Prima un ciclo di incontri a Napoli, poi escursioni e lezioni a Łódź per immergersi nelle cultura e nella lingua polacca. Questo è quanto prevede il progetto ‘The Urban Language(s) Łódź-Neapoltian Sociolects’, che ha lo scopo di fornire agli studenti partecipanti un’introduzione alla cultura e alla lingua polacca in due momenti. Il primo, a L’Orientale, costruito su sei incontri di due ore ciascuno, tenuti da docenti polacchi dell’Accademia di Scienze Umanistiche, dall’11 al 14 marzo. Poi, dal 2 al 6 giugno, la settimana in Polonia per dieci studenti più due docenti accompagnatori, con viaggio, vitto e alloggio interamente a carico dell’Ateneo polacco.
L’iniziativa è finanziata dalla Nawa, l’agenzia nazionale polacca per lo scambio accademico istituita per svolgere compiti relativi alla mobilità bilaterale di accademici tra la Polonia e altri paesi. Sostiene studiosi, dottorandi e studenti che vogliono trascorrere un periodo di studio nel Paese, nonché i lettori, finanziando l’assunzione presso università che ne hanno necessità. Qui a Napoli, quando il progetto inizierà, si terranno “lezioni teoriche e laboratori pratici in cui si giocherà e si lavorerà con la lingua affrontando diversi argomenti – spiega il responsabile dell’iniziativa, il prof. Andrea Fernando De Carlo – dal linguaggio calcistico alla letteratura, e non si farà riferimento solo alla cultura polacca, ma anche a quella italiana e in particolare napoletana. Per esempio, ci saranno discussioni sulle strade dedicate ad autori importanti della letteratura, come accaduto con Benedetto Croce. Ma le attività saranno tante, e tutte avranno una funzione comune: diffondere la lingua polacca in Italia”.
Ancora più accattivanti si prospettano i giorni primaverili a Łódź, cittadina situata al centro della Polonia: “i dieci ragazzi che verranno selezionati faranno escursioni in città e in alcuni luoghi limitrofi dal valore culturale e turistico. Ad accompagnarli e a tenere le lezioni ci saremo noi e i colleghi polacchi. Si tratta di una città molto interessante, un ex polo industriale tessile dove c’è la scuola di cinema più famosa della Polonia: lì sono nati Roman Polanski, Andrzej Witold Wajda e, in un museo, custodiscono i primi lavori cinematografici girati da questi registi prima che diventassero famosi. È prevista una visita anche lì”.
De Carlo si augura che l’iniziativa abbia lo stesso esito dell’esperienza precedente. “Siamo stati in un’altra città. I ragazzi sono stati molto contenti; proveremo a portare con noi studentesse e studenti motivati, che nutrano un interesse per la Polonia”. Anche se il docente aggiunge: “a me piace anche che si coinvolgano studenti che non studiano questa lingua (il progetto è aperto anche a chi non ne ha alcuna conoscenza infatti, ndr) perché può essere un’occasione per avvicinarsi e scoprire una cultura nuova. La scorsa volta abbiamo coinvolto un solo polonista e, con sorpresa, tutti gli altri, pur non avendo alcuna conoscenza, hanno acquisito le basi in una settimana e durante i corsi hanno dimostrato di essere bravissimi”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 4 – 2025 – Pagina 38