La sua sede, Palazzo Giusso a Largo San Giovanni Maggiore, è quella che maggiormente identifica L’Orientale, forse, anche tra i non addetti ai lavori. Per storia e tradizione, tra tutti e tre i Dipartimenti, è quello non linguistico. Scienze umane e sociali, diretto dal prof. Paolo Wulzer – che ha raccolto l’eredità del prof. Giuseppe Cataldi lo scorso gennaio – è il fulcro di un’orchestra di saperi accordata armonizzando gli studi storico-politici internazionali, diritto, economia, storia contemporanea e moderna, filosofia, studi culturali e sociologici.
Ovvero le sette aree scientifiche che orientano la ricerca, gli studi e la didattica del grande occhio critico del Dipartimento, proiettato fin dalla sua nascita su Asia, Africa, Europa e Americhe. E “si collocano – spiega il Direttore ad Ateneapoli – tutte all’interno dei filoni delle scienze umane e sociali, che dialogano tra loro attraverso progetti, iniziative congiunte che la struttura dipartimentale, sfruttando la sua funzione, prova a mettere in un’ampia rete di saperi per cogliere i cambiamenti di un mondo sempre più complesso”.
Dal punto di vista didattico, gli indirizzi generali si sostanziano naturalmente nell’offerta formativa. Che consiste innanzitutto nella Triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali (circa 150 immatricolati l’anno) e poi nelle tre Magistrali in Lingue e Comunicazione Interculturale in Area Euromediterranea; Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa; Relazioni Internazionali – tutti e tre i bienni viaggerebbero su una media di 100 immatricolati. In ottica 2025/26, c’è un appuntamento molto importante: la revisione generale della struttura dei Corsi di Laurea. Wulzer dà qualche anticipazione di carattere generale sull’indirizzo di queste modifiche: “da un lato l’idea è quella di mantenere l’impianto internazionale, naturalmente, ma si cercherà di aprire l’offerta ad altre sensibilità e saperi presenti al nostro interno”.
Non solo: “di rafforzare le nostre specificità, uniche nel Meridione, e rendere sempre più fruibile i nostri Corsi anche in inglese per attrarre studenti stranieri”. Obiettivo, quest’ultimo, che si raggiunge anche inserendo il Dipartimento “nelle reti di eccellenza europee e internazionali, per attrarre finanziamenti esterni (su questo sta lavorando un’apposita commissione) e pure per la mobilità di docenti e studenti”. Guardare al futuro prossimo, però, significa fare i conti pure con i problemi sotto casa. Che spesso sono i più complicati da risolvere e magari affondano le radici nel passato e nel presente – tanto per il Dipartimento che per l’Ateneo tutto.
Gli spazi. Quelli che ci sono hanno bisogno di manutenzione costante perché inseriti in un tessuto urbano fortemente sollecitato. “Ho fissato delle priorità e stiamo procedendo più velocemente su determinati punti come il rinnovamento delle strutture. Ho nominato dei delegati che si stanno occupando di messa in sicurezza, decoro, ritinteggiatura; è chiaro che gli interventi strutturali debbano passare attraverso bandi di gara, che richiedono tempo”.
Wulzer si rivolge poi alle potenziali studentesse e studenti del prossimo anno, invitandoli ad approcciare le scienze politiche “con coinvolgimento ed entusiasmo”. In questo tipo di studio, secondo il docente, “lo sbocco deve essere visto come l’esito di un percorso fatto di conoscenze, saperi diversi, interesse, pensiero critico”. Per potersi giocare le proprie carte in un mondo del lavoro altamente competitivo “bisogna insistere, crederci, nonostante sia complicato. Sento ancora nostri ex studenti che sono riusciti a costruire carriere importanti”.
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Guida Universitaria – Pagina 132
Dipartimento di Scienze Umane e Sociali. Percorsi di “conoscenze, saperi diversi, interesse, pensiero critico”
Intervista al Direttore, prof. Paolo Wulzer

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