Se è vero che l’avvento del digitale ha contribuito, nel corso degli ultimi anni, a modificare in maniera determinante comportamenti di acquisto, processi organizzativi e modelli di business, la progressiva integrazione delle tecnologie abilitanti con sistemi sempre più avanzati di intelligenza artificiale concorrerà a trasformare in maniera irreversibile il mondo del lavoro. I cambiamenti in atto stanno determinando, infatti, una ‘rivoluzione’ delle dinamiche lavorative la cui potenziale evoluzione richiede una attenta ‘lettura’ degli scenari emergenti soprattutto per chi si appresta ad affacciarsi a questo ‘nuovo mondo’. In questo contesto, i cui confini sono ancora tutti da disegnare, si aprono, tuttavia, interessanti opportunità per i giovani che, se adeguatamente colte, sono potenzialmente in grado di favorire l’attivazione di ‘circoli virtuosi’ per lo sviluppo economico-sociale dei territori.
Ne parliamo con Carlo Mazzone, docente di Informatica, educatore, evangelista digitale, autore di best sellers in campo informatico ma soprattutto primo professore italiano ad entrare nella Top10 del Global Teacher Prize, il cosiddetto Nobel dei docenti.
Nel corso della sua lunga esperienza nel campo della promozione della cultura digitale ha avuto modo di formare centinaia di studenti all’auto-imprenditorialità attraverso percorsi di ‘contaminazione’ tra scuola, impresa e società civile. Come ritiene sia cambiato lo scenario del mercato del lavoro nel corso degli ultimi anni e quali sono le opportunità che si presentano oggi alle nuove generazioni?
“Vivo il mondo del digitale da tanti anni ed è proprio il digitale che ha profondamente modificato il mercato del lavoro rappresentandone ora una delle maggiori opportunità. L’idea che mi sono fatto è che si sia passati da un momento iniziale di richieste di competenze digitali orizzontali dei primi anni ’80 ad una estrema verticalizzazione e specializzazione dovuta all’evoluzione delle tecnologie e dei relativi strumenti. Solo per fare un esempio, pensiamo alla pletora di ambienti e differenti framework per lo sviluppo web. Tuttavia, al momento, credo che le nuove generazioni debbano formarsi in un approccio nuovamente più orientato a competenze orizzontali e di problem solving per non essere trascinate via dal vento dell’IA”.
Uno dei principali driver di trasformazione del mercato del lavoro oggi è rappresentato, appunto, dall’avvento delle nuove tecnologie AI. Da docente di ICT ed Informatica potrebbe indicarci quali saranno, a suo avviso, i principali trend del futuro?
“Seguo da sempre le evoluzioni relative all’Intelligenza Artificiale e devo confessare di non aver mai visto qualcosa di così impattante come ciò che sta avvenendo ora. Non è affatto semplice capire fino a che punto queste tecnologie stravolgeranno il mercato del lavoro ma di certo, a mio avviso, nulla sarà come prima. Le IA sono diventate estremamente più abili degli esseri umani in una miriade di contesti e non potremo competere con esse in termini di velocità e precisione. Il trend del futuro sarà quello di lavorare al loro fianco cercando di sfruttarne le potenzialità a proprio vantaggio per migliorare il nostro di lavoro ed avere più tempo per i compiti relativi alla progettazione delle attività di maggiore criticità per uno sviluppo sostenibile”.
Dal 2020 è entrato a far parte della community degli ‘insegnanti imprenditivi’ di JA Italia. Potrebbe raccontarci quali sono le finalità di tale organizzazione e le principali iniziative messe in campo?
“JA Italia è parte di JA Worldwide, la più grande organizzazione non profit dedicata all’educazione economico-imprenditoriale dei giovani, nominata per il Premio Nobel per la Pace 2025 per la terza volta consecutiva. La missione è sviluppare competenze trasversali, spirito d’iniziativa e cultura d’impresa. Tra le principali iniziative c’è ‘Impresa in azione’, un programma che guida gli studenti nella creazione di una vera mini-impresa scolastica, favorendo il dialogo scuola-impresa e accompagnandoli nella scoperta delle proprie potenzialità. Ho trovato in JA un contesto ideale per aiutare i giovani del territorio ad immaginare una rinascita dal basso attraverso la creazione di startup nascenti dalla voglia di individuare soluzioni a problemi legati al territorio stesso”.
Formazione, imprenditoria e territorio: tre pilastri strettamente legati tra loro e funzionali alla creazione di un circolo virtuoso di sviluppo economico. Con queste premesse nasce circa un anno e mezzo fa l’associazione Sannio Valley di cui è Presidente. Qual è la sua mission e in che modo si inserisce all’interno dell’ecosistema socio – economico – culturale di riferimento?
“Sannio Valley nasce come naturale continuazione di un lavoro che ho avviato ormai 20 anni fa con il modello didattico ‘Vivariumware’ e poi continuato con quella che ho definito ‘La Scuola Fuori’, ovvero un insieme di attività progettuali tendenti a rendere la scuola attore attivo sul territorio. Ho quindi dato vita ad una vera e propria Associazione APS, iscritta al RUNTS, in cui mettiamo in rete aziende del digitale, enti di formazione e università, enti del terzo settore e istituzioni con il digitale come elemento centrale. L’ho definito un ‘incubatore valoriale’ in quanto proviamo, partendo dai valori, a creare ricchezza attraverso anche il sostegno a giovani startup che seguiamo a partire dai banchi di scuola”.
Sulla base della sua esperienza, e alla luce dell’evoluzione del mercato del lavoro, quali consigli si sente di dare ai tanti giovani che stanno investendo nel loro futuro professionale?
“Il mercato del lavoro sta subendo una modificazione tale che ritengo mai si fosse vista finora. Per rendere ancora più impattante la mia visione, dico che siamo in presenza di una sorta di razza aliena, intendendo le nuove intelligenze artificiali, che è già ampiamente presente tra di noi e con la quale i giovani, ma non solo, devono confrontarsi con immediatezza. L’unico modo che vedo è quello di rifarsi alla flessibilità, allo spirito d’iniziativa e alla capacità di adattarsi ai cambiamenti. Tutte queste competenze possono essere il frutto di esperienze di autoimprenditorialità. È fondamentale essere appassionatamente curiosi e aperti all’innovazione. Non esiste un percorso unico: ciascuno può costruire il proprio futuro investendo innanzitutto sulle proprie passioni, sul talento e sulla costruzione di relazioni di valore. Noi di Sannio Valley ci proponiamo di fare da catalizzatore per tutto ciò”.
Luca Genovese
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Ateneapoli – n. 5 – 2025 – Pagina 15