Alla scoperta del proprio “posto nel mondo”: il coraggio di mettersi in gioco

Le strade che conducono alla consapevolezza e alla realizzazione della propria dimensione professionale nel mondo del lavoro sono da sempre piene di incroci, dietro ognuno dei quali si nascondono aspettative e preoccupazioni, opportunità ed ostacoli. Sosteneva Ernest Hemingway che “dovremmo abituarci all’idea che ai più importanti bivi della vita non c’è segnaletica” e prendere atto che la costruzione del nostro percorso nel mondo passa per una serie di scelte, consapevoli o meno, che condizionano in buona parte quello che saremo domani.

Per individuare la giusta direzione diventa particolarmente importante, dunque, partire dalla ricerca della propria naturale “scintilla”, un vero e proprio “colpo di fulmine” verso qualcosa che ci appassiona e per la quale siamo pronti a “metterci in gioco” per trovare il nostro “posto nel mondo” senza la paura di sbagliare.
È quanto accaduto a Nicola Frega, Senior Off Platform Manager di DAZN Italia, protagonista di questa nuova tappa del viaggio di esplorazione tra le esperienze di manager ed imprenditori che hanno trovato la propria strada e costruito il proprio successo professionale a partire dalla scoperta della propria ‘scintilla’.

Da quasi 7 anni in Dazn, appena un anno dopo l’ingresso ufficiale in Italia di quella che oggi rappresenta l’azienda leader mondiale nello streaming di eventi sportivi, la sua carriera si è contraddistinta per una rapida e crescente assunzione di responsabilità che la vede oggi nella posizione di Senior Off Platform Manager. Quali sono state le tappe-chiave del suo percorso di crescita, le principali responsabilità ricoperte e i progetti più sfidanti di cui si è occupato in questi anni?
“Lavorare per DAZN, già da prima del suo lancio ufficiale in Italia, ha rappresentato per me una fortuna enorme: sono arrivato in un’azienda che era poco più di una startup e oggi faccio parte di un gruppo di lavoro che ha rivoluzionato il mondo del broadcasting sportivo. Ho vissuto in prima persona tutte le scelte e i sacrifici fatti in questi anni: l’evento di presentazione al mercato italiano, il primo match di Serie A trasmesso, il nuovo HUB tecnologico a Cologno Monzese, il superamento dei 5 milioni di follower sui social, l’acquisizione dei diritti della Serie A in esclusiva fino al 2029. Tutti traguardi di cui vado orgoglioso. Se devo sceglierne uno, la FIFA Club World Cup che verrà trasmessa quest’anno in freemium a livello globale dà la reale portata di ciò che DAZN è diventata negli anni”.

Ritornando ancora più indietro, potrebbe raccontarci il suo ingresso nel mondo del lavoro, le principali difficoltà incontrate e le opportunità che le si sono presentate fino al momento di approdare nell’allora neo-nascente Dazn Italia?
Amo da sempre giornalismo, sport e comunicazione, ma nella nella vita ho avuto tante aspirazioni, spesso diverse tra loro: avrei voluto fare l’ingegnere, l’avvocato, il magistrato, l’insegnante… Lo dico perché oggi i ragazzi che si approcciano al mondo del lavoro, e prima ancora a quello dell’università, sono assillati dalla retorica del dovercela fare subito e per forza. Invece, credo sia importante avere la serenità di capire che si vive tentando tante strade, spesso fallendo in molte. Il colpo di fulmine nel mondo del lavoro ce l’ho avuto per la scrittura, l’amore vero è scattato per la radio, la consapevolezza che questo sarebbe stato il mondo lavorativo del mio ‘per sempre’ è arrivata con Rompipallone.it, SpazioJ e SpazioNapoli”.

Il suo percorso lavorativo è iniziato, si è sviluppato ed è proseguito, con brillanti risultati, all’interno di un settore in continua evoluzione come quello dello sport entertainment e content creation in ambito sportivo. Come è scoccata la ‘scintilla’ verso questo mondo e quando ha capito che questa poteva essere effettivamente la sua strada professionale?
La mia prima vera esperienza lavorativa è stata per Radio Nuovevoci a Torre Annunziata. Una palestra irripetibile, ho avuto la fortuna di cimentarmi in qualsiasi cosa: interviste, telecronache, live social, ufficio stampa, regia audio-video, montaggi, allestimenti di scenografie… In quegli anni ho sviluppato la consapevolezza che quello sarebbe stato il mio posto nel mondo. Parlare alle persone è ciò che mi viene da sempre più naturale. Con questo lavoro riesco a farlo in un modo potentissimo, arrivando a migliaia e migliaia di utenti: che sia attraverso un articolo, un video o un carosello Instagram poco importa. Il fascino del marketing e della comunicazione è quello: la capacità di influenzare gli altri e se stessi attraverso le scelte che compi”.

Perché la ‘scintilla’ possa trasformarsi in un ‘fuoco’ è necessario alimentarla continuamente attraverso una giusta dose di passione, motivazione e determinazione. In che modo ha coltivato negli anni questa sua ‘vocazione’ verso il marketing sportivo e quali sono state le esperienze formative che le hanno consentito di acquisire le competenze necessarie per affrontare con successo la sfida del mondo del lavoro?
“Torno alle persone, il fuoco me l’hanno alimentato sempre loro. Sono alla continua ricerca di persone dalle quali imparare e assimilare informazioni. Ed è una cosa che ho imparato da mia madre e mio padre, due genitori dalla cultura immensa. Gli insegnamenti principali dico sempre che si conquistano sul campo, sperimentando e mettendosi alla prova con sfide nuove. Ovvio che studio e formazione sono fondamentali, danno i pilastri su cui costruire l’infrastruttura professionale della propria carriera. L’università, senza dubbio, ma anche esperienze formative settoriali. Sul mio percorso ha inciso particolarmente la partecipazione, nel 2016, al Master UpLevel in Comunicazione, Social Media e Digital Marketing: una figata pazzesca, professionisti e docenti incredibili”.

Il settore dello sport entertainement nel quale attualmente opera è molto cambiato negli ultimi anni e si assiste sempre di più a nuove forme di contaminazione tra media tradizionali, piattaforme digitali sempre più innovative e content creator in grado di parlare alle nuove generazioni con un linguaggio più diretto e moderno. Alla luce della sua esperienza, quali consigli si sentirebbe di dare ai tanti giovani che ambiscono a trovare una propria dimensione lavorativa in questo settore?
“Seguire le proprie passioni, provando esperienze diverse in settori diversi, con umiltà e dedizione. Il mondo dei media oggi impone contaminazione tra piattaforme e linguaggi, dunque è fondamentale avere in sé stessi una naturale propensione al cambiamento. Nei brainstorming di team, spesso ci diciamo che serve un DNA contaminato per tirare fuori le idee giuste. E la contaminazione culturale è sempre positiva”.
Luca Genovese
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Ateneapoli – n. 6 – 2025 – Pagina 11

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