“Il mondo del lavoro non è più quello di 30 anni fa, per cui non si può più erogare una didattica in senso tipicamente ‘istituzionale’. Serve inter e pluridisciplinarità, e noi non siamo immuni a queste istanze”, afferma la prof.ssa Francesca Carimini, Ordinaria di Diritto privato e Coordinatrice della Laurea Triennale in Scienze Politiche, in merito alle competenze trasversali acquisite dagli studenti del Corso che presiede. Un mondo che cambia richiede istituzioni versatili che cambino insieme a lui e Scienze Politiche è, per antonomasia, uno dei motori di questo cambiamento, in quanto si incarica di formare le classi dirigenti del futuro.
Oggi la laurea in Scienze Politiche offre importanti occasioni (se però si ha intenzione di continuare con gli studi, perché la sola Triennale offre qualche possibilità solo nel campo della Pubblica Amministrazione). “Chi studia Scienze Politiche può ambire a lavorare nelle pubbliche amministrazioni, ma anche nelle relazioni internazionali, nelle università e in studi commerciali. In altre parole, può decidere di lavorare nel pubblico e nel privato ottenendo le stesse soddisfazioni professionali”.
Tutto inizia sui banchi dell’università, con l’intersezione dei saperi. “Abbiamo una ghiera di insegnamenti molto diversificati – prosegue Carimini – A fianco a discipline più tecniche come il Diritto privato e la Statistica, se ne trovano altre di taglio decisamente più umanistico, come la Storia delle Dottrine politiche o la Filosofia della politica. Completano il quadro le lingue (perfezionate con l’ausilio della piattaforma Rosetta Stone), che da noi sono importantissime, e le competenze informatiche. Arricchiamo il bagaglio degli studenti con tutto quello che può servire in un mondo in rapida evoluzione, cercando di sviluppare le capacità speculative e critico-costruttive degli studenti”.
Il Corso, ad accesso libero ma subordinato al test di autovalutazione Tolc, è articolato in quattro curricula (Economico, Internazionale, Istituzionale e Politiche per l’Ambiente, il Clima e il Territorio), ma è solo al terzo anno che le discipline si caratterizzano per ogni curriculum. “Le discipline dei primi due anni sono comuni a tutti i curricula – spiega la docente – e forniscono una preparazione propedeutica in vista del terzo anno ed eventualmente della prosecuzione Magistrale. Si tratta di una didattica integrata anche da attività laboratoriali e da un’intensa attività seminariale, che fornisce spunti per l’approfondimento delle discipline trattate”.
Al terzo anno sono previste le attività di tirocinio, che hanno lo scopo di avvicinare gli studenti al mondo del lavoro: “Il nostro Dipartimento ha stretto una fitta rete di collaborazioni con enti e aziende del territorio e, in senso più ampio, del Mezzogiorno, al fine di preparare gli studenti alle sfide professionali che dovranno affrontare”. Non sono state evidenziate particolari criticità da parte degli studenti, perché nel corso del tempo sono state messe in atto strategie volte a facilitare la vita degli studenti: “Insieme alle importanti attività di tutoraggio, organizziamo prove intercorso per gli insegnamenti più complessi. Inoltre, abbiamo attuato una distribuzione equilibrata, nel triennio, tra gli insegnamenti più ostici da affrontare e quelli più semplici. Le difficoltà possono esserci ugualmente, in quel caso non resta che rivolgersi ai docenti”.
L’importante è frequentare, seguire i corsi, porre domande e vivere l’università: “Da noi è essenziale la dialettica tra scienza e prassi, come per Giurisprudenza. Il sapere acquisito necessita del momento applicativo, altrimenti viene vanificato”. Il laureato in Scienze Politiche può scegliere di continuare gli studi con una delle quattro Magistrali attivate dal Dipartimento: Relazioni e Organizzazioni internazionali, International Relations and Organisations, Scienze della Politica e della Comunicazione istituzionale e Scienze e Tecniche delle Amministrazioni Pubbliche.
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Guida Universitaria – Pagina 107
Scienze Politiche: “Da noi è essenziale la dialettica tra scienza e prassi”
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