I meravigliosi viaggi dei testi per l’infanzia

“Oggi abbiamo visto un breve scorcio di vita crossmediale: si parte da uno schermo per ritornare alla pagina. Perché i classici vanno riportati costantemente in vita”. La prof.ssa Stefania Tondo, docente di Letteratura per l’infanzia per il Corso di Laurea in Scienze della formazione primaria, ha tenuto la lezione demo ‘Dallo schermo alla pagina: meravigliosi viaggi dei testi per l’infanzia e il pubblico giovanile’, incontri con testi e personaggi nel loro percorso crossmediale/globale nel tempo. Pronti via e, in piena aderenza al titolo dell’incontro, viene proiettato un video musicale: i Daft Punk suonano Istant crush. “In questo brano il gruppo utilizza un linguaggio attinente alla letteratura per l’infanzia. Uno dei riferimenti più immediati è al soldatino di piombo con un intreccio di linguaggi che apre la mente e che, probabilmente, vi spingerà a cercare questa vecchia fiaba. Risultato: sarete passati dallo schermo e dalla musica al repertorio fiabesco”.
Citando Peter Hunt, in qualche modo il padre della Letteratura per l’infanzia, si parte dall’unità fondante: il testo. “Lui si raccomanda di parlare di testo come qualsiasi forma di comunicazione, né solo opera, né solo libro che sono qualcosa di confezionato e definito. Il text ci fa riferire alla texture, ovvero la possibilità che le pagine possano diventare altro. Di conseguenza, i libri sono parte delle esperienze multimediali rivolte al mercato dell’infanzia: video, film, diari, serie tv con sempre nuovi episodi. Insomma, riscritture. E questo è precisamente letteratura per l’infanzia: riadattamento, assimilazione, rielaborazione allo stesso tempo stimolata dalla creatività degli autori e da fattori commerciali”.
A avendo inglobato forme orali, fiabe, favole, leggende e libri illustrati, e oscillando sempre tra cultura alta e popolare, “lo studio che se ne può fare della letteratura per l’infanzia non è verso un’entità ben definibile e stabile”. E ai presenti, mostrando il celebre frame di Harry Potter e la pietra filosofale in cui i tre protagonisti vengono assegnati alle varie case e, dunque, simbolicamente varcano la soglia di una nuova fase della vita, la docente lancia un monito: “anche voi quando entrerete qui farete lo stesso processo, vi avvierete all’età adulta. E proprio agli adulti bisogna chiedere se sono in grado di essere sempre aggiornati su cosa seguono i più piccoli, essere sempre pronti a conoscere. Parlare di infanzia non è affatto semplice. Per esempio, Harry Potter non è ancora reputato un classico dell’infanzia: lo sarà mai?”. Ma non è solo il personaggio della Rowling ad essere citato.
La docente proietta molti spot pubblicitari italiani in cui vengono riprese – dunque rilette – diverse icone della letteratura dell’infanzia: Mary Poppins, Alice nel Paese delle meraviglie, Biancaneve, Cappuccetto rosso, nel caso specifico intenta a pubblicizzare una nota marca di cellulari. E c’è pure Topo Gigio che, classico o no, è stato riportato in auge dal cantante Lucio Corsi nell’ultima edizione del Festival di Sanremo. Tutto questo è linguaggio crossmediale.
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Ateneapoli – n. 4 – 2025 – Pagina 31

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