Stress per gli esami, pressione accademica, gestione del tempo, aspettative personali e familiari. Il mix di tutto o una parte di queste dinamiche può diventare una miscela difficile da gestire. È proprio per questo che il benessere psicologico è sempre più centrale nelle iniziative delle università nei confronti delle proprie studentesse e studenti. Oltre allo Sportello di Ascolto del CUG, un servizio gratuito rivolto a chiunque appartenga alla comunità universitaria, l’ultima misura de L’Orientale è un ciclo di tre seminari intitolato ‘Gestire l’ansia del primo anno universitario’, dedicato a supportare gli studenti nel superare le sfide emotive e psicologiche legate all’inizio del percorso universitario.
Gli incontri si terranno il 14, il 21 e il 28 maggio dalle ore 10.00 alle ore 11.30 nella Sala Riunioni di Palazzo Santa Maria Porta Coeli. A ben vedere, si tratta di un’iniziativa da inquadrare nell’ambito delle attività di Counseling per l’orientamento in ingresso, delle quali la referente generale è la prof.ssa Katherine Russo. Nello specifico, il relativo Sportello è uno spazio dedicato a supportare studenti delle scuole superiori o studenti che abbiano intenzione di cambiare Corso di studi nella scelta consapevole del proprio percorso universitario e coloro che incontrino difficoltà di ambientamento durante il primo anno di corso. Il servizio, gestito dalla dott.ssa Sonia Roffo e fruibile tre pomeriggi a settimana su appuntamento per colloqui personalizzati, organizza seminari di orientamento vocazionale come quello citato.
E quindi: in cosa consisteranno questi appuntamenti? “Durante il primo – spiega proprio la psicologa specializzata in Psicoterapia cognitivo-comportamentale – prevedo di presentare l’ansia fornendo una spiegazione neurobiologica e cognitiva per normalizzare questa emozione e far capire ai ragazzi che è comune vivere uno stato del genere quando si entra in un ambiente del tutto nuovo, diverso dalla scuola e con una struttura diversa. Dopo di che sottoporrò loro degli esercizi pratici, con il modello ABC.
Il nostro stato d’ansia dipende dal modo in cui interpretiamo le cose e da quello che pensiamo rispetto alla bocciatura ad un esame, per esempio. Per questo ho pensato ad una visualizzazione guidata – una tecnica di mindfulness – per riconoscere quei pensieri che mettono in allarme: ciò che pensiamo non è la previsione di qualcosa che accadrà sicuramente, ma uno scenario immaginario che sorge perché la mente si prepara all’incertezza e vuole difenderci dal pericolo”.
Successivamente, durante il seminario del 21 maggio, “ci occuperemo di ristrutturazione cognitiva, lavoreremo sul trovare prove a favore e contro un proprio pensiero e impareremo a gestire l’ansia nel quotidiano. Se c’è un pensiero che blocca e non permette di presentarsi all’esame, va ristrutturato: durante l’incontro si capirà come, sfruttando ancora tecniche di mindfulness che aiutano ad agganciarsi nel momento presente e a staccarsi dal pensiero che infonde ansia”. Infine, l’ultimo appuntamento: “dopo aver rivisto il diario dei pensieri e valutato quanto fatto in precedenza, formerò delle coppie. Una persona esporrà i propri pensieri disfunzionali, l’altra tenterà di capire come ristrutturarli attraverso una tecnica di aggancio che spiegherò, utile a creare un luogo sicuro da sfruttare nei momenti di ansia”.
Insomma, il primo anno universitario presenta delle difficoltà, ma possono essere affrontate: “bisogna normalizzare il malessere, parlarne con gli altri, lavorare sul significato che si dà all’esame, all’eventuale bocciatura. L’università è un percorso che ci porta al conseguimento della laurea, certo, ma è solo una fetta della vita e non determina il proprio valore”. Breve dichiarazione anche della prof.ssa Russo, che rimarca le intenzioni dell’Ateneo: “riteniamo che il primo anno sia un momento delicato e difficile per gli studenti e aiutarli è la nostra finalità, anche attraverso questo genere di attività”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 8 – 2025 – Pagina 35