Un Laboratorio sul “cambiamento urbano attivato dalla presenza di stranieri”

Come mutano i paesaggi urbani e sociali in una città come Napoli, quando esperienze, pratiche e saperi religiosi diventano vettori di cambiamento? Una domanda che è il centro di gravità attorno al quale si muove ‘Mappare i nuovi paesaggi religiosi e urbani della Napoli che cambia’, Laboratorio organizzato dal prof. Fabio Amato e dall’assegnista di ricerca Nicola Di Mauro, iniziato lo scorso 17 aprile e che si protrarrà fino a fine maggio, per un totale di dodici ore spalmate su sei incontri diversi, i cui destinatari sono tutti gli studenti delle Magistrali di Scienze umane e sociali e del Corso di Mediazione linguistica e culturale (afferente a Studi Letterari, Linguistici e Comparati).
“L’iniziativa – spiega proprio Di Mauro ad Ateneapoli – nasce dall’esigenza di riflettere su cosa significa mappare, non a caso uno degli incontri si intitola oltre la cartografia tradizionale. E a partire dalle ricerche in corso nei vari Dipartimenti de L’Orientale, per esempio chi studia la Geografia, come il prof. Amato e il prof. Gianpiero Petraroli, fino ad arrivare al prof. Carlo De Angelo e al suo progetto su ‘Islam e musulmani nella Napoli contemporanea’, sul quale sono presente anche io, affronteremo la questione della spazialità e del cambiamento urbano attivato dalla presenza di stranieri”.
Il punto di partenza è “ragionare su quale mappa è possibile quando ci sono percezioni diverse dello spazio: di questo ci occuperemo in maniera sia frontale che laboratoriale”. Lavorando su quattro obiettivi: comprendere la storia di queste trasformazioni, le loro geografie (con particolare riferimento all’area di Piazza Garibaldi), i nuovi paesaggi urbani indagati con strumenti scientifici e produzione – una volta mappati – di cartografie complesse di questi cambiamenti.
Su questi vari livelli Di Mauro ha concluso: “Il primo obiettivooggetto della prima lezione, tenuta da Amato – è stato messo sul piatto raccontando la storia delle migrazioni in città e come queste hanno cambiato il paesaggio urbano; sono state incrociate diverse scale, quella nazionale, analizzando pure le leggi che hanno governato i flussi, fino ad arrivare al momento in cui i migranti si inseriscono in una spazialità che viene trasformata, per esigenze molto diverse. Da quelle religiose, se si pensa alle comunità islamiche, ma pure economiche, sociali: lo spazio esteso dell’area di Garibaldi è attraversato da imprenditorialità, mercati, esercizi commerciali.
Tutti elementi che cambiano in maniera significativa la città. Questa parte precisa che, specifichiamo, fa riferimento ai quartieri Mercato, Pendino, San Lorenzo. Lì ovviamente le questioni che si incrociano sono tante e ci si può chiedere perché proprio in quelle zone. Perché c’è l’hub cittadino più importante, è sempre stata un’area commerciale, gli affitti sono più bassi”.
Gli strumenti scientifici utilizzati sono “quelli delle scienze sociali – costruire mappe sulle percezioni – gli esperti stessi e strumenti più tecnici: un assegnista di ricerca di Trento ci parlerà di GIS, un software per l’elaborazione di dati e mappe”. E infatti, assieme agli studenti – coinvolti attivamente – “proveremo a fare una mappatura tecnica e rintracciare poi le differenze tra questa e le mappe mentali, a seconda dei soggetti che le costruiscono”.
Claudio Tranchino

Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli

Ateneapoli – n.07 – 2024 – Pagina 36

- Advertisement -

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here






Articoli Correlati