Cyber Security: Benedetto Pio e Alessandro tra i primi laureandi

“Ho scelto questo Corso un po’ inconsapevolmente. Venivo dal liceo scientifico Carlo Miranda, indirizzo tradizionale, e, durante l’estate, navigando sul sito dell’Ateneo mi sono imbattuto in questo percorso dal nome interessante. Non sapevo nemmeno bene cosa fosse la cyber security. Oggi posso dire con certezza che questo è il mio posto”. Si racconta così Benedetto Pio Turino, 21 anni, tra i primissimi laureandi del Corso di Laurea in Ingegneria e Scienze Informatiche per la Cyber Security nato nel 2022, sede a Nola.

L’approccio, all’inizio, non è stato semplice. “Il primo semestre è stato durissimo: Programmazione e Analisi, esami complessi che mi hanno messo subito alla prova. Molte persone con cui frequentavo hanno abbandonato. Io, invece, ho stretto i denti. Forse è stata proprio quella difficoltà a darmi la spinta per continuare”. La sfida iniziale si è presto trasformata in motivazione: “Studiavo giorno e notte. Tanti concetti erano nuovi, ma è stato proprio lì che ho capito cosa volevo fare davvero”.

Oggi Benedetto è in pari con gli esami, ha una media alta e sta lavorando ad una tesi su un tema di grande attualità: la sicurezza elettromagnetica. “Durante una lezione, si è parlato degli attacchi Tempest, che sfruttano le emissioni elettromagnetiche dei dispositivi per sottrarre informazioni sensibili. Mi ha subito colpito. Così, con la supervisione del mio relatore, sto sviluppando una ricerca in quella direzione”.

La tesi su un tema di nicchia

Il lavoro, ancora in corso, prevede un esperimento nell’ambito della cyber security per analizzare questi attacchi, in particolare quelli condotti tramite porte elettroniche: “È un tema di nicchia, ma attualissimo, discusso anche in ambito militare. Una sfida sicuramente stimolante per una tesi triennale”. Un approfondimento tecnico che ha portato anche ad una riscoperta di conoscenze precedenti: “Studiando questi temi ho rivalutato materie affrontate al liceo, come l’elettromagnetismo. All’epoca lo trovavo distante, ora lo guardo con occhi nuovi”.

La scelta di una tesi fuori dall’informatica classica – “basta virus e malware, ormai li conosciamo a memoria” – rappresenta per Benedetto un’opportunità per allargare l’orizzonte: “Vuol dire imparare qualcosa di nuovo, muoversi in ambiti trasversali”. Fondamentali, nel suo cammino, i docenti: “Il prof. Luigi Coppolino, Coordinatore del Corso di Laurea, è sempre disponibile. Così come tutti gli altri: ci tengono a farci crescere”. Determinante anche la rete di relazioni tra studenti: “Con alcuni colleghi siamo diventati amici. Studiare insieme per un esame difficile e superarlo ti crea un senso di appartenenza fortissimo”.

Il Corso, racconta, lascia un’impronta anche al di fuori delle aule: “Ti cambia. Ti abitua a pensare in modo analitico, a essere ordinato, preciso. È un approccio che poi porti anche nella vita quotidiana”. E il futuro? “Sto valutando l’idea di una Magistrale, probabilmente fuori Napoli, oppure di entrare subito nel mondo del lavoro. In ogni caso, voglio restare nell’ambito della sicurezza informatica: sarà sempre più centrale. La Parthenope mi ha dato le basi per affrontare le sfide che mi aspettano”.

“Si lavora su casi concreti”

Anche Alessandro Ortoli, 21 anni, sarà tra i primi a concludere la medesima Triennale. Diplomato all’Istituto Tecnico Giordani di Fuorigrotta, indirizzo informatico, ha scelto il Corso con decisione: “Un compagno me ne parlò e mi colpì subito: per le materie, per l’innovazione. Mi sono iscritto senza esitare”. Settembre 2022: l’inizio del viaggio accademico.

Ai precorsi conosce Benedetto e altri colleghi, con cui si crea fin da subito un gruppo affiatato. “Ci siamo sempre supportati, è stato fondamentale. E il fatto che fossimo in pochi – essendo un Corso nuovo – ha favorito un clima quasi da scuola superiore. I docenti ci chiamano per nome, chiedono se abbiamo capito. Un’attenzione che altrove, in altri Atenei, non è scontata”. La dimensione contenuta delle classi – oggi sono in quattro a seguire le lezioni – consente un contatto diretto. “Ci sediamo sempre in prima fila. C’è dialogo, confronto, continuità. È un valore aggiunto enorme”.

Sul piano didattico, alla solida teoria si alterna molta pratica, soprattutto dal secondo anno in poi: “Abbiamo realizzato business plan, condotto penetration test, progettato software sicuri. L’esame di ‘Sicurezza delle applicazioni’, ad esempio, prevedeva di trovare un’app vulnerabile online e analizzarne le falle. Ora, in ‘Sicurezza dei sistemi operativi’, stiamo implementando tecniche di protezione avanzate. Si lavora su casi concreti, ed è quello che rende lo studio appassionante”. Alcuni ostacoli non sono mancati. “Programmazione al primo anno è stato un ostacolo per molti, ma per me, che venivo da studi informatici, è andata meglio. Analisi, invece, mi ha messo più in difficoltà”.

Ma il bilancio è positivo: “È un Corso molto verticale sulla cyber security, che ti coinvolge attivamente. Lo studio non diventa mai estenuante, proprio perché si lavora su ciò che si studia. Fanno eccezione solo poche materie più teoriche, come ‘Diritto dell’informazione’ e ‘Aspetti legali della cyber security’, ma rappresentano comunque una piccola parte necessaria”. Alessandro è oggi impegnato nel tirocinio, che ha scelto di svolgere internamente, e sta definendo l’argomento della tesi finale che discuterà tra giugno e luglio. “Io ho chiesto come tutor il docente di ‘Sicurezza delle reti’, un esame molto tecnico e interessante.

Con lui sto lavorando su un progetto legato alla crittografia post-quantistica. Attualmente sto implementando diversi algoritmi e insieme stiamo decidendo l’argomento della tesi, che potrebbe trattare due temi: uno è l’applicazione di questi algoritmi su dispositivi più datati per testarne la compatibilità futura, l’altro è integrarli nei protocolli di sicurezza già esistenti per le comunicazioni in rete. Al momento propendo per questa seconda opzione, più coerente con il nostro Corso”. Per il passo successivo, si guarda all’intelligenza artificiale. “Qui alla Parthenope c’è un Corso Magistrale in ‘Machine Learning e Big Data’ che mi interessa molto. Cambierei leggermente ambito, ma è un settore che mi appassiona.

Sto valutando anche Padova, Milano, Cagliari. Però ho costruito tanto qui, e lasciare Napoli non è facile”. In Campania non c’è una Magistrale, quindi “preferisco specializzarmi in uno dei temi toccati in questi anni. L’Intelligenza Artificiale applicata alla sicurezza mi ha colpito, e credo che valga la pena approfondirla”. E, per quanto riguarda il fronte lavorativo: “Mi piacerebbe entrare in una realtà solida, magari a Milano, in aziende come IBM. Ma per ora preferisco concentrarmi sulla Specializzazione, dunque proseguire con gli studi. Se dovesse arrivare un’offerta di lavoro importante, potrei valutarla ma non credo che accadrà subito”.
Giovanna Forino
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Ateneapoli – n. 8 – 2025 – Pagina 34

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