Un faccia a faccia preliminare. Schietto e necessario. Che al momento ha strappato qualche apertura, strette di mano, allusioni un po’ retoriche al saper sognare e la promessa dell’approvazione di una convenzione nel Consiglio comunale di marzo. Insomma, la strada è ancora lunga. Architettura e Ingegneria, rappresentati dai Direttori e professori Ornella Zerlenga e Alessandro Mandolini, hanno incontrato pubblicamente il Sindaco di Aversa, Francesco Matacena, eletto sette mesi fa, per rimarcare posizioni e chiedere se ci sono le condizioni per rendere il Comune del casertano “una città universitaria”, come ha detto con vigore proprio Mandolini, che non si è risparmiato: “abbiamo presentato tanti progetti, ma sono passati più di dieci anni e siamo ancora al punto di partenza”.
Il confronto, intitolato ‘L’Università in Città, l’Università per la Città, la Città per l’Università’, è avvenuto sul terreno del Club Rotary Aversa Terra Normanna, che l’ha organizzato nella sala conferenze dell’Hotel del Sole lo scorso 26 febbraio, alla presenza della stampa locale. “Speriamo che la tavola rotonda non si esaurisca stasera – ha detto l’Avv. Carlo Maria Palmiero, moderatore della serata e Presidente del Club – dobbiamo essere tutti insieme protagonisti del cambiamento. Vediamo cosa è stato fatto e cosa si può fare ancora”.
Dopo convenevoli e presentazioni, il primo a prendere la parola è stato proprio Mandolini, che ha ribadito l’importanza della situazione – “è la prima volta che c’è l’opportunità di fare una riflessione congiunta tra università e comune” – e ha ripercorso brevemente la storia della Vanvitelli attraverso i numeri, soffermandosi soprattutto su quelli di Ingegneria – “ad oggi contiamo ben 16 Dipartimenti e, per quanto riguarda noi, 13 Corsi di Laurea che portano a 700 immatricolati l’anno per un totale di 2500 studenti che frequentano ogni giorno le nostre sedi e la città stessa, creando un grande indotto”. Non solo didattica: “siamo anche azienda”.
E spiega che di aver ottenuto “dieci milioni di euro tramite bandi competitivi, stipulato convenzioni per quasi 700.000 euro e di ricevere solo 278.000 euro di contributi ministeriali, a testimonianza della nostra autonomia; intratteniamo rapporti con 26 Spa, 14 amministrazioni comunali”.
Il progetto del Campus del 2022
Senza dimenticare la Terza Missione, e qui non manca una vena polemica nelle parole del docente: “parliamo di divulgazione e valorizzazione, ma a volte mi sento trasparente rispetto alla cittadinanza”. Solo nel 2024, ricorda, “abbiamo organizzato circa 90 iniziative, poi c’è Scuderia Vanvitelli con la quale abbiamo raggiunto il quarto posto a Sae Italy a settembre del 2024”. Un lungo preambolo necessario ad avanzare una richiesta specifica, che riguarda entrambi i Dipartimenti: “dobbiamo trovare il modo di incrementare la sinergia con la città, se ci supportiamo a vicenda possiamo raggiungere i rispettivi obiettivi. Ma abbiamo bisogno di spazi, sono una necessità”.
E le idee della Vanvitelli su come recuperarne ci sono eccome. Dopo un primo progetto datato 2014, figlio della sola ex Facoltà di Ingegneria (finanziamenti per poco meno di undici milioni di euro) slittato poi al 2019, si arriva all’ultimo tentativo in ordine cronologico: l’ambizioso progetto per un Campus, del 2022, anche questo già bello e fatto, con i due Dipartimenti che hanno superato acredini di lunga data, come ammesso dai due Direttori, e individuato anche le competenze e le figure per un Comitato tecnico-scientifico consultivo, progettazione architettonica, impiantistica, strutturale e geotecnica – “la proposta è bellissima, i soldi ce li mettiamo noi, non si può perdere questa occasione ma abbiamo bisogno di una città che ci voglia”, ha concluso con decisione Mandolini.
Sulla falsariga del collega ha preso posizione anche la prof.ssa Zerlenga che, dopo il consueto excursus storico su Architettura, ha ammonito: “l’impressione è di sentirsi un po’ abbandonati a se stessi”.
“Non siamo affatto dei lavativi”
In riferimento al tessuto urbano che circonda il complesso di via San Lorenzo, la docente denuncia la mancanza di “librerie, bar, spesso i nostri studenti faticano a trovare una collocazione anche sul fronte delle residenze”. Un trattamento, lascia intendere Zerlenga, non troppo meritato dato il contributo del Dipartimento in termini aziendali, di didattica e formazione altamente specializzante, Terza missione: “la legge Gelmini ha cambiato il modo di essere dell’università, aprendola al territorio e rendendola per questo più trasparente e concreta. Le comunità locali possono comprendere davvero cosa facciamo e perché. Non siamo affatto dei lavativi, purtroppo come in tutte le aziende ce n’è qualcuno”.
Nel presentare brevemente l’offerta formativa, Zerlenga ha raccontato la rivoluzione che ha rappresentato per gli anni ’90 l’istituzione di un Corso di Laurea come Disegno industriale; così come Design per la Moda nel 2004. E su questo punto arrivano le note dolenti: “abbiamo un tetto massimo di iscritti che vorremmo alzare, ma servono docenti, servizi e soprattutto aule, gli spazi a nostra disposizione talvolta sono asfissianti”. Poi, facendo riferimento ad incontri con architetti prestigiosi, con il mondo delle imprese e delle associazioni, nonché allo sbocco internazionale, ha affermato che Architettura fa in modo che “la comunità di studenti sia comunità dei locali”. La docente ha chiuso l’intervento con i numeri: “solo nel 2024, tra formazione e ricerca, il Conto Terzi è stato di 560.000 euro”.
Successivamente è toccato al Sindaco Matacena prendere la parola e rispondere. Nel ringraziare l’Ateneo per la restaurazione e la ristrutturazione dei Complessi che gli sono stati affidati nel tempo, ha spiegato che le dimensioni di Aversa rendono difficoltosa la risposta da parte delle istituzioni locali: “siamo sesti in Campania per densità abitativa, non è affatto semplice amministrare un territorio che si estende per nove km². Il solo Tribunale deve offrire i propri servizi ad un milione di abitanti; ogni giorno gravitano oltre 20.000 studenti di scuola sulla nostra città. Basti pensare, inoltre, che nel 2000 avevamo 430 dipendenti, oggi solo 137”.
E prima di entrare nel merito della questione Campus, non manca una critica buttata sul tavolo con il sorriso: “nella classifica delle migliori università del mondo, Napoli non è tra le prime 100, sarei curioso di sapere dov’è stata collocata la Vanvitelli”.
Ad ogni modo, il primo cittadino, con un certo istrionismo nel definirsi un uomo del fare a cui piace sognare, ha promesso: “la riqualificazione della parte periferica della nostra città è molto importante e voi sarete coinvolti come protagonisti (riferendosi ai docenti, ndr). Abbiamo azionato le leve giuste, ci sono stati incontri con il Prefetto, il Rettore, voi Direttori di Dipartimento. Nel prossimo Consiglio comunale approveremo la convenzione”. A chiusura del confronto, dopo qualche domanda pervenuta dai presenti in sala, si è espresso il dott. Antonio Brando, Governatore Distretto 2101: “ancora una volta il Rotary diventa agorà e punto di incontro”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 4 – 2025 – Pagina 27