Al Centro Direzionale la sede è luminosa, accogliente, consente di fare gruppo

Al Centro Direzionale la sede è luminosa, accogliente, consente di fare gruppo

C’è un gran vociare all’isola C4 del Centro Direzionale. In tarda mattinata il complesso di moderni grattacieli dai colori tenui, che ospita i Dipartimenti di Ingegneria e di Scienze e Tecnologie, risuona del chiacchiericcio degli studenti in pausa pranzo. Tra una pizza e un panino si ricaricano per l’ultima tranche di studio pomeridiana. Alessia Scognamiglio, matricola di Scienze Biologiche, siede in corridoio in attesa del docente di Fisica. La mia esperienza – racconta – è molto positiva. Questo semestre abbiamo orari facilmente gestibili, seguiamo nelle aule 1 e 2, comode e spaziose, e le lezioni sono interessanti. A me, in particolare, sta piacendo Chimica organica ambientale con la prof.ssa Elena Chianese perché la docente è coinvolgente e richiama continuamente l’attenzione con tanti esempi alla lavagna ed esercizi”. I posti in aula si stanno esaurendo velocemente, “infatti noi arriviamo presto per sederci nelle prime file”, e intanto in corridoio c’è qualcuno che ne approfitta per giocare e simulare uno scontro che termina con la fuga di una fazione in aula. “I nostri amici sono molto vivaci – commenta la studentessa – Questa è un’altra cosa che mi piace: abbiamo creato un bel gruppo, molto affiatato, e spesso anche i professori si avvicinano. Nel primo semestre, ad esempio, con il prof. Ardelio Galletti di Matematica i ragazzi si sono organizzati per una partita di calcetto. L’ambiente, dice, “evidentemente stimola. La sede è abbastanza grande, ma non dispersiva, e i nostri spazi, più o meno, sono sempre gli stessi, le aule, l’aula studio qui al primo piano o i tavolini nei corridoi e il bar al piano terra. Alla fine ci si conosce un po’ tutti”. A qualche sedia di distanza c’è il gruppo di Mattia Fani.

Anche lui è soddisfatto del suo esordio da matricola: “C’è una grande attenzione allo studente che non si trova in tutti i contesti universitari”. Tra le materie del semestre si è appassionato a Biologia e fisiologia vegetale: “infatti mi sembra di ritrovarla nel quotidiano, anche nel semplice spostare le piante in casa per la luce”. Però è un po’ scarsa la pratica laboratoriale. Finora abbiamo effettuato solo una titolazione acido base in Chimica nel primo semestre, ma forse è perché siamo ancora al primo anno. Pollici in su da parte sua per la sede. Ma – ribatte l’amica Valentina De Simone – il complesso universitario è in un contesto caotico e poco curato. Aggiunge: “almeno si è conclusa l’epopea degli allarmi bomba!”. Il Centro Direzionale è un po’ dislocato, comodo per chi raggiunge la sede con alcuni mezzi come ad esempio la Circumvesuviana, abbastanza precisa la mattina, ma decisamente meno la sera – aggiunge Bruna Vallone, studentessa di Ingegneria Gestionale al terzo anno –Per il resto ha tutto, è luminosa e gli spazi dove studiare non mancano. Indica le due terrazze ai lati del piano, il terzo: “forse rispetto ad altre sedi qui abbiamo una diversa gestione degli spazi esterni perché, a parte queste e i gradini della mensa, li condividiamo con un ecosistema abbastanza variegato di persone”.

Bruna e i suoi amici aspettano l’inizio del seminario ‘Nuove sfide e opportunità della mobilità sostenibile del futuro’. “I nostri professori propongono spesso seminari, incontri o progetti, puntualizza Antonio Spagnuolo. Lo studente ha ricominciato alla Parthenope un nuovo percorso dopo un periodo di fermo: “Qualche anno fa mi ero iscritto ad Ingegneria Gestionale alla Federico II, ma ho lasciato per ragioni personali. Poi ho provato ad acquisire qualche certificazione professionale per lavorare, ma con scarsi risultati. Ritornare a studiare era l’ultima chance e sta andando bene. I numeri più contenuti, i ritmi meno frenetici e la disponibilità dei docenti a fornire esercizi e materiali didattici di approfondimento e supporto mi stanno aiutando a gestire bene il percorso. Apprezza la dimensione pratica delle lezioni: “Il docente di Ricerca operativa ci ha detto che se faremo la tesi con lui dovremo progettare noi stessi un software per la risoluzione di problemi di ottimizzazione. Una tesi sperimentale già alla Triennale è una buona opportunità. Asia Sparaco, al secondo anno di Informatica, sta ripassando qualche appunto in attesa della lezione pomeridiana di Basi di dati: “È la mia materia preferita. Stiamo imparando a progettare i database sia dal punto di vista della modellazione concettuale e funzionale che del codice. Noi utilizziamo il linguaggio SQL”. A lavorare, in camice tra computer e provette, c’è Salvatore Belardo, terzo anno di Scienze Biologiche. È nel laboratorio di Istologia. “Abbiamo in corso diversi progetti incentrati sugli effetti degli inquinanti ambientali sui vari organismi modello. È uno studio dal punto di vista citologico, istologico e molecolare”, spiega. Sta conducendo una tesi sperimentale, frutto del tirocinio, “e sono molto coinvolto. In laboratorio sto imparando tantissimo, soprattutto in termini di mentalità professionale”.

A Scienze Biologiche, precisa, l’attività laboratoriale è veramente tanta, legata anche agli insegnamenti. È un vantaggio, ci dà un assaggio concreto del nostro futuro professionale e ci aiuta a capire per cosa siamo effettivamente portati visto che la Biologia ha tanti indirizzi. Qui  ci sono degli ottimi laboratori, forse andrebbero implementati perché sono un po’ piccoli. Infatti sappiamo che l’Università sta acquisendo nuovi spazi”.

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