coloro che riusciranno a stare accanto alle sofferenze altrui. Tutti gli altri ragionamentisoddisfazioni e complicazioni professionali, aspetto economico – ci stanno, ma alla base deve esserci sempre l’empatia verso l’ammalato”.
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Guida Universitaria – Pagina 95

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