“Una palestra di formazione spesso anche aperta alla tecnologia”

“Ci rivolgiamo a giovani curiosi, appassionati del mondo antico e di tutte le espressioni artistiche dell’uomo in ogni epoca e in ogni sua forma. E che perseguano l’idea di avere, in futuro, un ruolo attivo nella ricerca e tutela dei beni culturali materiali e immateriali”: le parole della prof.ssa Paola Carfora, referente per la qualità del Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali e docente di Rilievo e Analisi dei Monumenti Antichi. Il Corso, coordinato dal prof. Nicola Busino, si articola in tre curricula: Archeologia, Storia dell’arte e Promozione culturale del territorio. Tre profili orientati a “fornire buone conoscenze di base nei diversi settori legati ai beni culturali in senso lato e nel contempo a sviluppare capacità professionali specifiche”. La didattica beneficia della recente opera di riorganizzazione degli insegnamenti. Particolare attenzione è stata posta al primo anno, così da consentire ai nuovi allievi di conseguire i crediti formativi richiesti entro i tempi previsti, evitando che vadano fuoricorso. Si affronteranno dunque al primo anno “materie fondamentali come la Linguistica, la Letteratura italiana e le varie Storie per poi delegare le discipline più caratterizzanti del profilo prescelto nel biennio successivo”. Questa strutturazione consente “un carico più sostenibile e ha avuto un riscontro positivo nelle valutazioni studentesche”. L’offerta si incrementa e diversifica non solo sul piano storico-teorico ma anche su quello tecnico-pratico grazie “a vastissime attività curriculari ed extracurriculari”. Per le prime è obbligatorio conseguire 3 crediti di tirocinio a cui si affiancano “esperienze di laboratorio, esercitazioni, seminari, attività integrative, a cui gli studenti accedono liberamente, assecondando le proprie scelte”. Possono ad esempio partecipare a “cantieri scuola di scavo archeologico, ricognizioni topografiche territoriali, attività di inventariazione di manoscritti e a quelle di catalogazione e movimentazione di beni museali o librari. Ancora, processi di schedatura del patrimonio e promozione e comunicazione culturale del territorio”. Si tratta, dunque, di una vera e propria “palestra di formazione spesso anche aperta alla tecnologia, in quanto possediamo una forte sensibilità trasversale, in tutti i curricula, per il problema della digitalizzazione del patrimonio culturale”. Tutto ciò poi servirà anche nell’ottica di una continuità con il percorso Magistrale, “che sarà ancora più marcatamente professionalizzante”. Il Triennio, però, offre già diverse opportunità occupazionali, formando “figure che possano svolgere attività in collaborazione sia con le istituzioni pubbliche che con le aziende private, intese come piccole e medie imprese legate al mondo del patrimonio culturale. Ma non solo, possono facilmente trovare posto anche nel mondo dell’editoria e in quello del turismo locale, nazionale e internazionale. Eroghiamo crediti nelle lingue straniere, e in particolare nel curriculum di Promozione culturale del territorio premiamo non solo sull’inglese ma anche sul francese”. Consigli alle matricole: “valutate le vostre inclinazioni soprattutto sul piano motivazionale e attuate una scelta saggia e sentita. Una volta iscritti poi, vivete appieno la vita universitaria. Sono tante le opportunità di crescita nelle lezioni, che non di rado diventano anche momenti di ascolto per voi studenti affinché viviate il percorso con serenità ed entusiasmo. E, infine, sfruttate le occasioni di studio all’estero in relazione ai bandi Erasmus annuali”.
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Guida Universitaria – Pagina 103

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