Lezioni sold out nella prima settimana

Pubblicati a fine settembre i nuovi orari dei corsi che hanno sancito a partire da lunedì 4 ottobre l’inizio ufficiale del nuovo anno accademico a L’Orientale. “L’anno in cui – si spera – ripartiremo davvero, senza dover subire brusche interruzioni delle lezioni in presenza, come accaduto l’anno scorso per noi studenti delle Magistrali quando la Campania venne dichiarata zona rossa e si ritornò improvvisamente in dad”, ricorda Alessandra Serra, studentessa di Linguistica e Traduzione Specialistica. Adesso tutto è pronto per ricominciare in presenza, dopo quasi due anni dalla chiusura dell’Università. Un’organizzazione didattica programmata nei minimi dettagli, tenuto conto del contingentamento, che lascia intravedere un calendario fitto di lezioni per gli studenti del primo anno. “Il Polo ha fatto un ottimo lavoro quest’anno – continua – affinché non coincidessero le lezioni delle lingue più scelte, come Francese, Spagnolo, Tedesco, Arabo, Cinese, Giapponese e Russo, o ancora Letteratura Inglese I con altre lezioni obbligatorie del primo anno” (visto che il Corso di Lingua vero e proprio partirà solo nel secondo semestre). “Su oltre 40 lingue può capitare, però, che qualcosa coincida: per esempio, il martedì alle 14.30 Svedese I e Romeno I si accavallano, ma la possibilità che uno studente abbia scelto di accoppiare proprio queste due lingue è alquanto remota”, afferma Francesca D’Angelo, al secondo anno di Mediazione Linguistica e Culturale. Tuttavia, “l’opportunità di registrare le lezioni in streaming può diventare una risorsa che consente di aggirare il problema delle sovrapposizioni”. È, quindi, ufficiale: entra in vigore su tutti i Corsi di Laurea la modalità blended. Ogni corso che avrà luogo nelle aule universitarie sarà contemporaneamente trasmesso su Microsoft Teams (attraverso un codice di accesso che verrà fornito a ciascuno studente dotato di un account istituzionale). “Una piccola ingiustizia perché ciò significa che se non si è immatricolati non si può ancora accedere ai contenuti didattici”, interviene Simona Marino. Che aggiunge: “Spesso si ha bisogno di seguire molte lezioni di lingue sulle prime annualità per orientarsi nella giusta direzione”; oppure, “non tutte le famiglie hanno la possibilità di pagare le tasse di immatricolazione (le più costose) già da subito”. Per chi non possiede la mail ufficiale dell’Ateneo, è consentito dunque prendere parte alle lezioni solo via streaming. Il timore diffuso è che le classi virtuali possano essere soggette a una disparità di trattamento. “Solo gli studenti immatricolati possono prenotare il proprio posto in aula: una regola piuttosto impopolare. Comprendiamo da un lato la necessità dell’Ateneo di prevedere in anticipo il numero di studenti e rapportarlo alla capienza delle aule, ma non è piacevole sentir parlare già di ‘aule sold out’, come se anche per l’Università fosse iniziata la corsa al posto”. Di questo passo, “tenderebbero a essere favoriti gli studenti che hanno già le idee chiare su cosa studiare e a rimanere indietro vi sarebbero coloro che – la maggior parte – hanno bisogno di almeno un mese di lezione per decidere quali lingue studiare”. Per accedere alle lezioni dal vivo, è in ogni caso obbligatoria la prenotazione sul sito prenota.unior che monitora in tempo reale la disponibilità dei posti. “Il sito va ulteriormente perfezionato, perché risulta in manutenzione da diversi giorni per via dell’alto numero di accessi. Non vorremmo che quest’anomalia, già segnalata alla Struttura Informatica di Ateneo, possa pregiudicare l’opzione di prenotare un posto nelle prossime settimane. Addirittura, sul sito risultavano prenotabili corsi erogati di domenica?! Assurdo”, riprende Francesca. Presso le portinerie delle sedi didattiche gli studenti corsisti poi dovranno mostrare la ricevuta di prenotazione ai corsi, insieme al green pass, come previsto da decreto-legge. “Le rappresentanze studentesche hanno richiesto al Rettore di sostituire la documentazione con il QR code così da evitare uno spreco di carta inutile”, racconta Alessandra. “In un momento in cui si parla così tanto di transizione ecologica, le Università sono tenute ad adottare prassi meno dannose per l’ambiente”. Altri obiettano: “il problema non è lo sperpero materiale, che sarà comunque eliminato vista la buona predisposizione del Rettore verso i temi ecologici, ma la discriminazione arrecata dal green pass. Non tutti quelli che non hanno il vaccino sono contrari: c’è chi non l’ha fatto per motivi di salute o chi, pur avendo la certificazione verde, sceglie di non frequentare perché vive a stretto contatto con soggetti fragili o affetti da gravi patologie”, è il pensiero di Monica Morra, iscritta a Lingue e Culture Comparate. Intanto, “si è discusso nel Senato Accademico del 28 settembre dei tamponi gratuiti per l’accesso ai luoghi pubblici: un’utopia? Speriamo che vada in porto la proposta per l’Università, anche perché non tutti i tamponi gratuiti – come, ad esempio, quello della Croce Rossa – generano un codice utile per il green pass”. In aula ogni docente procederà facendo l’appello in modo da verificare eventuali assenze. “Sarà come ritornare a scuola, solo con la mascherina”, conclude Simona.
Le matricole, un tutor per il canale online
“Seguiamo in dad da marzo 2020. Ora ci chiediamo se sia la soluzione adeguata anche per l’insegnamento universitario, soprattutto per le lingue in cui partiamo da zero”, il dubbio di Serena Nuzzolese, al primo anno di Lingue e Culture Orientali Africane, rispecchia un pensiero comune tra le matricole. Sebbene sia stato garantito che ciascun docente riserverà la stessa attenzione sia ai frequentanti che agli studenti collegati via streaming, “non esiste un ente o una figura che vigili affinché sia rispettata la ‘par condicio’ tra i due canali. Forse sarebbe il caso di iniziare a contemplare l’assistenza di un tutor per il canale online”. Sarà, infatti, complicato per i docenti che “scrivono alla lavagna o distribuiscono fotocopie mettere a disposizione un equivalente digitale per fare in modo che tutti possano partecipare alla lezione alle stesse condizioni”. Peraltro, il quadro dei docenti non è ancora completo e sarà definito non prima della fine del mese. “Solo allora sarà possibile fare un bilancio approssimativo. Incrociamo le dita sperando di non andare incontro a un caos”. Intanto, gli studenti chiedono la riapertura immediata delle aule studio. “È un controsenso perché da planning spesso abbiamo quattro ore di buca tra una lezione e l’altra e il sistema di prenota.unior non ci consente di prenotare un posto in aula all’infuori delle ore di didattica”, osserva Enzo Guerra, al terzo anno di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Probabilmente, “nessuno ci aveva pensato ma l’Università dovrebbe adottare un sistema per garantire a chi vi entra di poter rimanere o sostare all’interno degli spazi universitari, cosa che avviene in altri Atenei campani”, sottolinea. Un sistema incongruente perché “anche chi segue in presenza è comunque costretto a portare il pc dato che alcuni corsi di Lingua – come Tedesco – hanno raggiunto un numero massimo di studenti nel giro di poche ore dall’attivazione”. La domanda cruciale resta: “da dove potrò collegarmi? Il wi-fi dell’Università è in grado di reggere accessi multipli alle videolezioni? Non è logico che io debba trovare posto altrove per seguire quando ci sono aule vuote o biblioteche adibite alla sola consultazione, né si può pensare di andare in un bar e occupare un tavolo per due ore”, il discorso di Ilaria Calabrese, di Mediazione. Presi dall’ansia di accaparrarsi un posto il prima possibile, inoltre, “abbiamo prenotato tutto senza criterio e dovuto annullare in un secondo momento la partecipazione. Ci sono cascata anch’io: volevo seguire Arabo in presenza il mercoledì ma era già tutto al completo, per cui ho eliminato la prenotazione alla lezione di Storia moderna, perché non mi conviene venire a Napoli per un solo corso che non è neanche quello di Lingua”. Da questo mese anche il ricevimento ritorna in presenza seguendo la stessa duplice modalità. Poco si sa, invece, di cosa accadrà nel secondo semestre, mentre rimane più urgente la questione degli esami di novembre. “Potremo ancora sostenerli da casa?”, insistono i fuoricorso. Tra loro parla una studentessa lavoratrice, Lisa Imperatore: “qualche tempo fa era stata annunciata la modalità mista fino a dicembre per gli esami, ora i docenti dicono che le prove torneranno in presenza, anche se non è escluso che una parte possa svolgersi da remoto per studenti con esigenze specifiche”. Incertezze che permangono, poiché “non è stato specificato chi potrà accedervi e, dopo aver sollecitato il Polo Didattico, ci è stato detto che tutto sarà nuovamente rimandato a una futura comunicazione”.
 
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