Studenti a lezione con la prof.ssa Lucivero, docente all’Università di Oxford

Studenti a lezione con la prof.ssa Lucivero, docente all’Università di Oxford

‘Data & Health: navigating ethical Challenges in the Digital Age’ è il nome dell’interessante corso tenuto interamente in inglese al Suor Orsola Benincasa, dal 12 al 20 aprile per un totale di sette incontri, dalla Visiting Professor Federica Lucivero, senior researcher in Ethics and Data at the Ethox Centre and the Wellcome Centre for Ethics and Technology dell’Università di Oxford. Il tema scelto, un approccio critico, etico all’impatto dei Big Data sulla salute dell’individuo e della comunità nell’era del digitale non è affatto casuale, ma risponde precisamente all’orizzonte culturale abbracciato dall’Ateneo negli ultimi anni: l’avanzamento tecnologico non può fare a meno dei saperi umanistici.

Come ribadito dalla prof.ssa Natascia Villani, Manager didattico: “Da tempo stiamo ibridando tutti i nostri Corsi di Laurea con l’analisi del digitale, lo testimonia in particolare quello in Digital Humanities.
Le lezioni tenute dalla Visiting Professor da un lato rientrano nella volontà di una maggiore internazionalizzazione, dall’altro, relativamente ai temi che ha trattato, hanno spinto molto sulla lettura etica, filosofica dei Big Data e del digitale. Da esperti in scienze umane siamo chiamati a dialogare con questo settore, al tempo dell’Intelligenza Artificiale, e non è affatto esclusa una prosecuzione della ricerca affinché questi due mondi (umanistico e tecnico, n.d.r.) non restino separati”. Quanto alla specificità delle lezioni, le ha snocciolate nel dettaglio proprio la ricercatrice, che ha soggiornato per due settimane a Napoli. “L’obiettivo è stato dare ai ragazzi strumenti concettuali, teorici e metodologici, spunti di riflessione per porsi domande critiche rispetto all’impatto dei Big Data sulla salute, sull’ambito medico e sanitario e sulla società. In particolare sui valori etici e morali. Tutto questo non per criticare, ma per analizzare in modo critico queste tecnologie, al momento abbastanza pervasive”.

Lucivero, a questo proposito, rende ancora più chiaro l’orizzonte di studio, portando un esempio pratico: “Basta pensare ai social, dove ci vengono proposte pubblicità personalizzate sulla base di informazioni personali raccolte dai social. Molti, all’inizio, non hanno giudicato questa pratica come problematica”. È il caso di una sociologa americana, che ha cominciato ad interrogarsi sulla liceità della diffusione di Big Data a partire da una vicenda assai intima: un aborto spontaneo dopo trattamenti clinici per concepire un bambino: “Dopo la perdita del feto, ha iniziato a ricevere messaggi pubblicitari che, negli anni, seguivano quella che sarebbe stata l’eventuale età del figlio, qualora fosse nato e cresciuto”. Il punto chiave è stata la diffusione da parte della clinica a terzi delle transazioni della carta di credito. “Tutto ciò ha avuto un impatto fortissimo sulla donna. Da questo evento abbiamo imbastito il resto delle lezioni”.

Dal progetto alla tesi di laurea

Molto soddisfatti dei temi, del metodo e dell’approccio tenuto da Lucivero, nonché della sfida di un dibattito interamente in inglese, gli studenti. I partecipanti, 25 in totale e 5 per ogni Corso di Laurea, sono iscritti di Scienze dell’educazione (III anno), Scienze della comunicazione (III anno), Consulenza pedagogica (II anno), Programmazione, amministrazione e gestione dei servizi educativi (II anno), Psicologia: risorse umane, ergonomia cognitiva (II anno).

“Le lezioni sono state stimolanti e interessanti, grazie al grande coinvolgimento che la docente ha messo in campo nei nostri confronti”, dicono in coro Federica Pugliese e Alberto Sigona, rispettivamente di 21 e 22 anni, iscritti al terzo anno di Scienze della Comunicazione e dell’Impresa. Insieme, i due studenti hanno realizzato un progetto (come tutti gli altri), scegliendo uno dei tanti topic assegnati da Lucivero. “Noi abbiamo optato per uno riguardante una casa farmaceutica – racconta Federica – che non dice ai propri pazienti come vengono utilizzati i dati personali raccolti. In maniera del tutto critica, abbiamo valutato tutte le possibili soluzioni chiedendoci come avrebbero ragionato sia l’azienda che il singolo soggetto”.
Un tema tanto apprezzato che la studentessa, insieme alla prof.ssa Alessandra Storlazzi e la stessa ricercatrice di Oxford, ha deciso di far diventare argomento principale dei primi due capitoli della tesi di laurea.

I due studenti, infine, si soffermano su altri due punti che, a loro parere, hanno determinato il successo del corso: la gestione di Lucivero e la sfida di sostenere il tutto in lingua inglese. “La docente è stata bravissima – affermano entrambi – ci ha sempre messo a nostro agio, ripetendo ogni qualvolta non capissimo dei passaggi. Ci ha stimolato facendoci interagire costantemente attraverso il dibattito, esercizi di gruppo. In più ci ha spiegato come presentare un lavoro al pubblico”. In fondo, ricorda Alberto, abbiamo trattato temi di stretta attualità, che ci toccano nel quotidiano. Il cittadino comune purtroppo non sa molto di privacy, e abbiamo verificato al corso quanto i Big Data possano incidere sulla salute dell’individuo”. Lo studente chiude con una battuta: “D’ora in poi ci penserò due volte prima di dare il consenso al trattamento dei miei dati personali”.
Claudio Tranchino

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